Home Curiosità Ferzan Ozpetek: “Rubo storie e le trasformo in film”

Ferzan Ozpetek: “Rubo storie e le trasformo in film”

Dichiarazioni del regista italo-turco alle prese con Allacciate le cinture, sua decima fatica cinematografica, con protagonisti Kasia Smutniak e Francesco Arca.

pubblicato 13 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 14:40

Sono iniziate oggi, 13 maggio, le riprese del decimo film di Ferzan Ozpetek e per il suo nuovo Allacciate le cinture, il regista turco ha scelto come location la Puglia e più precisamente Lecce e l’Oasi di Torre Guaceto, dove girerà per 9 settimane. Come attori Kasia Smutniak (Caos Calmo, Benvenuto Presidente) e Francesco Arca, ex tronista che da pochi anni ha scelto di intraprendere la strada del cinema. La scelta di quest’ultimo ha destato qualche perplessità, ma il regista (recentemente intervistato da Il Corriere della Sera) le ha fugate con un lapidario “a me interessa il suo volto magnetico, cinematografico.”

Una nuova storia d’amore, che si svolge nell’arco di dieci anni, ma, per la prima volta in un film di Ozpetek non si tratta di un amore omosessuale ma tra un uomo e una donna, i già citati Arca e Smutniak. L’idea è nata, come spesso accade al regista, per caso, ascoltando la storia di un’amica:

Non stava bene fisicamente, a causa di un incidente aveva subito quasi una trasformazione fisica. Le chiesi come cambiano i rapporti nel tempo, come si trasformano. Lei guardando il marito negli occhi disse, “ancora mi desidera”. Questa cosa ebbe su di me l’effetto di una bomba, mi commosse.

Un ritorno alla nuda realtà per Ozpetek che con Magnifica Presenza (con Elio Germano), si era preso una breve pausa dal suo solito crudo verismo. Allacciate le cinture sarà, come sempre però, un film corale, dove i due protagonisti saranno accompagnati da molti altri personaggi i quali, come nella migliore tradizione del regista, si pongono interrogativi simili a quelli dei due protagonisti. Giunti a un certo punto della vita diventa indispensabile fare i conti con se stessi e chiedersi: a che punto è il nostro amore? E dalla forte turbolenza scatenata da questa domanda nasce il titolo Allacciate le cinture.

In questo film si mette in scena una famiglia “normale” ma il tema delle relazioni tra persone dello stesso sesso viene comunque affrontato, tanto quanto l’amicizia che quando raggiunge livelli molto profondi è a sua volta una forma d’amore, come conferma il regista stesso, con una domanda “Un’amicizia forte non può essere a sua volte una forma d’amore?”, riferendosi al rapporto tra la Smutniak e Filippo Scicchitano (Scialla, Bianca come il latte, rossa come il sangue) che interpreta il suo migliore amico.

Sulla scelta della ex modella polacca come protagonista, Ozpetek non ha avuto dubbi “E’ una farfalla, un puro corpo che si aggira inconsapevole della sua bellezza.” Nel cast anche Elena Sofia Ricci e Carolina Crescentini che nella storia è la prima fidanzata di Arca. Un film che parla dell’amore a tutto tondo e anche di tradimenti, parola di Gianni Romoli, cosceneggiatore del film alla sua sesta collaborazione con Ozpetek:

“Il repertorio dello sviluppo amoroso comprende un po’ tutto. Se è una storia di tradimenti? Anche. Ma come in utti i film di Ferzan la realtà viene vista con occhi diversi.”

Come sempre non mancheranno elementi tratti dalla tradizione orientale: le origini culturali del regista sono sempre emerse in tutti i suoi film. Un altro tema centrale è la cucina (ricordate Massimo Girotti anziano pasticcere ne La finestra di fronte?), perchè

“Realizzare un buon film è come cucinare. Metti gli ingredienti giusti, ma non è detto che mescolandoli inseme prendano sapore.”

Il desiderio d’amore, le frustrazioni sentimentali, il bisogno a volte inespresso di tenerezza e l’elemento perturbante che sconvolge le vite dei protagonisti, mettendoli di fronte a scelte che cambiano il loro destino e quello di coloro che li circondano. Giunto da tempo alla maturità artistica, acclamato dalla critica e dal pubblico di tutto il mondo Ozpetek vive consapevolmente le aspettative che ormai accompagnano ogni suo nuovo lavoro:

Ogni volta l’asticella si alza, senti la responsabilità e le paure aumentano anziché diminuire. E’ come se ci fossero due registi in me. Uno irrazionale che si butta e l’altro che si chiede, “ma sarai mai capace di raccontare questa storia”?

Le insicurezze sono parte integrante dei grandi artisti e lo stesso Bernardo Bertolucci, nel making of di Io e te non ne faceva mistero, esprimendo quanta ansia provi un regista, seppur di fama mondiale, alle prese con un nuovo lavoro. Che, in questo caso, siamo sicuri sarà all’altezza dei precedenti.