Home Festival di Venezia 3 Coeurs: Recensione in Anteprima

3 Coeurs: Recensione in Anteprima

Venezia 2014 | melodramma con risvolti thriller totalmente fallito per Benoit Jacquot. Delude 3 Coeurs

pubblicato 30 Agosto 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 22:42

E siamo a quota due. Dopo aver digerito senza troppi sussulti La rançon de la gloire di Xavier Beauvois, la Mostra del Cinema di Venezia ha accolto tra i fischi il secondo dei 4 film francesi in corsa per il Leone d’Oro. 3 Coeurs il titolo, diretto da un volto noto del Lido come Benoît Jacquot, già in Concorso nel 2006 con L’intouchable. Peccato che l’ultimo melò del 67enne regista transalpino sia probabilmente l’intruso tra i titoli in cartellone a Venezia 71. La pellicola finita inspiegabilmente tra i magnifici 20 in gara. Il catalizzatore di stroncature e pernacchie.

Un thriller dai risvolti drammatici con due sorelle protagoniste, ovvero Charlotte Gainsbourg e Chiara Mastroianni. Terzo cuore incomodo del titolo il presenzialista Benoît Poelvoorde, già visto pochi giorni fa in La rançon de la gloire. Tutto ha inizio quando Marc perde il treno per tornare a Parigi, in una tarda sera della provincia francese. Rintanatosi in un bar per bere un goccetto incrocia Sylvie, scesa di casa per acquistare le sigarette. Basta uno sguardo per far nascere qualcosa. Un iniziale interesse. I due iniziano a parlare. Lui chiede a lei il nome fidato di un hotel. La conseguenza è ovvia. Per l’intera serata Marc e Sylvie saranno l’uno l’ombra dell’altro. Il mattino seguente si daranno appuntamento a Parigi per la settimana successiva. Ma qualcosa andrà storto. L’incontro non andrà mai in porto e Marc conoscerà un’altra donna. Sophie. A sua insaputa sorella di Sylvie…

Lui, lei e l’altra, con due sorelle legatissime eppure costrette a doversi dividere l’amore dello stesso uomo. Anche se indirettamente. Pronti via e la pellicola di Benoît Jacquot prende immediatamente una strada ambigua, curiosa, criptica. Colpa della roboante colonna sonora alla Hans Zimmer, di fatto scippata tanto a Il Cavaliere Oscuro quanto a Lo Squalo di John Williams, illogicamente inserita dal regista in contesti del tutto gratuiti. Perché pathos e tensione sono concetti totalmente sconosciuti a 3 Coeurs, checché ne dica il suo autore. Incredulità e involontaria ilarità si fanno invece spazio con il passare dei minuti, finendo per prendere totalmente il sopravvento.

E pensare che Jacquot era inizialmente riuscito a destare interesse nei confronti della sua ultima fatica. Il casuale incontro tra Poelvoorde e la Gainsbourg funziona, la notte trascorsa dai due a parlare delle rispettive vite semina buone speranze, presto disilluse dall’incredibile proseguo. Perché dal momento in cui il loro ‘ricongiungimento’ non andrà in porto 3 Coeurs invaderà la corsia d’emergenza. In crisi con il proprio fidanzato e distrutta dal mancato appuntamento con Poelvoorde una delusa Gainsbourg lascia la Francia per volare in America. La sorella Mastroianni, invece, chiederà aiuto ad un consulente fiscale per superare un contenzioso, trovando sulla sua strada proprio Poelvoorde, riuscito nell’arco di una notte a far perdere la testa alla sorella. Tra Chiara e Benoît, neanche a dirlo, esploderà la passione. Ma lui non sa di chi sia ‘parente’. E la pantomima prosegue per settimane, mesi. Fino all’annunciato matrimonio, quando Poelvoorde scoprirà l’arcano. E sarà crisi. Perché in cuor suo non ha mai smesso di pensare a Charlotte, così come la Gainsbourg non ha mai dimenticato quell’unica notte in sua compagnia. Nel mezzo, totalmente inutile ed unica ad aver capito lo stato delle cose in quanto platealmente impicciona, una ‘mamma’ Catherine Deneuve tanto meravigliosa quanto gratuita.

Fiumi di sigarette come non se ne vedevano da tempo; immotivate sceneggiate isteriche; una voce fuori campo che improvvisamente e senza alcuna motivazione ‘subentra’ all’interno del racconto, dando così spazio ad un’innominata terza persona; svolte narrative che non hanno uno straccio di credibilità; esplosioni passionali particolarmente eccessive con tanto di viaggio estero giustificato non si sa come e un tragico finale che nel suo sviluppo finisce per suscitare risate, al posto delle richieste ma neanche lontanamente sfiorate lacrime. 3 Coeurs è tendenzialmente un disastro in tutte le sue componenti, perché incapace di farsi strada tra i generi come inopportunatamente provato.

Melodramma e thriller vengono fastidiosamente fatti incontrare sulle pagine di una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti, tra colpi al cuore, segni del destino, telefonini rivelatori, improvvise fughe, balbettanti silenzi, flebili faccia-a-faccia e insensate ‘slinding doors’ conclusive. Il peggior film visto fino ad oggi al Festival è così diventato realtà, lasciando tutti noi spettatori con la regina di tutte le domande tra le mani, da rivolgere direttamente al direttore Alberto Barbera: perché 3 Coeurs è in corsa per il Leone d’Oro? Perché ‘regalare’ un quarto titolo in cartellone alla Francia? Perché non puntare la propria attenzione su altro, vedi lo straordinario Melbourne, iraniano finito nella sezione Settimana della Critica? Domande che non conosceranno ovviamente risposta, anche perché da che mondo e mondo tutti i Festival possono vantare l’intruso di stagione. Da scovare e marchiare. Fatto.

Voto di Federico: 3
Voto di Antonio: 3

3 coeurs (Dramma, Francia, 2014) di Benoît Jacquot; con Benoît Poelvoorde, Charlotte Gainsbourg, Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve

Festival di Venezia