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Roma 2011 – Un giorno questo dolore ti sarà utile: Recensione in Anteprima

L’occasione di una vita, arrivata alla soglia dei 68 anni. Nell’anno dell’esordio americano di Paolo Sorrentino Roberto Faenza vola a New York per girare uno dei suoi pochi titoli ad ‘alto’ budget, con tanto di Premio Oscar nel cast. Un giorno questo dolore ti sarà utile si è mostrato alla stampa nella penultima giornata del Festival Internazionale del Film di Roma. Ricevendo tiepidi ma probabilmente inattesi applausi.

pubblicato 2 Novembre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 07:08



L’occasione di una vita, arrivata alla soglia dei 68 anni. Nell’anno dell’esordio americano di Paolo Sorrentino Roberto Faenza vola a New York per girare uno dei suoi pochi titoli ad ‘alto’ budget, con tanto di Premio Oscar nel cast. Un giorno questo dolore ti sarà utile si è mostrato alla stampa nella penultima giornata del Festival Internazionale del Film di Roma. Ricevendo tiepidi ma probabilmente inattesi applausi.

Tratto dall’omonimo romanzo di Peter Cameron, Someday This Pain Will Be Useful to You ci porta per mano nella New York di oggi, raccontata attraverso i tristi occhi del diciassettenne James, giovane Holden in crisi d’identità e ‘svogliato’ della vita. Diretto con cura ed eleganza dal regista italiano, il film si scosta totalmente dai titoli ‘nostrani’, grazie ad un interessante cast, capitanato dal sorprendentemente bravo Toby Regbo, già visto in Mr. Nobody, alle splendide musiche di Andrea Guerra e al calibrato script, partorito dallo stesso Faenza, in coppia con Dahlia Heyman.

James ha 17 anni e non ama molto parlare. E’ un anarchico, odia la guerra, la politica e la religione organizzata. I suoi amici lo definiscono un asociale perché non vuole andare all’università. Il motivo? Perché non ha bisogno di essere indottrinato. A lui bastano le sue idee. James ama leggere e passare le giornate in compagnia del suo cane e della nonna. Tutto questo basta per definirlo un ‘disadattato’? Questo si chiede James giorno e notte, mentre il mondo lo etichetta come ‘diverso’, guardandolo come un alieno sbarcato sulla Terra. D’altronde nella sua famiglia esistono figure alquanto ‘particolari’. Una madre che abbandona il terzo marito in viaggio di nozze 48 ore dopo il ‘sì, lo voglio’; una sorella di 23 anni che pensa alle sue memorie, nel bel mezzo di una storia d’amore con un professore polacco di cinquant’anni, per di più sposato; un padre piacione che corre dietro alle trentenni, cullandosi nell’ossessione della perfezione estetica; una generazione di studenti lobotomizzati che non fanno altro che portare avanti passioni da lui distanti anni ed anni luce. Esistenze che incrociano il percorso intrapreso di James, finalmente pronto a capire che tutto questo dolore, apparentemente inutile e maledettamente stancante, un giorno sarà utile…

Co-prodotto dalla costumista premio Oscar Milena Canonero, Un giorno questo dolore ti sarà utile, il cui costo oscillerebbe tra gli 8 milioni di dollari ‘annunciati’ da IMDB e i 25 sbandierati da alcuni organi di stampa nazionale, conferma l’assoluta ‘stranezza’ del cinema italiano. Perché se location e cast sono totalmente internazionali, dal punto di vista tecnino Roberto Faenza si è affidato a competenze a noi conosciute. Andrea Guerra alle musiche, Maurizio Calvesi per la fotografia, Massimo Fiocchi al montaggio, Tommaso Ortino alle scenografie, la magnifica voce di Elisa per la colonna sonora, e lui. Faenza, alla regia. Eppure la pellicola è ben lontana dalla nostra Industria cinematografica, posizionandosi perfettamente nel prodotto medio tipico della Hollywood a ‘basso costo ma non troppo’ che tante volte abbiamo visto con ammirazione ed invidia.

Inizialmente monotono e tendenzialmente banale, il film prende piede con il passare dei minuti, grazie soprattutto ad un protagonista di una bravura sorprendente. Il giovanissimo Toby Regbo buca lo schermo, dando vita ad un credibile male di vivere interiore. In crisi d’identità sessuale, Toby, viziato minorenne incapace di apprezzare le fortune della propria agiata esistenza, matura definitivamente in una calda e per lui ‘sconvolgente’ estate newyorkese, brindando finalmente alla vita dopo aver più volte sognato di farla definitivamente finita. Al suo fianco un’insoddisfatta e in perenne cerca d’affetto Marcia Gay Harden, un inedito e romantico Stephen Lang, visto recentemente in Avatar e nel televisivo Terranova, un vanesio e donnaiolo Peter Gallagher e una saggia e anticonformista Ellen Burstyn. Nel complesso un quadretto ‘forzato’, nel suo essere a tutti i costi sopra le righe, che puzza di già visto.

Senza mai raggiungere vette particolarmente elevate, e soprattutto senza mai affondare troppo il coltello nella piaga delle insicurezze dei vari protagonisti, Faenza supera comunque il suo esame ‘hollywoodiano’, portando in sala un anomalo e ‘infantile’ inno alla vita, in più punti scontato ma tecnicamente più che sufficiente. Tanto da farci chiedere: possibile che in Italia un film simile, realizzato da ‘tecnici’ nostrani, non sia proprio realizzabile? Chissà, magari un giorno questi quesiti saranno utili, partorendo finalmente una risposta…

Voto di Federico: 7 – –
Voto di Gabriele: 3

Uscita in Sala: da definire

Un giorno questo dolore ti sarà utile (Someday This Pain Will Be Useful to You, Italia, Usa, 2011, drammatico) di Roberto Faenza; con Marcia Gay Harden, Stephen Lang, Peter Gallagher, Ellen Burstyn, Toby Regbo, Deborah Ann Woll

Festival di Venezia