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Jack e Jill: Recensione in Anteprima

Adam Sandler torna nel ruolo di duplice protagonista in Jack e Jill. Ecco la recensione di Cineblog

pubblicato 14 Febbraio 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 04:13

Setacciando i meandri, neanche tanto remoti, della patinata industria hollywoodiana, un genere che non è pressoché mai mancato è quello della commedia. Genere che, specie negli ultimi dieci/quindici anni, ha subito un repentino cambiamento. Giudicate voi se in meglio o in peggio, sta di fatto che Adam Sandler è senza dubbio alcuno uno degli esponenti più gettonati di questa “nuova” onda americana.

Protagonista di una sfilza di pellicole di siffatto tenore, Sandler si è sempre alternato tra prodotti tutto sommato gradevoli ed altri decisamente meno rilevanti. Oggi eccolo tornare in questo nuovo film, Jack e Jill, dove addirittura gli vengono affidati due ruoli, entrambi da protagonista, chiaramente. Un’operazione che tende quindi a dare piena fiducia all’attore newyorchese, su cui poggia essenzialmente l’intero film.

A questo va aggiunta la presenza di un mostro sacro come Al Pacino, che si è prestato ad un progetto che definire scanzonato è dire poco. Ma non è l’unico volto eminentemente noto che si affaccia a questa pellicola, dato che Giarraputo e Garner (due veterani in questo specifico settore) sono riusciti a far saltare sul carrozzone anche personaggi come Katie Holmes, Johnny Depp e Shaquille O’Neal. Il risultato? Scopriamolo insieme.

Un cenno sull’incipit. Che il film si focalizzi, seppur a suo modo, sul rapporto tra gemelli, ce lo suggeriscono già le prime sequenze, in cui una serie di coppie rientranti in tale categoria ci illustra fatti più o meno interessanti inerenti al proprio vissuto. Jack e Jill, non a caso, sono un fratello e una sorella gemelli di famiglia ebraica che hanno sempre vissuto il loro rapporto in maniera abbastanza burrascosa. Insomma, come spesso accade tra fratelli, ci si vuole bene… ma a modo proprio.

E’ uso da anni in casa Sadelstein festeggiare il giorno del Ringraziamento insieme. Jack, che oramai è un pubblicitario di successo, vive a Los Angeles, lontano da sua sorella, rimasta nel Bronx. Questa diventa quindi l’unica occasione che hanno i due di vedersi, anche se solo una parte della coppia riesce ad essere euforica all’idea di questo appuntamento.

Il duo regista/attore, ossia Dugan/Sandler, a questa loro ottava collaborazione pare non funzionare come dovrebbe però. Il film tenta disperatamente di strappare un sorriso con situazioni al limite dello stravagante, come quella di rendere i figli di Jack due figure tutt’altro che ordinarie. Certo, emerge un briciolo di ilarità vedendo un ragazzino che incolla su svariate parti del proprio corpo qualunque cosa abbia tra le mani (compreso un pappagallo), oppure la sorella che veste esattamente come le bambole che porta costantemente con sé. Il punto è che queste idee, tutto sommato interessanti, vengono prontamente vanificate da tutta una serie di episodi dall’acuto parossismo, per quanto cercano malamente di superare quella soglia che distingue una battuta ben riuscita da una che non lo è.

Le uniche uscite degne di nota si hanno in quei dialoghi (sovente tutt’altro che ispirati) che si danno al citazionismo, come quando Jill (l’alter-ego femminile di Sandler nel film) fornisce delle esatte descrizioni di film piuttosto celebri, mancandone scandalosamente il titolo. Pratica, quella del citazionismo, agevolata anche dalla presenza di un Al Pacino che interpreta sé stesso, accontentandosi di un ruolo da cui non ne esce come macchietta stereotipata solo perché siamo abituati a vederlo in tutt’altro modo – oltre che per l’amore che gli portiamo. Coraggiosa (e, se vogliamo, apprezzabile) però, da parte sua, la scelta di prestarsi ad una pellicola che lo vede come una stella in declino, sull’orlo della pazzia.

Alla fine arriva la classica conclusione moraleggiante, a cui non si dà certo rilevanza per via del fatto che nemmeno gli autori ci credano poi molto. Quello che resta sono lampi di sorrisi troppo rari e scene spesso talmente ridicole da suscitare imbarazzo più che risate. Certo, la confezione sarà senza dubbio più pregiata, ma quando guardiamo a certe produzioni locali, elargendo sentenze a tutto spiano sullo stato in cui versa il nostro cinema, un seppur falso rimedio che ci viene in mente è quello di guardare a certe commedie che sono in grado di sfornare anche dall’altra parte dell’oceano. Probabilmente si tratta di una visione eccessivamente conciliante, un palliativo insomma, ma neanche dalle nostre parti ci si gioca più la carta “flatulenza molesta” per coinvolgere lo spettatore. Ad maiora!

Voto di Antonio: 4
Voto di Carla: 1 (il film è imbarazzante e quando ho visto Al Pacino mi sono chiesta: PERCHE’!?!?!??!!?

Jack e Jill (Jack and Jill, USA, 2011) di Dennis Dugan. Con Adam Sandler, Katie Holmes, Al Pacino, Eugenio Derbez, Allen Covert, Nick Swardson, Valerie Mahaffey, Geoff Pierson, Rohan Chand, Elodie Tougne, Melissa Baxter, Shaquille O’Neal, Regis Philbin, Fatimah Hassan, Santiago Segura e Dana Carvey. Nelle nostre sale dal 17 Febbraio.