Home Recensioni X-Men: l’Inizio: Recensione in Anteprima

X-Men: l’Inizio: Recensione in Anteprima

5 anni dopo il deludente X-Men: The Last Stand tornano i celebri mutanti Marvel con X-Men 4. Ecco la nostra recensione!

pubblicato 7 Giugno 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 11:31

X-Men: l’Inizio (X-Men: First Class, Usa, 2011) di Matthew Vaughn; con James McAvoy, Michael Fassbender, Rose Byrne, Jennifer Lawrence, January Jones, Nicholas Hoult, Oliver Platt, Jason Flemyng, Lucas Till, Edi Gathegi, Kevin Bacon, Caleb Landry Jones, Zoë Kravitz, Bill Milner, Morgan Lily, Álex González, Laurence Belcher, Ray Wise, David Crow, Russell Balogh, Graham Curry, Duncan JC Mais, Johnny Nguyen, Rebecca Walsh

5 anni dopo il deludente X-Men: The Last Stand, e tralasciando lo spin-off Wolverine, in casa Fox si sono finalmente decisi a rispolverare i mutanti più celebri del mondo dei fumetti. Portati in sala 11 anni fa da Brian Singer, padre dei primi due indimenticabili capitoli e qui autore del soggetto e produttore, gli X-Men provano infatti a rilanciare un franchise che si credeva finito, dopo il non esaltante risultato ottenuto da Ratner nel 2006. Per riuscire nell’impresa è stato chiamato uno dei registi più promettenti su piazza, ovvero quel Matthew Vaughn prima snobbato con l’ottimo Stardust e dopo giustamente esaltato con lo splendido Kick-Ass. Risultato? L’allievo è riuscito a battere il maestro. Perché X-Men: l’Inizio è forse il miglior episodio dell’intera saga.

Cavalcando l’onda del ‘Begins’ di nolaniana memoria, Vaughn ha ridisegnato i tratti degli X-Men, raccontandoci le loro origini, la loro storia, la loro scoperta, nascita ed evoluzione. Nel farlo si è affidato ad un cast di giovanissimi, capitanato da due straordinari attori come James McAvoy e Michael Fassbender, per poi rispolverare dalle ceneri hollywoodiane un Kevin Bacon mai così cattivo e affascinante.

X-Men-First-Class-WALLPAPER2

Chi erano Professor X e Magneto prima di ‘diventare’ Professor X e Magneto? E come sono nati gli X-Men? Rispondendo a questi due semplici quesiti, Jane Goldman, Ashley Miller, Zack Stentz e Jamie Moss, partendo da un soggetto di Brian Singer, hanno dato vita al reboot dell’anno. Perché X-Men: l’Inizio resuscita in maniera spettacolare uno dei franchise Marvel più amati di sempre. Tralasciando le ‘libertà’ prese dagli autori rispetto all’originale su carta, X-Men 4 ha infatti il merito di convincere sotto tutti i punti di vista.

Riportando la storia agli anni della Guerra Fredda, Vaughn tratteggia un mondo dilaniato dall’odio, dalla paura del diverso, rappresentato dal Comunismo. I russi sono il nemico numero uno, una guerra nucleare è alle porte, il mondo è al collasso. L’umanità ancora una volta conferma la propria natura guerrafondaia, alimentata da odio e paura. In un contesto simile Vaughn semina mutanti, sparigliando il campo da gioco. Perché nel momento stesso in cui il mondo scopre la loro esistenza, decisiva per la salvezza stessa dell’umanità, sono proprio loro a diventare i nemici da abbattere. I diversi da sterminare. Nel costruire la trama, dal punto di vista della scrittura semplicemente impeccabile, il regista gioca su più piani narrativi, soppesando con astuzia e sapienza due personalità tanto forti quanto differenti. Quella di Professor X e Magneto, ovvero Charles Xavier ed Erik Lensherr, inizialmente amici, ‘fratelli’, ed infine nemici. Uno saggio, riflessivo e in difesa della Terra, l’altro impulsivo, vendicativo, assetato di potere e intento a sconfiggere la razza umana, perché inferiore. Grazie anche all’interpretazione magistrale di James McAvoy e Michael Fassbender, X-Men 4 ruota completamente attorno a queste due straordinarie figure, segnate da un passato tanto ingombrante quando differente.

Vaughn e la sua squadra di sceneggiatori sono riusciti nell’impresa di modellare le varie sfaccettature di queste due complesse personalità, perdendo di vista alcuni personaggi resi così ancor più secondari di quanto si potesse pensare. A non rientrare in questa ‘squadra’ Bestia, a cui Vaughn regala una trasformazione in soggettiva da urlo, Mistica, Emma Frost e un ritrovato Kevin Bacon, autentico mostro di perfidia. Prima nazista, poi semplicemente pazzo, è lui a segnare la vita di Erik Lensherr, alias Magneto. Incalzante ed avvincente, ricco di colpi di scena e impreziosito da un divertente cameo di Hugh Jackman, X-Men: First Class perde colpi solo nel finale, per via di effetti speciali particolarmente ‘deboli’ (soprattutto quando sono chiamati a rendere credibili i voli di Banshee) , figli di una produzione arrivata agli ultimi minuti probabilmente priva di risorse. 160 i milioni di dollari spesi, rispetto ai quasi 300 del terzo deludente capitolo, per un titolo che conferma le innegabili qualità di un regista, Matthew Vaughn, che supera a pieni voti l’esame di maturità hollywoodiana.

Dinanzi ad un rilancio simile appare inoltre sempre più evidente che altri due altri spin-off, oltre a quello già partito di Wolverine, debbano prendere vita. Perché con due straordinari attori come James McAvoy e Michael Fassbender sarebbe un suicidio non interessarsi esclusivamente ai loro complessi e conturbanti personaggi, con due film ad hoc su Professor X e Magneto. Nell’attesa, sperando che questo primo capitolo sia solo il principio di una nuova trilogia, possibilmente interamente diretta da Matthew Vaughn, brindiamo pure al miracolo, perché non solo gli X-Men sono tornati, ma sono letteralmente rinati, ancor più convincenti di prima.

Uscita in Sala: 8 giugno
Qui il trailer Italiano
Voto Federico: 7,5
Voto Simona: 7.5 (voto dato senza poter fare alcun paragone con i fumetti Marvel)
Voto Gabriele: 8