Home Recensioni I Pinguini di Mr. Popper: Recensione in Anteprima

I Pinguini di Mr. Popper: Recensione in Anteprima

Atteso ritorno in sala per Jim Carrey, protagonista assoluto de I Pinguini di Mr. Popper. Qui da noi recensito…

pubblicato 2 Agosto 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 10:08

Che fine ha fatto Jim Carrey? Re del botteghino di fine anni 90 e inizio anni 2000, l’attore americano ha intrapreso una strada alquanto particolare, e sinceramente impensabile, almeno fino a pochi anni fa. Perché dopo il mediocre Yes Man, del 2008, per Carrey c’è stata l’esperienza in motion capture con A Christmas Carol e il ‘boicottato’ e sottovalutato Colpo di fulmine – Il mago della truffa. Ecco perché c’era particolare attesa nei confronti di questo I pinguini di Mr. Popper, adattamento per il grande schermo dell’omonimo romanzo per ragazzi scritto nel 1938 da Richard e Florence Atwater. Un ritorno alla commedia vera e pura per la leggendaria ‘maschera’ di Hollywood, tornata ad incrociare animali, in questo caso pinguini, 17 anni dopo il boom di Ace Ventura. Eppure qualcosa si è rotto.

Perché del Carrey demenziale, irriverente e irresistibile di un tempo ci sono rimaste solo le smorfie, e le sue inimitabili espressioni di plastica. Con I pinguini di Mr. Popper l’attore intraprende infatti una carriera inedita, alla ‘Eddie Murphy’, pensata per conquistare i più piccoli. Rischiando di deludere i fan storici, e di non coinvolgere più di tanto le ipotetiche nuove conquiste. Come successo con Eddie, Re del box office degli anni 80, il rischio per Carrey è di iniziare un nuovo ‘corso’, per poi rimanerne ingabbiato, bruciando una carriera che fino a 10 anni fa sembrava destinata a vette di tutt’altro tipo.

Il mattatore della commedia degli ultimi 20 anni, diretto dal padre di un cult come Mean Girls, ma anche regista dell’ottimo Spiderwick – Le cronache, ovvero Mark Waters. Gli ingredienti per assistere ad un ritorno in grande stile di Jim Carrey c’erano tutti, se non fosse per l’evidente volontà della Fox di realizzare un titolo vietato ai maggiori di 14 anni. Una scelta che ha fruttato circa 120 milioni di dollari al botteghino, dopo esserne costati 60, finendo per trasformare il film in qualcosa di più che accettabile, almeno dal punto di vista degli incassi.

Perché qualitativamente parlando, purtroppo, I pinguini di Mr. Popper lascia molto a desiderare. Tralasciando la sceneggiatura, talmente surreale e inzeppata di buchi da non meritare neanche troppa attenzione, il film, che sceglie volutamente un’aurea da ‘favola’ moderna, inciampa su un ritmo e su una serie di gag che, con il Carrey d’annata, c’entrano poco o nulla. Facendo storcere più di qualche bocca. Perché il personaggio interpretato dall’attore rasenta il ‘Murphy’ di quest’ultimo decennio, interessato più all’assegno della produzione che alla propria carriera, difatti affogata tra commedie smielate da diabete lancinante.

Promossa la CGI, con pinguini credibili nelle scene più impensabili e palesemente riprodotte al computer, la pellicola vede un Carrey per troppo tempo frenato, limitato al campionario ‘tipo’ delle sue mille espressioni, con gag che troppo spesso fanno tutto tranne che ridere, a meno che, come detto, non abbiate tra i 7 e i 14 anni. Se la regia di Waters non decolla quasi mai, escludendo alcune rare scene, come il ‘Guggenheim’ versione AcquaFan, fermandosi così al compitino medio di una commedia per famiglie, è il quadro generale a funzionare a tratti, spingendo spesso sull’acceleratore delle emozioni più semplici e banali, con la colonna vertebrale della pellicola orientata a sottolineare l’importanza della famiglia, tra l’altro in un contesto sfacciatamente natalizio che stride e non poco con l’uscita ferragostiana italiana. Al centro della trama abbiamo infatti lui, Mr. Popper, uomo d’affari in rampa di lancio cresciuto con l’ingombrante ombra del padre dietro le proprie spalle, perché partito in veste di esploratore negli anni della sua adolescenza e mai più tornato. ‘Padre’ e marito fallito, con un matrimonio naufragato e una solitudine sociale che lo attanaglia, Popper si dedica essenzialmente solo e soltanto al suo lavoro, fino a quando sei pinguini, per motivi che non vi staremo qui a spiegare, perché rischieremmo di spoilerare troppo, ‘busseranno’ alla sua porta di casa, cambiandogli la vita…

Partito in sordina, e pian piano cresciuto, ma aihnoi senza mai decollare realmente, I Pinguini di Mr. Popper merita la visione quasi solo per lei, la leggendaria Angela Lansbury, da troppi anni ‘stella’ dimenticata da Hollywood e qui felicemente ritrovata, in un continuo alternarsi di gag da cinepanettone, con degli incontinenti Pinguini protagonisti, e le solite irresistibili facce di Carrey, qui mattatore dimezzato, per via di un film che con la sua filmografia, purtroppo, non ha davvero nulla a che fare.

Uscita in sala: venerdì 12 agosto 2011
Qui il trailer italiano
Voto Federico: 5,5
Voto Carla: 6
(Jim Carrey oscurato dai pinguini, i veri protagonisti del film: sono veramente adorabili!)

I pinguini di Mr. Popper (Mr. Popper’s Penguins, Usa, film 2011) di Mark Waters; con Jim Carrey, Carla Gugino, Ophelia Lovibond, Philip Baker Hall, Angela Lansbury, James Tupper, Maxwell Perry Cotton, James Chen, Olga Merediz, Curtis Shumaker, Rafael Osorio