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Torino 2011: recensione e trailer del thriller Ghosted

In Concorso al TFF 2011, ecco Ghosted, il thriller inglese diretto da Craig Viveiros ambientato in carcere.

pubblicato 3 Dicembre 2011 aggiornato 28 Agosto 2020 15:14

(In Concorso) Rinchiuso in un carcere inglese, Jack mantiene una condotta impeccabile nella speranza di potersi riunire presto alla moglie. Quando però la donna lo lascia, nel giorno dell’anniversario della morte del figlio, la vita in prigione gli appare improvvisamente insostenibile. L’arrivo di Paul sembra dargli un nuovo motivo per andare avanti e, nonostante il ragazzo sia attratto dalla frangia violenta di prigionieri cui fa capo Clay, Jack decide di proteggerlo anche a rischio della sua stessa vita fino a che non scoprirà di condividere con lui un tragico passato.

Secondo film inglese del concorso torinese dopo Attack the Block, questo Ghosted è l’opera prima di Craig Viveiros, che alle spalle ha una gavetta non da poco. Dopo aver lavorato nell’industria cinematografica come operatore e tecnico luci, e dopo aver diretto cortometraggi, ha fondato la sua casa di produzione, la London Film and Media, con la quale ha prodotto Ghosted.

Il suo Ghosted si presenta quindi come un prison movie altamente professionale dal punto di vista tecnico. Tutto è al suo posto, dalla fotografia al montaggio, passando per le interpretazioni (ottimi al solito John Lynch e Martin Compston). E poi, si sa: il prison movie ha un fascino energico non da poco, che permette anche ai giovani registi di poter fare palestra con i codici del genere e del cinema. Deve aver pensato anche a questo, Viveiros, che punta al film di genere con connotazioni fortemente drammatiche.

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Storia di dolori e segreti, Ghosted mostra sin da subito tutte le caratteristiche e i (doverosi?) cliché del prison movie, dai detenuti divisi per forza di cose in gruppi al cattivissimo boss del reparto, dallo spaccio di droga alla corruzione della polizia, passando poi per l’omosessualità “di sopravvivenza” di molti carcerati. Nulla per cui scandalizzarsi, comunque: è il genere, e non trovare certe cose sarebbe forse quasi impensabile. Infatti i problemi di Ghosted sono ben altri.

Viveiros punta sull’introspezione, punta sui colpi di scena e punta all’effetto sorpresa, tentando soprattutto nell’ultima mezz’ora la continua carta del coupe de theatre. Peccato che lo spettatore dovrebbe capire che il regista ha iniziato sin da subito un giochetto neanche troppo pulito con lui: gli fa credere una cosa, mentre sotto sta andando in un’altra direzione. L’effetto che ottiene non è tanto quello di sorprendere, ma solo quello di accumulare buchi di sceneggiatura, regalando una storia piuttosto inverosimile. Per non parlare della sciattezza del ritmo e della mancanza di vera tensione. Ma la gente applaude. Senza tirare in ballo né Il Profeta e neanche Cella 211: recuperatevi Prison Escape

Voto di Gabriele: 4.5

Ghosted (Gran Bretagna 2011 – Thriller 102 minuti) regia di Craig Viveiros con John Lynch, David Schofield, Art Malik, Martin Compston, Craig Parkinson, Amanda Abbington, Hugh Quarshie, Liran Nathan. Mentre scrivo ancora sconosciuta l’eventuale data di uscita in Italia.

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