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Roma 2013 – Take Five: Recensione in Anteprima

Due anni dopo Là-bas-Educazione criminale, presentato alla 68ª Mostra del Cinema di Venezia e premiato come miglior film della sezione Settimana della Critica, Leone del Futuro – Premio Opera Prima Luigi de Laurentiis, oltre che candidato come Miglior film d’esordio al David di Donatello e ai Nastri d’argento, torna Guido Lombardi al cinema con Take Five

pubblicato 14 Novembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 07:20

Sono passati due anni dal folgorante esordio registico di Guido Lombardi, nel 2011 alla Mostra del Cinema di Venezia con Là-bas – Educazione Criminale. Tornato a casa con il Leone del Futuro e il riconoscimento di Miglior Film tra quelli presentati nella settimana della critica, il regista napoletano ha raccolto applausi e consensi al Festival Internazionale del film di Roma, che lo ha visto oggi partecipare con il secondo e penultimo titolo italiano in Concorso e di fatto in corsa per il Marc’Aurelio d’Oro.

Take Five il titolo, atipico noir ed esplicito omaggio a I Soliti Ignoti di Monicelli, con 5 scapestrati impelagati in una rocambolesca rapina in banca. Se non fosse che tutto, ovviamente, crolli dinanzi all’inevitabile ed inimmaginabile evoluzione degli eventi. Siamo in una Napoli che sogna la semifinale di Champions League della squadra di Benitez, in una Napoli sopraffatta dalla crisi economica come il resto d’Italia, depressa ed abitata da personaggi solitari e anonimi, tanto da affidarsi alla fama e al denaro per riscattarsi una volta per tutte. Una Napoli criminale che vede questi cinque ‘irregolari’ che si trovano quasi per puro caso pur di esaudire un sogno. Quello di arricchirsi.

Loro sono un ricettatore, un leggendario rapinatore, un pugile squalificato a vita, un fotografo di matrimoni da poco infartuato e un idraulico con il vizio del gioco, tanto dall’aver contratto 200.000 euro di debiti. E sarà proprio quest’ultimo, chiamato ad aggiustare una perdita della rete fognaria nel caveau di una banca, ad ideare il colpo di una vita da 3 milioni di euro. 5 personaggi in cerca di riscatto, cinque ‘assolo’ in una Napoli ‘Jazz’ sin dal titolo. Perché Take Five è un classico del Dave Brubeck Quartet del 1959, diventato famoso per il suo caratteristico ritmo in 5/4, un irregolare tempo quintuplo in cinque beat.

Seminate le premesse, da subito esplicitate, Lombardi ha poi cucinato con estrema capacità il proprio cupo thriller dalle risate garantite, con colonna sonora alla Spaghetti Western, dialetto partenopeo e una città mai così scura e priva di sole. Perché non c’è luce in Take Five, bensì solo e soltanto anime disperate che provano tra camorra e immancabili imprevisti a mutare la propria triste e delinquenziale esistenza. Se non fosse che il classico ‘happy ending’ non appartenga propriamente alle corde di Lombardi, a meno che non si voglia leggere il ‘doppio’ finale del film come inaspettatamente solare e portatore sano di false speranze.

Registicamente intrigante, perché mai statico ma anzi avvolgente, solo nella parte centrale appesantito da una leggera ridondanza ed intelligentemente centrato sui volti ‘umani’ dei suoi 5 straordinari protagonisti, Take Five prende ovviamente a piene mani dai cliché del genere qui omaggiato, per poi farli suoi con coraggio, capacità e furbizia, tra inganni e sparatorie, rapine e rese dei conti, e cedere il passo ad un finale in cui persino l’innocenza del più puro, al termine di una metaforica partita a poker costellata di bluff e rilanci, andrà ad estinguersi.

Voto di Federico: 7
Take Five (Italia, 2013, noir) di Guido Lombardi; con Peppe Lanzetta, Salvatore Striano, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster, Gaetano Di Vaio, Antonio Pennarella, Antonio Buonomo, Esther Elisha

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