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Venezia 2011: I’m Carolyn Parker – il trailer e la recensione del documentario di Jonathan Demme

L’uragano Katrina e la storia di Carolyn Parker nel documentario I’m Carolyn Parker di Jonathan Demme: ecco la recensione di Cineblog da Venezia.

pubblicato 6 Settembre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 08:42


Carolyn Parker fu l’ultima a lasciare il suo quartiere quando un ordine di evacuazione obbligatorio fu decretato in seguito all’avvicinamento dell’uragano Katrina a New Orleans nell’estate del 2005. Finita l’alluvione, la signora Parker fu la prima a tornare nel quartiere devastato con in mente quello che molti pensavano essere il “sogno impossibile” di ricostruire la propria casa. Il documentario è il ritratto di una donna straordinaria, e allo stesso tempo il ritratto di una famiglia unita per ottenere giustizia.

Non abbiamo mai nascosto il nostro amore assoluto per l’autore de Il silenzio degli innocenti e Rachel sta per sposarsi. È uno di quei registi americani, assieme a molti altri (De Palma in primis) che, per diversi motivi, hanno poco o nulla ancora a che fare con Hollywood. Spesso gli autori che finiscono “male”, dopo anni di onorata carriera nella città degli angeli, fanno fatica a farsi finanziare progetti, combattono contro un sistema crudele e potente fatto di denaro e cifre.

Lo stesso Demme probabilmente non avrà più lo stesso margine di libertà economico di un tempo, ma ne ha guadagnato (anche più di prima) il suo sguardo sul mondo e sul mezzo cinematografico. Si è visto un film americano più libero (di giocare, di improvvisare, persino di ballare) di Rachel sta per sposarsi negli ultimi anni? E si è visto un documentario-concerto più intimo, “povero” nei mezzi ma grande di cuore di Neil Young Trunk Show? Se la risposta è sì non avete centrato il bersaglio: non vogliamo fare classifiche, e non siamo qui per imporre una idea.

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Vogliamo solo rendere giustizia al lavoro di uno tra i più importanti registi americani di sempre che non vuole più averne a che fare dei budget milionari (perché non lo vogliono più o perché è lui stesso a non volerli, o entrambe le cose) ed ha trovato una sua dimensione serena, creativa e tranquilla. Tant’è che è un autore impegnatissimo, sia sul versante documentaristico che su quello fiction (e meno male che ha rinunciato del tutto all’idea di dire addio ai lungometraggi di finzione). Ed eccoci quindi a questo I’m Carolyn Parker, con un sottotitolo che è tutto un programma (The Good, The Mad and the Beautiful).

Primo di una serie di documentari che Demme dedicherà agli abitanti di New Orleans, il film si basa su un lunghissimo periodo di riprese che va dal 2006 al 2010. Demme capita nel Lower 9th Ward poco tempo dopo l’alluvione che ha devastato la città, ed entra nella casa di Carolyn, che vive con il fratello e i due figli. Ben presto però la donna dovrà andare a vivere in un container, ma in quella casa c’ha lasciato il cuore: ed inizia una lotta contro il sistema per poter tornare a vivere come un tempo. Una lotta che ricorda non a caso quelle contro la segregazione…

Ecco: I’m Carolyn Parker è un altro documentario molto intimo. Jonathan Demme segue dall’interno l’evolversi della storia e della lotta della donna protagonista, e ne descrive allo stesso tempo un travolgente e a tratti commosso ritratto. Certo, gran parte della riuscita del film è data dalla natura stessa di Carolyn, una donna forte, piena di energia e amor proprio (e piena di umorismo: grazie a lei si ride anche parecchio, come nel momento in cui racconta la “minaccia” ad un operaio che le aveva sistemato male una finestra), che non accetta di farsi mettere i piedi in testa da nessuno e vuole arrivare ai suoi obiettivi: che ruotano tutti attorno al concetto di vivere una vita in tranquillità.

Cinque anni per un totale di ventuno visite. Il regista non aveva di certo previsto un risultato del genere, a conferma di un cinema liberissimo, in fieri, e per questo anche sempre imprevedibile e sorprendente. I’m Carolyn Parker ridà linfa al concetto stesso di “documentario”: ovvero riprendere la realtà e restituirla allo spettatore, così com’è. Ma sempre attraverso l’occhio e la visione del mondo del regista: in questo caso la visione di un regista umile che incontra una donna umile. Il matrimonio tra le due personalità dà vita ad un lavoro urgente, divertente, toccante e pieno di voglia di vivere, nonostante tra i fotogrammi aleggi anche l’aria della morte e dell’odio che Carolyn ha dovuto affrontare.

Voto Gabriele: 8

I’m Carolyn Parker: The Good, the Mad and the Beautiful (Usa 2011 – Documentario 91′) di Jonathan Demme

Al momento in cui pubblichiamo non sappiamo l’eventuale data di uscita nelle sale italiane.

Due clip dal film e l’intervista a Caroline Parker

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