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Venezia 2011: Terraferma – La recensione in anteprima del film di Emanuele Crialese

Emanuele Crialese porta il film Terraferma al Festival: ecco la recensione di Cineblog

pubblicato 5 Settembre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 08:43

Ernesto ha 70 anni, vorrebbe fermare il tempo e non vorrebbe rottamare il suo peschereccio. Suo nipote Filippo ne ha 20, ha perso suo padre in mare; suo zio Nino ha smesso di pescare pesci per catturare turisti. Sua madre Giulietta, giovane vedova, sente che il tempo immutabile di quest’isola li ha resi tutti stranieri e che non potrà mai esserci un futuro né per lei, né per suo figlio Filippo. Un giorno il mare sospinge nelle loro vite altri viaggiatori, tra cui Sara e suo figlio. Ernesto li accoglie: è l’antica legge del mare. Ma la nuova legge dell’uomo non lo permette e la vita della famiglia Pucillo è destinata ad essere sconvolta e a dover scegliere una nuova rotta…

Lampedusa, Ellis Island ed ora Linosa. L’isola e il mare sono elementi che ritornano nei film di Emanuele Crialese. I personaggi si tuffano, galleggiano (anche nel latte), nuotano. La stessa idea di isola porta in sé una condizione esistenziale forte, e pare racchiuderla in sé il titolo del quarto film del regista italiano battezzato dal Sundance: Terraferma. Ovvero l’arrivo di chi è emigrato, ma anche qualcosa di ancorato a tradizioni. Non a caso Respiro, il film che più si avvicina a questo, sembrava a suo modo girato in un posto ben ancorato alle sue tradizioni, ma anche sospeso in un tempo “altro”, quasi magico, metaforico quanto certe immagini di Nuovomondo.

Tanto Lampedusa non veniva mai citata nell’opera seconda del regista, tanto non è citata Linosa. Ancora una dichiarazione d’intenti, per raccontare un dramma attuale: quello dell’immigrazione. Per creare il personaggio della giovane madre nuovamente incinta che si è salvata dalle acque del mare assieme al figlio, Crialese ha voluto Timnit T., una donna che conobbe nel 2009 e che fu tra le poche sopravvissute di 80 eritrei che avevano tentato di sbarcare a Lampedusa, ma erano stati respinti.

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Valeria Golino/Grazia in Respiro, Charlotte Gainsbourg/Lucy in Nuovomondo, ora Giulietta e Sara in Terraferma: Crialese ci ha sempre regalato dei bei ritratti femminili. In questo caso ci descrive la complicità che viene a crearsi tra Sara, che deve arrivare fino a Torino dove lavora il marito, e Giulietta, che sogna un’altra vita in un altro posto, anche per il figlio Filippo (“Neanche l’italiano sai parlare!”). Rompere le tradizioni per cambiare nuovamente aria, magari ricominciare da capo, rischiando il tutto e per tutto: ma se Sara è già in cammino, forse perché ha tutto da guadagnare, Giulietta deve spiccare ancora il volo e tagliare il cordone ombelicale…

Ha tra le mani una storia forte, Emanuele Crialese, che con Terraferma si conferma uno tra gli autori più brillanti a livello stilistico che abbiamo in Italia. Pochi registi sanno usare come lui la macchina da presa, troppo legati al concetto di sceneggiatura e costruzione intimista dei personaggi dimenticando il piacere degli occhi e delle orecchie. Da questo punto di vista Crialese non può che regalarci nuovamente un prodotto stimolante, in cui colori e musiche si mixano a volte meravigliosamente, ma qualcosa invece non va proprio nella storia.

Terraferma comincia benissimo, ha dalla sua dei momenti fortissimi (si veda la scena della barca assalita di notte dagli immigrati), tocca corde importanti nel trattare la complicità femminile tra le due protagoniste, ma non riesce ad amalgamare assieme tutti gli spunti che mette in gioco. Per dire: quando finisce, ci si aspetta in realtà che Terraferma continui, perché non sembra per niente aver chiuso il suo cerchio, e pare avere molte altre cose da dire. Ma l’ultima inquadratura, anche se suggestiva, arriva fin troppo in anticipo a chiudere una pellicola a cui sembra mancare una parte.

Non sappiamo cosa possa essere successo, ovviamente, ma il risultato di Terraferma è quello di un lavoro tirato via. Con un gran bel potenziale, ma deludente nel non saper restituire le emozioni dei film precedenti. Sarà che il tema dell’immigrazione è rischioso per qualunque autore di questi giorni, e sarà pure che Respiro forse aveva già detto tutto sul magnifico e contraddittorio “mondo” delle isole… Brava la Finocchiaro, mentre sempre per il discorso di prima sono sprecati i personaggi di Ernesto e Nino, che trattati così restano solo delle “suggestioni” non approfondite.

Voto Gabriele: 6

Terraferma (Italia, Francia 2011 – Drammatico 88′) di Emanuele Crialese con Donatella Finocchiaro, Beppe Fiorello, Martina Codecasa, Claudio Santamaria, Filippo Pucillo, Mimmo Cuticchio, Tiziana Lodato, Titti, Robel Tsagay.

Dal 7 settembre al cinema.

Fotogalleria e note di produzione del film
Il Trailer
Editoriale di Italo Moscati