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Cattivi vicini: Recensione in Anteprima del film con Zac Efron e Seth Rogen

Zac Efron e Seth Rogen duo improbabile in questa commedia à la Project X calata in un contesto meno spensierato. Sboccato e irriverente, Cattivi vicini diverte senza rivendicare alcuna originalità. Ed è già qualcosa

pubblicato 15 Luglio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 00:00

Il monito di Todd Phillips non è rimasto inascoltato. Hollywood aveva un radicale bisogno di una scossa in ambito commedia, e piaccia o meno il sopra citato gliela diede con Una notte da leoni. Da allora non è che si tenti più di tanto di battere quella strada, e alla luce dei due sequel forse è meglio così. Resta però una sorta di format, nel senso di un prodotto con le sue regole o quantomeno le sue caratteristiche. La variante Project X ne è un fortunato esempio.

Ecco, quello che fa Nicolas Stoller in Cattivi vicini muove più o meno dalle stesse premesse. Non senza compromessi, s’intende. Da una parte abbiamo l’icona adolescenziale Zac Efron, che nonostante tutto ancora fatica a scrollarsi di dosso il marchio High School Musical; dall’altro uno degli attori comici più quotati da qualche anno a questa parte, ossia Seth Rogen. Due generazioni a confronto, giusto per raccontarci che c’è un’età per ogni cosa.

In questo senso Cattivi vicini prende le distanze da un qualunque film di Phillips: sotto sotto (ma neanche tanto) c’è un messaggio che s’intende filtrare. E ad alcuni susciterà prurito, mentre altri semplicemente prenderanno atto. La trama parla da sé d’altronde. Una giovane coppia di novelli sposini si trasferisce in un tranquillo quartiere di un sobborgo americano, così come americanissima è l’abitazione disposta su due piani. Insomma, per loro comincia una nuova stagione della vita, la cui sentenza definitiva è decretata dall’approdo di un’adorabile neonata. Lui lavora in un open space che condivide con chissà quanti altri dipendenti; lei ha archiviato i suoi studi per dedicarsi a tempo pieno alla bimba. Il sogno americano è servito.

Finché un giorno dalla loro finestra non scorgono un camion dei traslochi, seguito da un’orda di gioventù pulsante vita e pronta ad insediarsi nell’abitazione attigua. Trattasi di una confraternita, quel fenomeno altrettanto a stelle e strisce su cui altri hanno saputo costruirci sopra opere di culto di maggior spessore, come un certo Animal House. Cominciano ad accumularsi i richiami, perché in fondo, come in parte anticipato, l’unica vera discriminante qui è il messaggio. Due mondi che si sfiorano appena, quello spensierato del college, e quello di chi certe cose le ha dovute abbandonare da poco, perché in fondo Mac (Seth Rogen) e Kelly (Rose Byrne) non sono poi così anziani.

Comincia tutto così, sommessamente, tra il desiderio di salvaguardare la propria tranquillità e la consapevolezza di non potersi presentare malamente ai nuovi vicini: a che pro optare da subito per lo scontro frontale? Ed allora spazio alla diplomazia, risorsa poco convincente di chi già sa che non potrà mai esserci una soluzione che accontenti entrambi. Forzatamente Mac e Kelly si mostrano accondiscendenti, cercando di prendere col verso giusto Teddy (Zac Efron) e i suoi compagni. Manco a dirlo, l’idillio iniziale è già principio della fine.

Inutile girarci intorno: astenersi da Cattivi vicini qualora non si tollerasse trivialità fine a sé stesse e affini. Perché triviale, potete scommetterci, il film lo è e come. Scurrile, sopra le righe, il tutto si presenta così per com’è, senza alcun tentativo di nobilitare un contesto che vive pressoché esclusivamente di uscite goliardiche, scherzi surreali e dialoghi sboccati. Se non siete disposti a tollerare due uomini che fanno amicizia incrociando i flussi delle rispettive pisciate dopo una notte a base di alcol e funghetti, beh… allora sarete ancor meno concilianti nel passaggio in cui Mac tenta maldestramente di mungere la moglie prima dell’allattata poiché la sua signora ha a sua volta bevuto come una spugna.

L’atmosfera tendenzialmente spensierata, fatta salva l’assoluta gratuità di certe trovate, viene comunque smorzata da quel messaggio che già più volte abbiamo implicitamente ed esplicitamente evocato. Semplicemente i due coniugi, sebbene ancora giovani, non appartengono più a quel mondo; le due generazioni, che all’anagrafe si toccano, restano comunque separate in maniera netta dai diversi compiti ai quali sono chiamate.

Anche alla luce di come volge a conclusione l’intera vicenda, si potrebbe leggere in Cattivi vicini una sorta di parabola edificante, mascherata da affresco incurante, su matrimonio e responsabilità in generale. E niente niente che chi ha dato vita all’intero contesto ci abbia pensato. Tuttavia appare fuori luogo ogni tentativo di esasperare questo lato del film, quantunque sia presente. La quarta prova di Stoller dietro la macchina da presa resta per noi contrassegnata da certi dialoghi, fini a sé stessi ma a loro modo brillanti (in lingua originale almeno), anche a scapito del ritmo, meno movimentato di quanto sia lecito supporre; da un citazionismo volutamente maldestro, che si fa beffe del citazionismo stesso (vedere per credere); e forse pure dal tentativo, di ben altra portata rispetto a chi già ci ha provato (Spring Brakers anyone?), di ricollocare un divo del pubblico più giovane come Zac Efron, chiamato a provvedere quanto prima all’incedere degli anni. Consapevoli di quanto scritto, non è Seth MacFarlane… ma se il genere aggrada perché no?

Voto di Antonio: 6

Cattivi vicini (Neighbors, USA, 2014) di Nicholas Stoller. Con Seth Rogen, Zac Efron, Rose Byrne, Christopher Mintz-Plasse, Dave Franco, Ike Barinholtz, Jerrod Carmichael, Lisa Kudrow, Jake Johnson, Carla Gallo, Ali Cobrin, Chasty Ballesteros, Halston Sage, Cassandra Starr, Bobby Moynihan, Craig Roberts, Hannibal Buress e Jason Mantzoukas. Nelle nostre sale da giovedì 21 agosto.