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The Fog – Nebbia assassina

THE FOG – NEBBIA ASSASSINA di Rupert Wainwright; con Tom Welling, Maggie Grace, Selma Blair, DeRay Davis, Kenneth Welsh.Tra poco, presumo, dovrebbe già uscire in dvd, e quindi voglio avvisarvi: The Fog (il remake, precisiamolo) è da perdere all’istante. Da dove incominciare? Beh, dall’assoluta mancanza di tensione: se manca in un horror una componente se

13 Maggio 2006 15:48

Locandina THE FOG – NEBBIA ASSASSINA
di Rupert Wainwright; con Tom Welling, Maggie Grace, Selma Blair, DeRay Davis, Kenneth Welsh.

Tra poco, presumo, dovrebbe già uscire in dvd, e quindi voglio avvisarvi: The Fog (il remake, precisiamolo) è da perdere all’istante. Da dove incominciare? Beh, dall’assoluta mancanza di tensione: se manca in un horror una componente se non di orrore, almeno di tensione, claustrofobia (quella che non mancava affatto nell’originale del ’79), allora la situazione è abbastanza grave. The Fog – Nebbia assassina (complimentoni ancora alla distribuzione italiana per i sottotitoli stracult che riesce ad inserire in ogni film) è di rara piattezza. E pensare che il capolavoro di Carpenter è la base di partenza, ovviamente! Ad uno vien da dire sin da subito che non ci sarebbe confronto, ma vista la grandezza di quel film c’è anche da pensare che forse qualcosa di decente ne potrebbe uscir fuori. E invece il nulla. Non un attimo di cinema interessante (se non una sequenza, quella del prete “accerchiato” dai vetri: ma è una lucciola in un bosco nero), e una sensazione di puro tedio lungo tutta la visione. Dura solo 103 minuti, ma sembrano un’eternità. Rupert Wainwright aveva diretto Stigmate ed aveva avuto un buon successo: ma dopo questo floppone viene subito da rivalutarlo.
Inutile il cast, che richiama nei personaggi quelli del film di Carpenter (ma la povera Maggie Grace non può assolutamente competere con Jamie Lee Curtis, ovviamente): iniziando proprio da Tom “Smallville” Welling, che all’inizio si toglie la maglietta per mostrare i pettorali e gli addominali e poi non regala una sana espressione. Effetti digitali, che sanno d’artificio e di falsità, in confronto a quelli artigianali del ’79, che vincono senza problemi.
Dedicato alla memoria della mitica Debra Hill, che ha prodotto il film ed aveva prodotto con Carpenter (con cui ha avuto sempre una brillante collaborazione) l’originale, che non ha visto -per fortuna- il pessimo risultato finale…

Voto Gabriele: 2