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Eragon: come rendere un fantasy insopportabile

Eragon (Eragon, USA/Gran Bretagna, 2006) di Stefen Fangmeier; con Edward Speleers, Jeremy Irons, Sienna Guillory, Robert Carlyle, John Malkovich, Djimon Hounson, Garrett Hedlund. Compito ingrato stroncare un fantasy che annuncia il suo successo di pubblico (fra i fan del genere e magari anche quelli del libro da cui è tratto) ancor prima della sua uscita.

23 Dicembre 2006 16:30

Eragon (Eragon, USA/Gran Bretagna, 2006) di Stefen Fangmeier; con Edward Speleers, Jeremy Irons, Sienna Guillory, Robert Carlyle, John Malkovich, Djimon Hounson, Garrett Hedlund.

Compito ingrato stroncare un fantasy che annuncia il suo successo di pubblico (fra i fan del genere e magari anche quelli del libro da cui è tratto) ancor prima della sua uscita. Ma diciamocelo chiaramente: Eragon è insopportabile.

Il fantasy ha abbracciato ultimamente in modo ottimo la trilogia de Il signore degli anelli (toccando vette altissime con l’ultimo capitolo) e ha portato sullo schermo l’amatissimo Harry Potter (che col suo terzo capitolo ha messo d’accordo critica e pubblico). Eragon non solo scompare di fronte a Il ritorno del re o Il prigioniero di Azkaban, ma fa una pessima figura anche di fronte (ed è un tutto dire!) al già brutto Le cronanche di Narnia. Ma lì almeno c’era una fenomenale Tilda Swinton, qui invece i leoni Jeremy Irons e John Malkovich (che appare pochissimo) non salvano la baracca.
E chi potrebbe farlo con una sceneggiatura simile, in cui i dialoghi risultano perennemente freddi, e in più di un’occasione inascoltabili?
Solo Robert Carlyle riesce a dare un tocco quasi vampiresco al suo personaggio, ma è un po’ pochino. Edward Speleers dovrebbe fare il modello o cercarsi un ruolo migliore, o almeno scritto meglio. Peccato per Garrett Hedlund (il Patroclo di Troy), il suo personaggio (che sembrava poter dare una svolta ad una storia noiosa) appare per caso e sempre per caso resta “dietro le quinte”.

Non c’è ritmo, non succede nulla, si aspetta solo il combattimento finale decisamente deludente. E invece c’è molto imbarazzo, c’è stanchezza, ed un’onnipresente colonna sonora. E sicuramente non aiuta, per quanto ci riguarda, il terribile doppiaggio di Ilaria D’Amico.

Voto Gabriele: 2
Voto Federico: 2