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Lo sconosciuto del lago: recensione in anteprima

Arriva in Italia il “film scandalo” del Festival di Cannes 2013: Lo sconosciuto del lago di Alain Guiraudie. Film queer che ragiona sul confine tra desiderio e morte, ricco di sesso esplicito: una delle sorprese dell’anno. Vincitore della Queer Palm.

pubblicato 18 Settembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 09:52

Lo sconosciuto del lago tratta di cruising, e va da sé che la mente vola al 1980, a quel Cruising che tanto fu criticato, che tanto aveva detto all’epoca e tanto continua a dire ancora oggi. Qualcosa è cambiato, certo: basta vedere come veniva accolto il film di Friedkin all’epoca, attaccato soprattutto dalla stessa comunità gay, e come è stato accolto in patria il film di Guiraudie, attaccato per il suo manifesto in cui s’intravede una fellatio in lontananza.

In entrambi i casi le opere venivano attaccate con la superficialità tipica di chi il film o non lo ha visto o non l’ha capito. E in entrambi i casi la situazione fa un po’ paura: perché alla fin fine, ieri come oggi, un film del genere continua a far paura. Forse a suo modo è giusto così, visto che Cruising e Lo sconosciuto del lago sono due film sulle paure di una comunità, e sulle conseguenze che queste paure comportano.

La riva di un lago, in estate, è il punto d’incontro della comunità gay in cerca di sesso occasionale. Tra i frequentatori più assidui c’è il giovane Franck, che presto si innamora dell’uomo più ambito della spiaggia, Michel. Anche quando scopre che Michel nasconde un segreto sconvolgente, Franck sceglie di affrontare il pericolo e vivere la sua passione fino in fondo…

Alain Guiraudie è il regista dello strampalato Le roi de l’évasion, passato a Cannes nel 2009 e poi visto in concorso a Torino. Un film pieno di sesso e ironia, per chi scrive non così compiuto. Almeno non così compiuto come Lo sconosciuto del lago, che invece mi pare riuscitissimo sia nell’uso di ironia e tensione sia nello studio dei personaggi e della materia che sta trattando.

A Cannes ha fatto discutere per le scene di sesso gay, ovviamente, compresi un’eiaculazione ed un pompino in dettaglio. Poi i personaggi sono praticamente sempre nudi. In Italia immaginiamo che non si parlerà d’altro, ovviamente, eppure Lo sconosciuto del lago invita ad andare al di là. Invita soprattutto la comunità gay a liberarsi di ogni sovrastruttura per (ri)tornare alla libertà assoluta: senza vestiti, senza giustificazioni dei propri comportamenti, senza nulla.


Franck (che ha le sembianze timide e delicate di Pierre Deladonchamps) diventa amico di Henri, un uomo in carne che se ne sta sempre in disparte e ha paura persino di andare in acqua. Franck ogni giorno va a salutarlo, chiacchiera con lui. Poi, quando vede Michel (il macho Christophe Paou), lo saluta e se ne va, senza troppi giri di parole: lui al lago ci va per il sesso. Henri lo sa bene. Ancora oltre: Franck scopre – in una scena che sembra arrivare direttamente da un film di Hitchcock – che il suo amante non è quel che pensava fosse. E se ne invaghisce ancora di più.

Lo sconosciuto del lago diventa quindi un thriller queer che ragiona sul sottile confine che delinea il desiderio e il pericolo. In questo caso il confine che separa il sesso e la morte, una scopata e il rischio di venire ammazzati. Franck è disposto a tutto pur di stare con il suo oggetto del desiderio, che da metà film in avanti assume un’aura di minaccia estremamente accattivante e sì, a suo modo sensuale.

Guiraudie ha il dono di dirigere con mano leggera, nonostante la tematica e nonostante l’apparente scabrosità del tutto. La sua ironia a tratti è addirittura stralunata, mentre il film scivola sempre di più verso un’atmosfera notturna e plumbea che può lasciare anche spiazzati. In questo, Lo sconosciuto del lago assomiglia un po’ a Tom à la ferme di Xavier Dolan, e c’aspettiamo che prima o poi qualcuno ci faccia un double bill con queste due opere.

Anche nel film di Dolan s’instaura nel protagonista un meccanismo per il quale resta nella fattoria, nonostante fiuti il pericolo (di venir picchiato oppure ammazzato). Ne Lo sconosciuto del lago Franck fiuta il pericolo, fiuta la morte, e ciò lo stuzzica come e più di prima. Il rischio lo eccita, e proprio quel rischio che lo separa ogni volta dall’atto sessuale con Michel lo “costringe” a non scappar via. Nonostante sappia bene che potrebbe rimetterci la pelle da un momento all’altro.

Scandaloso ed erotico, divertente e a suo modo teso: ve ne diranno di tutti i colori su Lo sconosciuto del lago. Tutto vero, tutto giusto. Ma si tratta soprattutto di un film mai visto prima, forse addirittura assolutamente inedito nel cinema queer. Per questo molto probabilmente si è portato a casa una sacrosanta Queer Palm a Cannes 2013, battendo pure La vita di Adele. Che non è certo un titolo poco fondamentale nel cinema gay, anzi…

Voto di Gabriele: 9

Lo sconosciuto del lago (L’inconnu du lac, Francia 2013, drammatico 97′) di Alain Guiraudie; con Pierre Deladonchamps, Christophe Paou, Patrick Dassumçao, Jérôme Chappatte, Mathieu Vervisch, Gilbert Traina, Emmanuel Daumas, Sébastien Badachaoui, Gilles Guérin, François Labarthe. Qui il trailer. Uscita in sala il 26 settembre 2013.

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