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Cine-dizionario: entriamo nel mondo del doppiaggio, sonorizzazione e speakeraggio – Intervista con Verdiano Vera

Oggi per la rubrica Cine-Dizionario non vi proponiamo una semplice definizione ma un’intervista sul mondo del doppiaggio, sonorizzazione e speakeraggio. Ecco quindi delle domande a Verdiano Vera dello Studio Maia.1. Ciao Verdiano, vuoi presentarti e dire ai lettori di Cineblog cosa fai per lavoro? Certamente, io faccio l’editore musicale e il produttore discografico, ma sono

di carla
pubblicato 8 Febbraio 2011 aggiornato 28 Agosto 2020 18:29

Oggi per la rubrica Cine-Dizionario non vi proponiamo una semplice definizione ma un’intervista sul mondo del doppiaggio, sonorizzazione e speakeraggio. Ecco quindi delle domande a Verdiano Vera dello Studio Maia.

1. Ciao Verdiano, vuoi presentarti e dire ai lettori di Cineblog cosa fai per lavoro?
Certamente, io faccio l’editore musicale e il produttore discografico, ma sono cresciuto facendo il tecnico del suono e il sound designer. La mia attività ruota a 360 gradi intorno alla musica e all’audio. Il mio studio si chiama Maia. Un’attività che nasce più di 16 anni fa.

2. Di cosa si occupa principalmente lo Studio Maia?
Studio Maia è il nucleo intorno al quale ruotano diverse attività legate all’audio e alla musica. Lo Studio, che si trova a Genova, si occupa principalmente di produzioni discografiche, edizioni musicali, registrazioni, mixaggi, sonorizzazioni, doppiaggi e speakeraggi. Fra le tante cose che realizziamo spicca in quest’ultimo periodo un talent show televisivo dal titolo “Liguria Selection Music Show”. Organizziamo “La Lanterna D’oro”, un concorso canoro nazionale, “Dj Class Contest” un concorso per Deejay, ma abbiamo anche un’agenzia artistica e una scuola di musica. Realizziamo due programmi radiofonici, show case per artisti e workshop legati alla registrazione audio. Come se non bastasse, oltre ad occuparmi della gestione di queste attività legate alla musica, continuo sempre ad occuparmi in prima persona della mia vera passione: lo speakeraggio, il doppiaggio e la sonorizzazione di cartoni animati.

3. Cosa intendi per sonorizzazione e speakeraggio?
Per sonorizzazione intendo il progetto sonoro (sound design) di un cartone animato. All’inizio di qualsiasi progetto d’animazione, il regista solitamente ha in mano tanti disegni, alcune volte già ben definiti dagli animatori, altre volte semplicemente abbozzati. Man mano che il progetto cresce, i personaggi del film prendono vita, si muovono, camminano, parlano, gesticolano, muovono oggetti intorno a loro e quindi generano rumori, voci, passi, ecc… Ecco che allora interveniamo noi realizzando e progettando il suono. Qualsiasi elemento che si muove all’interno del film emette un suono: dall’ambiente alle voci, dai passi ai vestiti, dagli oggetti in movimento fino al respiro dei protagonisti. Noi realizziamo ogni singolo suono campionandolo dal vivo e sincronizzandolo alle immagini. Campioniamo gli ambienti con un sistema di registrazione mobile in stereo e in surround 5.1. Realizziamo gli effetti sonori e gli effetti speciali partendo da una semplice forma d’onda. Lo speakeraggio è invece la voce (solitamente fuori campo) di un filmato o di uno spot pubblicitario, del trailer di un film, di un documentario, di un filmato istituzionale, di un jingle radiofonico ma anche la voce di un giocattolo elettronico, di un computer parlante, di un audio guida, di un navigatore, di un videogame, di un annuncio in un supermercato, ecc.

4. Qual è il lavoro più divertente che avete fatto?
Essendo il mio lavoro una passione, di lavori divertenti ne ho fatti davvero tanti. Fra i lavori in cui mi sono divertito di più c’è, guarda caso, proprio la sonorizzazione di un cartone animato. Si tratta di un cortometraggio ambientato a Genova realizzato da Art Five: “Il re dell’isola”. Quel cartone animato l’ho visto nascere. Abbiamo realizzato prima di tutto le voci, proprio il contrario di come accade per il doppiaggio dei film. Sulla registrazione delle voci, gli animatori hanno creato i personaggi del cartone animato e successivamente noi abbiamo creato il sound design. Fra gli altri lavori divertenti, ho lavorato per più di un anno alla produzione di suonerie per cellulari per conto di una ditta di telecomunicazioni con sede a Madrid. Avevo in mano l’ideazione e la realizzazione di suonerie comiche in multilingua da realizzare con il coinvolgimento di molti attori. Quello è stato un lavoro davvero divertente. Si trattava di registrare brevi barzellette o brevi scketch simpatici per poterli trasformare in suonerie, segreterie telefoniche e sveglie originali e divertenti. Mi sono divertito moltissimo anche a realizzare l’audio e il suono di alcuni giocattoli elettronici parlanti come il Rubik Revolution o il computer Loney Tunes di Mac Due.

