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Detachment – Il Distacco: recensione in anteprima

Su Cineblog la recensione in anteprima di Detachment – Il Distacco, diretto da Tony Kaye e distribuito nelle sale italiane da Officine UBU il 22 giugno

di cuttv
pubblicato 18 Giugno 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 00:57

Parlare di distacco, ai figli della società che trae profitto dall’indifferenza spettacolarizzata, dalla decadenza glorificata e dalle solitudini programmate, citando Lo straniero (L’Étranger) di Albert Camus e la Caduta della casa degli Usher (La chute de la maison Usher) di Edgar Allan Poe, può essere un’impresa ardua, ma Tony Kaye accetta la sfida portando sul grande schermo Detachment e il ribellismo nichilista del Distacco.

Il viaggio negli abissi dell’indifferenza del mondo, dell’isolamento metropolitano e l’assurdità dell’anaffettività che porta all’assenza di rapporto profondo con l’altro da sé, prende forma con il progetto di vita imperturbabile edificato dall’insegnate di letteratura Henry Barthes (impossibile non pensare alla solitudine del frammenti del discorso amoroso di Roland Barthes), per restare a distanza di sicurezza da ogni coinvolgimento, passione o dolore.

Una personale formula di distacco, messa a punto dal viscerale ed eterno supplente Adrien Brody, per tenere a bada traumi e l’abbrutimento del mondo, gestendo rapporti transitori che sfiorano gli altri quanto basta ad evitare i pericoli insiti nell’allontanamento eccessivo e nell’indifferenza che uccide. Una muraglia invisibile che non può permettersi crepe, e si infrange miseramente davanti ai tumulti della vita, come accade allo Straniero dal mondo di Camus.

Adrien Brody (Henry Barthes)

Tumulti che arrivano con la supplenza in un liceo della periferia newyorchese, vero concentrato di clichè del fallimentare sistema di istruzione pubblica americana, dove studenti indifferenti, genitori ignoranti e insegnante arresi (interpretati dai convincenti Christina Hendricks, Lucy Liu e James Caan), spingono un bravo insegnante a ‘cercare’ le eccezioni e ad infrangere quel fragile equilibrio della “giusta distanza”, stabilito tra il distacco dai propri traumi e il contatto necessario con la realtà, in tour tra istituti transitori, un abitazioni scarna come la sua esistenza e la casa di cura tenuta a sorvegliare i traumi custoditi da un nonno senescente.

Il palese fallimento di un progetto personale di sopravvivenza per il professor Barthes, che lasciandosi baciare dalla bella collega Sarah Madison (Christina Hendricks), abbracciare dalla fragile studentessa Meredith (Betty Kaye, figlia del regista al suo debutto), e soprattutto ‘avvicinare’ dalla giovanissima prostituta Erica (Sami Gayle), assiste all’infrangersi del micro universo utopico dove si è rinchiuso per fuggire da una realtà insopportabile, ma forse riesce anche ad intravedere un barlume di speranza per la salvezza, perché quando crollano gli argini passa tutto.

Un distacco che deflagra al ritmo ‘intermittente’ di sceneggiatura, regia e montaggio, con l’approccio documentaristico di false interviste, la voce off del professore, la camera a spalla, forse troppe linee narrative e un’alternanza psico-schizzo-frenetica di flashback, sequenze oniriche, e insert grafici che destabilizza, lascia personaggi e storie alla mercé dell’immaginazione, ma riesce lo stesso a far breccia nello spettatore che desidera essere salvato, sempre e comunque, da se stesso e dall’indifferenza del mondo, in questo caso per giunta, senza sconti consolatori.

Detachment - Il Distacco: recensione

Non a caso le macerie della scuola campeggiano sulla locandina e nel finale del film con il professor Adrian Brody che legge la Caduta della casa degli Usher di Poe, lasciando gli spettatori a meditare sulle analogie tra le decadenza di una casa e quelle di una scuola, alle quali in fondo nessuno è realmente interessato.

Se si impara più dai difetti che dai pregi, questo film niente affatto privo di entrambi (come ogni cosa), che nel suo tour di festival ha già raccolto critiche e giudizi entusiasti, è pronto ad offrire parecchio materiale di riflessione, oltre al confronto con ogni personale formula di sopravvivenza all’indifferenza spettacolarizzata, alla decadenza glorificata e alle solitudini programmate.

Voto di Cut-tv’s: 8

Detachment – Il Distacco (Detachment, 2012, drammatico) di Tony Kaye; con Adrien Brody,Christina Hendricks, Lucy Liu, James Caan, Marcia Gay Harden, Blythe Danner, William Petersen, Tim Blake Nelson, Betty Kaye e Sami Gayle. Uscita in Sala: 22 Giugno 2012 – Qui il trailer italiano.