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The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca: Recensione in Anteprima

30 anni alla Casa Bianca servendo 7 Presidenti degli Stati Uniti d’America. Arriva al cinema la vera storia di Eugene Allen con The Butler

pubblicato 3 Dicembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 06:40

Dimenticato lo scivolone The Paperboy, Lee Daniels potrebbe a breve tornare a far furore in casa Academy grazie ad un film che ha sbancato i botteghini d’America, ovvero The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca. Distribuita da quella potenza che si chiama Weinstein Company, la pellicola ha incassato addirittura 115 milioni in patria, dopo esserne costati appena 30, sfidando apertamente l’acclamato 12 Years to Slave nella corsa agli Oscar, mai così black come quest’anno. Nato da un articolo del Washington Post pubblicato nel 2008, The Butler non fa altro che portare in sala l’incredibile storia vera di Eugene Allen, maggiordomo alla Casa Bianca dal 1957 al 1986 qui inspiegabilmente chiamato Cecil Caines.

30 anni al servizio dell’uomo più potente del Mondo, servendo 7 presidenti degli Stati Uniti in modo impeccabile. Da Harry Truman a Ronald Reagan, fino ad arrivare allo storico insediamento di Barack Obama. Un titolo importante, questo di Daniels, perché impegnato nel pennellare 70 anni di battaglie civili. Dagli anni 20 dei campi di cotone al primo Presidente nero, passando per gli omicidi di John F. Kennedy e Martin Luther King, i movimenti pacifisti dei Freedom Riders e quelli decisamente più violenti delle Black Panther, senza dimenticare il Vietnam, il Watergate, Malcom X e il Ku Klux Klan. 70 anni di storia per raccontare l’evoluzione di un Paese profondamente razzista fino a pochi decenni fa, sanguinario nei confronti delle persone di colore e incapace di guardarsi allo specchio. Un Paese che ammirava con orrore i campi di concentramento nazista, per poi accettare e digerire i propri campi, quelli di cotone grondanti sangue che per oltre 200 anni hanno visto morire migliaia di uomini, donne e bambini.

Attraverso gli occhi di questo atipico Forrest Gump, nato povero e finito alla Casa Bianca, Daniels mette in scena i lenti ma inesorabili cambiamenti di un’America riuscita a trasformarsi nel giro di 40 anni. Nel farlo gioca su due piani. Quello dell’uomo umile e silenzioso che ‘serve’ il Paese rimanendo un’ombra invisibile all’interno dello studio ovale, mentre prepara thé e pasticcini; ed ovviamente quello del figlio ribelle e battagliero pronto a ‘combattere’ il proprio Paese, ai suoi occhi indifendibile nel calpestare inattaccabili diritti. Uno scontro che si protrarrà per 130 minuti, portati avanti da un Forest Whitaker straordinario, riuscito in 30 anni di onorabile servizio ad abbattere cliché razzisti direttamente da dentro la Casa Bianca, mentre fuori quelle candide mura scoppiavano rivolte. Attraverso il lavoro, la fatica, la puntualità, la gentilezza, la fermezza, il Cecil di Whitaker conquista i Presidenti più disparati. Democratici e repubblicani, first lady e figlie, finalmente ‘vicine’ ad una realtà fino a quel momento lontana mille miglia dalla loro reale esistenza.

Didascalico nel trascinarsi tra eventi a noi tutti conosciuti, e ovviamente caratterizzato dal sentimento facile che più volte finirà per scatenare la lacrima in fuorigioco, The Butler sfrutta abilmente gli orrori più recenti d’America ponendo l’accento sull’importanza dei diritti dei neri, conquistati effettivamente solo recentemente dopo decenni di morti e cruente ‘battaglie’. Qui riprodotte, tra immagini d’epoca e ricostruzione, e continuamente alternate tra interno ed esterno. Ovvero tra Casa Bianca, vista dagli occhi di un semplice ‘negro di casa’, e strade in tumulto, vissute da una generazione che ha avuto la forza e il coraggio di ribellarsi, andando a conquistare quei diritti per troppo tempo negati. Un maggiordomo costretto per 30 anni ad indossare una ‘maschera’, come se fosse una medaglia dalle due facce, da alternare con sapienza tra potenti da servire ed amici e famigliari con cui relazionarsi. Tra questi anche una moglie ‘ingombrante’, innamorata ma trascurata, tanto da cedere a vizi distruttivi. Una donna forte interpretata da un’intensa Oprah Winfrey, tornata al cinema dopo decenni di televisione. 30 anni fa candidata agli Oscar e al Golden Globe per Il colore viola, la potentissima Oprah ha fatto sua una parte scritta sulle sue forme, sulla sua Storia di donna nera nata povera e riuscita a creare un Impero, conquistando. La Gloria della Winfrey emoziona, perché divisa tra solitudine e vodka, detestata Casa Bianca e Vietnam, Pantere Nere e tradimenti. Una donna possente, sbattuta, depressa e arrabbiata per un uomo meticoloso e amorevole, che porterà Oprah a vincere più che probabilmente il suo primo meritato Premio Oscar come Miglior Attrice non Protagonista. Più che una previsione un’ovvietà, visto il peso di questa donna all’interno dello show business a stelle e strisce. Due anni dopo Octavia Spencer, trionfatrice grazie a The Help, la storia dovrebbe ripetersi.

Tecnicamente ben strutturato, tra splendidi costumi, impeccabile trucco, ottime ricostruzioni scenografiche, cast monster e un onnipresente tema musicale nato per pungere sempre più le corde delle emozioni, The Butler pecca malamente nel non osare, limitandosi alla retorica di fondo che non va oltre la pura didattica cinematografica. Il perennemente composto Whitaker finisce a tratti per infastidire, soprattutto dinanzi all’evoluzione di alcuni eventi storici, mentre i decenni raccontati da Daniels si fanno strada in modo schematico, dando sempre più la spiacevole sensazione di film nato, pensato e realizzato solo e soltanto per un motivo. Ovvero fare incetta di nomination agli Oscar, visto il tema trattato qui con doveroso orgoglio omaggiato, gli straordinari protagonisti e il dramma reale di una guerra umana durata un intero secolo. Un film ‘Usa’ nel dna, prodotto per compiacere gli afroamericani e il loro doloroso passato e riuscito nel suo intento, ineccepibile dal punto di vista storico-documentaristico con inevitabile tocco romanzato ma limitato nella sua costruzione cinematografica. Ed è un peccato, perché con un soggetto simile tra le mani, così dannatamente incredibile, poteva nascere un vero capolavoro.

Voto di Federico: 6.5
Voto di Gabriele: 3

The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca (Usa, 2013, drammatico) di Lee Daniels; con Forest Whitaker, Oprah Winfrey, John Cusack, Robin Williams, Alan Rickman, Mariah Carey, Jane Fonda, Vanessa Redgrave, Cuba Gooding Jr., Lenny Kravitz, Terrence Howard, Liev Schreiber, Alex Pettyfer, Minka Kelly, James Marsden, Jesse Williams, Melissa Leo, Nelsan Ellis – uscita mercoledì 1 gennaio 2014trailer italiano