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Roma 2013 – Ben o Değilim – I Am Not Him: Recensione in Anteprima

Chi desidera essere un altro? Perché? Come? L’appropriazione dell’identità altrui è da sempre un dilemma filosofico, che ha ha provato a seminare risposte grazie a Tayfun Pirselimoglu

pubblicato 8 Novembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 07:33

Un debutto curioso nel soggetto, ma stancante nella sua digestione. Prima mondiale al Festival Internazionale del Film di Roma per Ben o Değilim – I Am Not Him, nuovo film del pittore, romanziere e regista Tayfun Pirselimoglu, qui chiamato ad affrontare il tema dell’identità portando sul grande schermo una morbosa relazione fra Nihat, introverso impiegato nella mensa di un ospedale, e Ayşe, misteriosa donna assunta come lavapiatti.

Ebbene quel che avete letto è la sceneggiatura del film. 140 caratteri, forse la più corta del mondo. Un tweet che diventa pellicola. Scarna, asciutta, quasi totalmente priva di dialoghi, condita da infiniti silenzi, un tappeto musicale che fa il suo ingresso in scena dopo 80 massacranti minuti e una quotidianità fondata sul nulla che si fa strada senza mai porsi il problema della resistenza fisica di chi osserva e prova a capire. Perché giocando con i doppi, le personalità multiple, gli scambi di persona e un non-sense di fondo che in certi momenti finisce persino per affascinare, Pirselimoglu realizza un film di difficile digestione, per quanto smaccatamente privo di una qualsivoglia logicità.

Protagonista Nihat, impiegato nella mensa di un ospedale, criptico, sporco, solitario, taciturno, turbato da Ayşe, misteriosa lavapiatti che lo guarda con interesse, tanto da rompere il ghiaccio ed invitarlo a casa sua, a cena. Sposata ma con un marito in carcere, la donna è sconvolta dalla somiglianza dell’uomo con il proprio consorte, tanto da tramutare la relazione dei due in qualcosa di morboso. Perché un terribile incidente finirà per cambiare per sempre la vita di entrambi.

L’appropriazione dell’identità altrui. Questo il tema di fondo di I Am not Him, sviscerato dal regista turco in tutti i suoi aspetti. Perché voler essere qualcun’altro? Cosa comporterebbe una simile scelta? Quali implicazioni andrebbero a scontrarsi con l’identità saccheggiata? Quesiti a cui Pirselimoglu prova a dare risposta, giocando con il tema dell’assurdo e della ripetitività apparentemente insensata ed impossibile di alcuni eventi. Fenomeni che si ripropongono, personaggi che ritornano, situazioni che si ripresentano allo spettatore, tra nebulosi fumi di sigaretta e sguardi persi nel vuoto, costumi da bagno e ricche cene, silenzi ingombranti e campanelli surreali, visioni notturne straordinariamente fotografate in digitale e prostitute, battute deliranti e una ‘scelta’, quella del protagonista, tanto improvvisa quanto inspiegabile.

Pirselimoglu si diverte a provocare e a giocare con la pazienza di chi osserva, registrando e montando il nulla per metà film, per poi esplodere con un finale in grado di spiazzare ed infastidire, per quanto non solo gratuito ma soprattutto immotivato. Prendere o lasciare per una pellicola che potrà solo e soltanto dividere, tra chi avrà gridato alla genialità e chi all’insostenbile boiata, tra chi avrà dormito ronfando allegramente e chi applaudito a fine proiezione, tra chi avrà provato a trovare una risposta e chi neanche avrà sprecato un minuto del proprio tempo per porsi ‘la’ domanda. Ovunque ci si trovi, Ben o Değilim – I Am Not Him è riuscito nel suo intento. Fare ‘discutere’. E questo vorrà pur dir qualcosa.

Voto: 6

Ben o Değilim – I Am Not Him (Turchia, Francia, Germania, Grecia, dramamtico) di Tayfun Pirselimoglu; con Ercan Kesal, Maryam Zaree, Rıza Akın, Mehmet Avcı, Nihat Alptekin

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