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Venezia 2010: La Passione – La recensione del film di Carlo Mazzacurati

La passione (Italia 2010, Commedia) di Carlo Mazzacurati con Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Corrado Guzzanti, Cristiana Capotondi, Stefania Sandrelli, Kasia Smutniak. Gianni Dubois non fa film da più di cinque anni. Gli viene offerta la possibilità di girare un nuovo film con la stella della tv più in voga al momento, ma non riesce a

pubblicato 6 Settembre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 20:50

La passione (Italia 2010, Commedia) di Carlo Mazzacurati con Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Corrado Guzzanti, Cristiana Capotondi, Stefania Sandrelli, Kasia Smutniak.

Gianni Dubois non fa film da più di cinque anni. Gli viene offerta la possibilità di girare un nuovo film con la stella della tv più in voga al momento, ma non riesce a farsi venire in mente neanche uno straccio di idea per un soggetto. In seguito ad un incidente causato da lui che rovina un prezioso affresco del Cinquecento, Gianni è praticamente costretto per riparare il danno ad organizzare la messa in scena itinerante della Passione in occasione del Venerdì Santo. Peccato abbia solo cinque giorni…

Carlo Mazzacurati torna dietro la macchina da presa a tre anni dal discusso (ma dopotutto abbastanza riuscito) La giusta distanza. Un curioso giallo organizzato però per tutta la prima parte come una vera e propria commedia, con tanto di situazioni e battute comiche che colpivano nel segno. Non nuovo ad operazioni comiche comunque, Mazzacurati gira ora una vera e propria commedia, pura e semplice.

In realtà La Passione ha qualche obiettivo in più rispetto ad essere soltanto una “pura e semplice” commedia, e già lo spunto di base permette un livello di lettura chiaro. La figura del regista viene paragonato a quella di Cristo, ovviamente, con tanto di tradimento (da parte della creatività?), la Passione (la crisi creativa vera e propria), fino al Risorgimento (il ritorno dell’ispirazione).

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Ma a voler per forza leggere ne La Passione un lavoro convincente sul mestiere dell’artista, con tanto di allegorie e personaggi speculari a quelli del Vangelo, e con tanto di angeli custodi che giungono come deus ex machina, bisognerebbe dare ragione ai detrattori del film, che lo leggono come un’opera un po’ pretenziosa e che disperde le proprie potenzialità.

E allora perché non leggere semplicemente il film come una commedia decisamente riuscita e simpatica? Dopotutto il ritmo regge alla perfezione, la confezione ha un’alta dignità (grazie anche alla fotografia del solito grande Luca Bigazzi), e lo script è di quelli che presentano al loro interno tante situazioni e molte battute.

Non tutto fila liscio alla perfezione, ma La Passione è appunto un film talmente pieno di personaggi, dialoghi e gag che alla fine è praticamente impossibile non passare un paio di ore godibilissime. In questo senso il compito del regista viene portato a casa. E allora una battuta come “Anche Gesù non è indispensabile e può essere sostituito” resta una semplice (e nel contesto riuscita) battuta, senza troppi giri di ragionamenti sopra i massimi sistemi.

Silvio Orlando è bravo, lo sappiamo, ma questa volta l’accento va posto su altri due attori del cast. Battiston, di nuovo al lavoro con Mazzacurati, continua ad essere se stesso, genuino e divertente come sempre, e siamo sempre felici quando lo ritroviamo sul grande schermo. Dall’altra parte c’è un esageratissimo e grottesco Guzzanti nella parte di un meteorologo/attore con capigliatura alla Renato Zero e posticcio comportamento principesco che è tutto un programma: da morire dalle risate il momento in cui legge per la prima volta il copione, scritto a mano da alcuni bambini della scuola perché tutte le fotocopiatrici in città sono rotte…

Voto Gabriele: 7
Voto Simona: 7.5

Nelle sale italiane dal 24 settembre.

Festival di Venezia