5. E quello più difficile?
Ogni lavoro fatto per la prima volta è sempre molto difficile. Adesso, se i lavori non sono difficili, non mi divertono più. Una delle mie qualità è proprio quella di cercare sempre un insegnamento nuovo da tutto ciò che faccio. Quindi, quando incontro un ostacolo sul mio lavoro, prendo tempo con il cliente, mi documento, studio, provo, lavoro sodo, e alla fine lo supero. E ti dirò di più: riesco a farlo sempre molto bene.

6. Per il doppiaggio ad esempio: quali sono i problemi maggiori che riscontrate?
Sembrerà strano, ma all’inizio, l’ostacolo più frequente che mi si presentava nel fare un doppiaggio, era il corretto posizionamento dell’attore. L’attore deve stare alla giusta distanza dal monitor nel quale vengono trasmesse le immagini da doppiare. Deve avere le cuffie per ascoltare l’audio originale ma deve anche ascoltare la sua voce registrata. Mentre legge il copione posto su un leggio, rigorosamente ben illuminato, deve poter vedere con la coda dell’occhio il labiale dell’attore originale del film per poterne ricalcare i movimenti della bocca. Contemporaneamente, deve vedere bene anche il fonico per poter dialogare con lui durante la registrazione. Come se ciò non bastasse, anche il fonico in regia deve vedere le stesse immagini che vede il doppiatore in sala e audio e video devono essere perfettamente sincronizzati con un time code al millesimo di secondo. Sembra tutto molto complicato, ma una volta che lo sai fare, diventa tutto automatico. Adesso, all’interno di Studio Maia, gli unici ostacoli che posso trovare in fase di doppiaggio, possono essere i doppiatori poco preparati o i tempi di realizzazione troppo stretti. Tecnicamente Studio Maia offre tutto il confort e tutta la tecnologia necessaria per svolgere questo genere di lavori anche per conto di grosse produzioni cinematografiche.

7. Il lavoro di cui andate più fieri?
Se devo parlare in ambito di sonorizzazione, doppiaggio e speakeraggio, i lavori di cui vado più fiero sono a pari merito tutti i nostri lavori in surround 5.1, dagli spot per la Nikon usciti in tutte le sale cinematografiche mondiali agli ultimi DVD musicali dei concerti che stiamo producendo per conto di alcune etichette discografiche.

8. Cosa ne pensi del doppiaggio italiano? C’è l’eterna discussione di gente che preferisce vedere film e serie tv stranieri con sottotitoli… capisco che è una domanda contro il tuo lavoro ma che ne pensi?
Io penso che la maggior parte degli italiani non abbiano voglia di leggere i sottotitoli, (io sono uno di quelli). E penso che, se un doppiaggio può togliere espressività al film originale, i sottotitoli spesso tolgono ancora di più, in quanto risulta fisicamente difficile godersi le immagini mentre si leggono i testi. Il mio lavoro non è solo il doppiaggio fortunatamente. Genova purtroppo offre molto poco nel settore cinematografico rispetto ad altre città. Studio Maia ha l’onore di essere annoverato fra i fornitori di Mediaset per gli speakeraggi proprio perchè in Liguria è uno dei pochi studi di registrazione (se non l’unico) in grado di offrire un servizio del genere ad un livello così alto, ma sarebbe difficile se non impossibile, per uno studio professionale come Studio Maia, sopravvivere di solo doppiaggio essendo dislocato a Genova.

9. Quali studi servono per entrare nel mondo del doppiaggio?
Vuoi dare qualche dritta ai nostri lettori che sognano una carriera in questo tipo di ambiente? Il mestiere del doppiatore comincia quasi sempre con la recitazione. Per fare il doppiatore, occorre prima di tutto essere un bravo attore. Per chi ritenesse di avere talento, di avere passione, e di avere tutte le carte in regola per fare una carriera in questo senso, il mio consiglio è quello di non stare ad aspettare di essere notati da qualcuno, ma di fare tutto il possibile per farsi notare provando più strade e cercando più esperienze possibili.

Ringrazio Verdiano per la disponibilità, nella foto ad inizio post lo Studio A ®