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Locarno 2011 – Red State: la recensione in anteprima

Leggi la recensione di Red State, in anteprima da Locarno 2011

pubblicato 12 Agosto 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 09:41

Tre amici organizzano una serata trasgressiva con una donna conosciuta su internet. L’appuntamento che doveva aprire le porte del sesso di gruppo, si rivela una trappola per i tre ragazzi. La donna, apparentemente disponibile a soddisfare le loro curiosità, è in realtà membro della setta del Pastore Cooper, un fanatico religioso deciso a mondare la società dal male lavandola con il sangue dei peccatori. Alla caccia di Cooper c’è però l’agente speciale Keenan, sempre in bilico tra la sua coscienza e gli ordini perentori che riceve dai suoi superiori.

Che Kevin Smith non abbia particolarmente in simpatia un certo modo di fare religione era già chiaro ai tempi del controverso film Dogma, ma con Red State sceglie di calcare l’acceleratore sui temi del fondamentalismo religioso in chiave horror.

Smith non si perde in lunghe introduzioni e arriva subito al dunque, il peccato dei tre ragazzi deve essere punito col sangue e pervertiti come loro non sono degni della pietà cristiana, questa la tesi del pazzo reverendo Cooper. Ne segue un assedio serratissimo con le forze dell’ordine, appostate fuori dalla villetta adibita a cappella dove si ritrova la congregazione di religiosa.


Red State

Ci si aspetterebbe quindi un classico scontro tra buoni e cattivi, tra assediati e assediatori, tra indiani e cowboys, ma i conti non tornano. All’interno della casa ci sono anche donne e bambini, ma la notizia non cambia gli ordini che arrivano dall’alto. Uccidere tutti, uccidere senza pietà. I fanatici religiosi sono terroristi e per loro non ci deve essere scampo. L’unico baluardo di senso è conservato nella coscienza dell’agente speciale Keenan, che sa di non poter sottrarsi da ordini che non vorrebbe dover eseguire.

Red State risulta un film inaspettato, spiazzante e che colpisce basso sia un pubblico credente che uno lontano dalla fede. Il politicamente corretto è una categoria che non viene nemmeno presa in considerazione da Smith, che racconta una storia di realtà manipolata dai media e filtrata dalla fede più cieca. Dopo un lungo stallo, l’assedio trova uno sviluppo grazie a un colpo di genio, forse una delle idee più folli della strampalata carriera di Kevin Smith, ricca di trovate più o meno assurde e geniali, ma ovviamente è (auto)imposto il silenzio assoluto, per rischio di spoiler catastrofici.

Giganteggia sul cast il solito John Goodman, grazie a un personaggio insolitamente dinamico rispetto ai suoi standard e dalla personalità ricca di conflitti, sfumature e contraddizioni. Splendida, e tremenda, Melissa Leo nuovamente alle prese con una madre arpia dopo la grande prova di The Fighter e inquietante la prova di Michael Parks nei panni dello scatenato predicatore Abin Cooper.

Un peccato sapere che Kevin Smith, dopo un inizio folgorante seguito da tante prove incolore, abbia dichiarato che dopo Red State ci sarà per lui un solo altri film e poi sceglierà di ritirarsi dal mondo della regia. Ci ripenserà?

Il film uscirà nelle sale americani il 19 ottobre, ancora presto per quella italiana. Qui potete vedere il trailer red band.

Voto Carlo 7,5

Red State (Red State, thriller/horror, Usa 2011) Regia di Kevin Smith. Con John Goodman, Michael Angarano, Melissa Leo, Jennifer Schwalbach Smith, Kyle Gallner, Kevin Pollak, Anna Gunn, Stephen Root, Nicholas Braun, Kevin Alejandro, Kerry Bishé, Michael Parks, Kaylee DeFer, Haley Ramm, Ralph Garman, Matt L. Jones, Deborah Aquila, Betty Aberlin, John Lacy, James Parks, Gary Sievers, Robert Paul Taylor, Molly Livingston, Ronnie Connell, Shawn Driscoll, Carryl Lynn, Elizabeth Tripp, Tim Isenman, Jeffrey T Ferguson, Robert McEvilly

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