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Una Spia non Basta: Recensione in Anteprima

Reese Witherspoon, Chris Pine e Tom Hardy, diretti da McG, per l’action/comedy Una Spia non Basta. Ecco la nostra recensione.

pubblicato 17 Aprile 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 02:15

Un’attrice Premio Oscar, un regista dal passato importante, uno degli attori più promettenti di Hollywood, l’immancabile belloccio di talento e ben 80 milioni di dollari a disposizione.

Di ingredienti per ritrovarci dinanzi ad buon pasto filmico, con This Means War, diventato Una Spia non Basta per il mercato italiano, ne avevamo a bizzeffe. Ma aihnoi, per motivi a dir poco espliciti, tutto ciò non è avvenuto. Anzi. Perché McG ha dato vita ad un film dalla mediocrità sconcertante, e sinceramente ingiustificabile.

Saltando costantemente e malamente dall’action alla comedy, This Means War vivacchia fastidiosamente in un pesantissimo piattume cinematografico. Personaggi sfacciatamente stereotipati, svolte inesistenti e dialoghi aberranti, in un’esplosione di pochezza di regia e scrittura, tanto da meritarsi la Top5 tra le ‘delusioni’ di questo 2012 hollywoodiano.

Una spia non Basta: Recensione in Anteprima

Due amici per la pelle, inseparabili fin dall’infanzia, ne combinano di tutti i colori anche nella CIA, in quanto agenti speciali. Nulla e nessuno potrà separare Franklin e Tack, fino all’arrivo dell’inevitabile belloccia di turno. Perché la bionda Lauren riesce a far battere il cuore di entrambi, tanto da far partire un’inattesa sfida. Chi riuscirà a conquistare il suo cuore? Uno dei due, ovviamente, è di troppo…

La trama dal soggetto più scontato del mondo, peggiorata da uno script indifendibile. E’ difficile riuscire a trovare dei pregi in questo This Means War, action/comedy dalle enormi potenzialità, mai del tutto sfruttate. A pesare sulla pellicola di McG la sceneggiatura confezionata dal duo Timothy Dowling/Simon Kinberg, a tratti agghiacciante per quanto banale, insensata e mal amalgamata. Tutto avviene per scatti, tutto è slegato, tutto è scontato. Totalmente schizofrenica la regia, incapace di prendere una strada precisa, tra action, centellinato con il lanternino, e comedy, tristemente poco divertente.

Se la CIA, e la relativa azione dei due muscolosi e bei protagonisti, fa solo e soltanto che da contorno alla già vista ‘storia sentimentale’ dell’inedito trio, McG sbanda paurosamente tra momenti inutilmente demenziali e sketch ‘teoricamente’ esplosivi, ma in realtà dannatamente confusionari e poco chiari. Scandalosamente costato 80 milioni di dollari (budget palesemente finito nelle tasche dei 3 protagonisti, visti gli scarsi risultati visti su schermo), Una Spia non Basta sgambetta la carriera del regista, già balbettante di suo dopo il deludente Terminator Salvation.

A non aiutarlo, ed è innegabile, il male assortito cast. Finito di spolverare la statuetta vinta con Walk The Line, Reese Witherspoon torna per un attimo al cinema degli esordi, vestendo i panni della bionda tutt’altro che arguta e decisamente ‘ipocrita’, tanto dal frequentare contemporaneamente due uomini, andando a letto con entrambi, per poi infastidirsi quando i due confesseranno di essere non solo amici, ma anche complici nel menage a trois. Chi scaglia la prima pietra? A chiudere il trio, ovviamente, Tom Hardy e Chris Pine. Steso un velo pietoso sul terribile doppiaggio italiano, a non scattare mai è quell’alchimia che avrebbe reso l’intera vicenda per lo meno un minimo interessante, raschiando perennemente il fondo del banale ‘compitino’ recitativo.

Devono conquistare una donna, sono agenti della CIA, hanno a disposizione uomini e strumenti di spionaggio elaboratissimi, e faranno di tutto per ‘spiare’ l’avversario, in modo da batterlo sul tempo e vincere la ‘battaglia’. Se i due ‘bellocci’ non esaltano per originalità, lascia a dir poco a desiderare anche il personaggio della Witherspoon, da trentenne ‘monacale’ a ‘libertina’ nel giro di un paio di scene, tanto dal frequentare contemporaneamente due uomini, mentendo sia ad uno che all’altro, e giustificando cotanto comportamento sventolando la bandiera del femminismo storico. “Perché un uomo l’avrebbe fatto senza batter ciglio“, sentenzia l’immancabile amica sboccata e sessualmente esplicita, finendo così per confezionare il trionfo delle presunte ovvietà.

Viaggiando costantemente in un’autostrada di piattume apparentemente senza fine, Una spia non Basta finisce così per deludere le aspettative dei fan dell’action, fittizio e totalmente mediocre, della commedia romantica, scontata e bombardata da battute e situazioni soporifere, e della commedia dai toni più demenziali, solo tratteggiati e per questo assolutamente gratuiti. Motivazioni che trasformano la pellicola nella peggiore della decennale carriera del regista, chiamato a risollevarsi nel minor tempo possibile. Prima che Hollywood se ne dimentichi definitivamente.

Voto di Federico: 3,5 (un voto in meno per il potenziale tecnico letteralmente buttato nel water)
Voto di Carla: 4,5

Una spia non Basta (This Means War, Usa, action, 2012) di McG; con Reese Witherspoon, Chris Pine, Tom Hardy, Til Schweiger, Chelsea Handler, Angela Bassett, Rosemary Harris, Abigail Spencer, Leela Savasta, Jakob Davies, Warren Christie, John Paul Ruttan, Valin Shinyei, Aleks Paunovic, Kevan Ohtsji, Desiree Zurowski, Brendan Meyer, Daren A. Herbert, Kevin O’Grady, Arien Boey – qui il trailer italiano – uscita in sala: 20 aprile