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A Christmas Carol 3D – La recensione in anteprima

A Christmas Carol (A Christmas Carol) Regia di Robert Zemeckis. Con Jim Carrey, Robin Wright Penn, Gary Oldman, Colin Firth, Cary Elwes, Daryl Sabara, Bob Hoskins, Sammi Hanratty, Sonje Fortag, Fay Masterson, Raymond Ochoa, Tarah Paige, Ryan Ochoa, Molly C. Quinn, Kelly Connolly, Jacquie Barnbrook, Beckie King, Ron Bottitta, Lesley Manville, Steve Valentine.Il vecchio taccagno

pubblicato 30 Novembre 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 08:02

A Christmas Carol (A Christmas Carol) Regia di Robert Zemeckis. Con Jim Carrey, Robin Wright Penn, Gary Oldman, Colin Firth, Cary Elwes, Daryl Sabara, Bob Hoskins, Sammi Hanratty, Sonje Fortag, Fay Masterson, Raymond Ochoa, Tarah Paige, Ryan Ochoa, Molly C. Quinn, Kelly Connolly, Jacquie Barnbrook, Beckie King, Ron Bottitta, Lesley Manville, Steve Valentine.

Il vecchio taccagno Ebenezer Scrooge non ha mai apprezzato il Natale e non capisce perché bisogna festeggiare ed essere felici in un giorno in cui non si lavora e, quindi, non si aumentano i propri capitali. Dopo essersi adirato con il fedele contabile e l’allegro nipote, torna a casa per trascorrere, solo come sempre, la vigilia di Natale. Scrooge non ha alcuna intenzione di godersi le feste con amici e parenti, ma soprattutto non sente che in questo periodo c’è qualcosa di magico che rende tutti più buoni. Davanti al camino, prima di andare a dormire, Scrooge viene visitato dal fantasma di Marley, il suo socio in affari defunto setta anni prima, che vuole metterlo in guardia perché si ravveda e non viva più nell’avidità. In caso contrario il destino di Scrooge sarà terribile e per farglielo conoscere gli annuncia che sarà visitato da tre spiriti, i fantasmi del Natale Passato, Presente e Futuro. Accompagnato da questi spettri Scrooge inizia un viaggio che gli aprirà le porte a un mondo che ancora non conosce. Al suo risveglio forse qualcosa cambierà…

E’ uno strano cortocircuito quello che si crea nell’ultimo film di Robert Zemeckis. Mentre l’evoluzione delle tecnologie di proiezione 3D congiunte alle tecniche di performance capture (grazie alla quale è possibile filmare digitalmente gli attori con cineprese computerizzate in grado di modellizzarli a 360°) promettono un’esperienza rivoluzionaria dal punto di vista della fruizione cinematografica, Zemeckis decide di mettere in scena la storia di Natale più classica e conosciuta che la letteratura ci ha tramandato. Impossibile, tra l’altro, enumerare quante siano le versioni cine-televisive del romanzo di Charles Dickens, tra versioni fedeli e liberissime interpretazioni. Ciononostante Zemeckis sceglie una pressoché totale adesione al modello originale, concedendosi solo piccole pennellate personali, dimostrando una volta in più di avere la tecnica al centro dei propri interessi.

Da Polar Express e da Beowulf è passato del tempo e, indubbiamente, la qualità del risultato è certamente evoluta in modo evidente. Ma è sufficiente perché sia parli di vera rivoluzione? Difficile dirlo.

La commistione tra cinema live e animazione non avrebbe potuto trovare un migliore interprete di Jim Carrey, spesso considerato un attore ibrido tra essere umano e cartone animato. La scelta è azzeccata sebbene il vero Carrey traspaia sotto la maschera digitale sopratutto nelle scene finali del film dove il vecchio Scrooge si lascia andare in infantili entusiasmi natalizi. I limiti della tecnologia sono però ancora evidenti: mentre i volti riescono a comunicare le espressioni e i sentimenti dell’attore, ciò che tuttora non riesce ad ottenere un effetto totalmente credibile è legato alla plasticità dei movimenti e, soprattutto, alla percezione del “peso” dei corpi abbiano e di come riescano ad interagire con gli oggetti e i volumi che li circondano.

La proiezione 3D in compenso è sfruttata ai massimi livelli per spettacolarizzare ulteriormente i momenti più emozionanti della storia, rischiando però di sembrare una mera esibizione di tecnica (si pensi alla scena in cui uno Scrooge rimpicciolito scivola da una grondaia, per esempio). Interessante però la connotazione horror con cui sono presentati i personaggi del film, abbastanza paurosi da spaventare il pubblico più giovane.

Rimane un mistero dunque cosa e a chi volesse comunicare Robert Zemeckis con questo paradossale “cortocircuito”. Ne risulta un film sofisticato, confezionato con grande mestiere e con maestria tecnica ma che proprio per queste caratteristiche rischia di risultare freddo e distaccato. Azzardando un’opinione molto discutibile, la stretta attualità potrebbe suggerire che il film sia un quarto fantasma di Natale che Zemeckis (regista di simpatie democratiche dichiarate) vorrebbe mandare nelle case americane per spingere tutti gli Scrooge d’America a sostenere la riforma della Sanità Pubblica, fortemente voluta da Barack Obama. Non lo sapremo mai, ma darebbe un senso più profondo all’intero film.


A Christmas Carol uscirà nei cinema il 3 dicembre.

Voto Carlo: 5,5
Voto Federico: 7+
Voto Gabriele: 4
Voto Simona: 8