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Before I Disappear: Recensione in Anteprima

Venezia 2014 – Lido esplosivo grazie a Paul Wesley e a Before I Disappear

pubblicato 27 Agosto 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 22:49

Folla delle grandi occasioni quest’oggi al Festival di Venezia grazie al drammatico Before i Disappear, titolo in Concorso nella sezione Giornate degli Autori diretto e sceneggiato dal giovane Shawn Christensen ed interpretato dal bel Paul Wesley, amatissimo dalle più giovani grazie alla sua partecipazione tv a The Vampire Diaries. Decine di fan si sono ‘accalcate’ sulle transenne del red carpet per strappare un sorriso al giovane divo, sfidando il ritrovato sole con annesso caldo dopo le basse temperature e alla pioggia autunnale di ieri.

Dinanzi a cotanto entusiasmo non poteva che scapparci il classico inconveniente, vedi allarme anti-incendio partito inspiegabilmente durante la proiezione stampa, con annesso stop di una decina di minuti e ripresa ovviamente sbagliata rispetto all’interruzione precedente. Protagonista della pellicola uno spaesato, depresso, disoccupato, solitario nonché drogato ragazzo di nome Richie. La sua esistenza è di fatto finita con l’addio della compagna, l’amore della sua vita, tanto da portarlo al suicidio. Richie vuole morire. Prima di farlo scrive un’ultima accorata lettera d’amore all’indimenticabile fidanzata.

Immerso in una vasca piena d’acqua rosso sangue, Richie attende l’arrivo della morte. Ma c’è un telefono che squilla. Con insistenza. Squilla. Squilla. Squilla. Ancora in vita anche se grondante sangue Richie risponde, trovando dall’altra parte del telefono sua sorella. Una sorella che da anni non vedeva ne’ sentiva, se non fosse che ha ora bisogno del suo aiuto. Richie deve infatti badare per poche ore a Sophia, sua nipote. La ragazzina ha 11 anni, è intelligentissima, più adulta rispetto all’età anagrafica che ostenta e non sa quasi nulla di quello zio spuntato dal nulla. Ma le sorprese per Richie non finiscono qui, perché tiratosi su dalla vasca piena del suo sangue, il ragazzo dovrà ‘gestire’ la piccola per un’altra giornata intera. Il motivo? Sua sorella non può tornare a casa. La sua perfetta sorella è nei guai. Così come Richie…

Esistenze al limite, famiglie distrutte, matrimoni in crisi, destini incompiuti, rapporti da costruire e soprattutto ricucire, un passato da svelare, un presente da azzerare e un futuro da cancellare. Il tutto tra visioni mortuarie e apparizioni infernali, impreziosite da una potente colonna sonora che ha così accompagnato l’evoluzione di un corto dello stesso regista, ‘Curfew’, vincitore di un Oscar nel 2013 e qui di fatto diventato lungometraggio. Ambientato in un’unica notte, Before I Disappear spazia con apparente originalità nello sviluppo di una storia già vista, letta e digerita decine di volte. Da una parte il ragazzo depresso che vive la vita come se ogni giorno fosse l’ultimo, in quanto stanco di un’esistenza che l’ha privato persino dell’amore, dall’altra un’undicenne glaciale e ligia al dovere inizialmente quasi schifata da questo parente sconosciuto, per poi affezionarsi e non staccarsene più. Nel suo accidentato cammino notturno che avrebbe dovuto ccondurlo alla morte, Richie si trova a dover gestire anche i suoi due ‘capi’, potenti e pericolosi nonché rivali, interpretati dal solitamente inquietante Ron Perlman e da un innamorato quanto irascibile Paul Wesley. Nel mezzo una donna bellissima che ha pagato a caro prezzo le proprie dipendenze e una ritrovata sorella con occhio nero da riconquistare.

Prendere un uomo dal fondo del barile, dopo averlo persino raschiato con una lametta, e provare a farlo riemergere. Più vivo che mai. Queste le intenzioni del talentuoso Christensen, che mai sazio ha voluto anche interpretare il ruolo del protagonista, tendenzialmente mono-espressivo e con un’unica opzione recitativa a disposizione. Con o senza sigaretta pendente dal labbro. Se la confezione montata dal regista si può dire apprezzabile, anche perchè fascinosa dal punto di vista fotografico e impreziosita da alcune intriganti idee, vedi il momento musical nel bowling, è il suo sviluppo e soprattutto i suoi contenuti a lasciare l’amaro in bocca, perché tendenzialmente ripresi da decine di altre esperienze cinematografiche. Immancabili poi i cliché nella costruzione dei personaggi principali, così come il telefonato e forse evitabile happy ending, per un debutto alla regia da tenere d’occhio in prospettiva futura. Perché imperfetto, anche se ‘aiutato’ da un’esperienza vincente, premiata e già acclamata nella sua versione ‘corta’. E proprio perché non dilazionata sicuramente più riuscita.

Voto di Federico: 6+
Voto di Antonio: 5

Before I Disappear (Uk, Us, 2014, drammatico) di Shawn Christensen; con Shawn Christensen, Fatima Ptacek, Emmy Rossum, Paul Wesley

Festival di Venezia