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The Protector 2: recensione in anteprima

Reunion ad alto tasso spettacolare per Tony Jaa e il regista Prachya Pinkaew e stavolta su schermo un tripudio di effetti visivi in formato 3D.

pubblicato 10 Settembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 22:22

Tony Jaa dopo aver co-diretto e interpretato i due sequel della serie Ong Bak torna a far squadra con il regista Prachya Pinkaew che proprio con il film d’esordio Ong Bak – Nato per combattere nel 2003 lo aveva lanciato come nuova star del cinema di arti marziali.

Per questa reunion Jaa e Pinkaew scelgono di far proseguire le avventure del custode di elefanti Kham, protagonista nel 2005 dell’action con arti marziali The Protector – La legge del Muay Thai e anche in questo caso al centro della trama il furto di un elefante, ma stavolta lo scenario si amplia e coinvolge politica e terrorismo.

Kham (Tony Jaa) si rifiuta di vendere il suo elefante Khon al losco Suchart Vilawandei (Adinan Buntanaporn) che progetta di venderlo a sua volta al criminale LC (Rza). Kham scoperto che il suo elefante è stato rubato da Vilawandei si reca nella sua casa di Bangkok, ma lo trova morto e viene aggredito dalle due nipoti dell’uomo, le esperte di artisti marziali Ping-ping (Yanin “Jeeja” Vismitananda) e Sue-Sue (Theerada Kittiseriprasert) che vogliono vendicare lo zio e credono che sia Kham il responsabile dell’omicidio. Mentre è in fuga dalle due ragazze e dalla polizia Kham incontra il suo vecchio amico Mark Sergeant (Mamma Jokmok), che mette al corrente Kham su un complotto terroristico che punta a far fallire i colloqui di pace che si stanno per svolgere a Bangkok.

The Protector 2 aka Tom Yum Goong 2 è un film votato all’eccesso e perde in efficacia proprio nella parte “action” che è il cuore di operazioni come questa, l’idea di abbandonare almeno in parte il brutale realismo a base di “Muay Thai” visto nel primo film, a favore di sequenze concepite per il 3D che sfruttano cavi ed effetti visivi, si rivela un’idea ben poco vincente che fa sfociare spesso e volentieri i coreografici combattimenti in scene irrealistiche e “cartoonizzate”, che poco si addicono ai gesti atletici duri e puri a cui ci ha abituati Jaa.

Il film funziona proprio quando i corpo a corpo non fruiscono di eccessi visivi, quando è l’arte marziale a parlare e non un baraccone artefatto che mette in secondo piano il gesto atletico, e in questo caso anche la trama che diventa ancor di più un blando e spesso incoerente collante tra un combattimento e l’altro.

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Chi scrive apprezza l’utilizzo di cavi e di escamotage visivi negli action con arti marziali, ma esclusivamente in film adatti in cui arricchiscono visivamente le coreografie di lotta come accade ad esempio nel “wuxiapian” o come sono stati utilizzati in Matrix, ma ci sono stati esempi in cui l’utilizzo di questa tecnica ha creato non pochi danni vedi uno Steven Seagal svolazzante in Ferite mortali, piuttosto che un oltremodo “leggiadro” Jet Li nell’esordio Romeo non deve morire, l’utilizzo di coreografie con cavi è una vera e propria arte, ma va dosata e utilizzata con estrema oculatezza.

Jaa e il regista Prachya Pinkaew si sono lasciati prendere la mano, troppo entusiasmo nel voler sfruttare 3D ed effetti visivi in un tripudio di “green screen”, un entusiasmo deleterio che ha trasformato Jaa in un supereroe che schiva treni, vola giù da ponti e combatte a colpi di scosse elettriche.

Con quello che abbiamo visto nel film originale e più di recente nell’action indonesiano The Raid questo nuovo lavoro di Toni Jaa sembra ancor più inadeguato anche nello sfruttare malamente tutta una serie di atleti e artisti marziali di contorno, tra cui spicca la bravissima co-protagonista “Jeeja” specialista in Taekwondo.

Voto di Pietro 4,5

The Protector 2 (Azione / Tailandia 2014). Un film di Prachya Pinkaew. Con Tony Jaa, Rza, Mum Jokmok, JeeJa Yanin, Teerada Kittisiriprasert, Marrese Crump, Ratha Pho-ngam, Vince Makiling, Ujal Thapa, Eddie Ruiz, Edgar Vargas, Jawed El Berni, Kazu Patrick Tang. Al cinema dal 25 settembre 2014.

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