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La ricerca della felicità: sincero o irritante?

La ricerca della felicità (The Pursuit of Happyness, USA, 2006) di Gabriele Muccino; con Will Smith, Jaden Smith, Thandie Newton, Brian Howe, James Karen, Dan Castellaneta.Ce ne sarebbero di cose da dire sul primo film americano di Muccino, e se ne potrebbe parlare per ore e ore, davvero. Perchè, anche se La ricerca della felicità

27 Gennaio 2007 15:56

La ricerca della felicità (The Pursuit of Happyness, USA, 2006) di Gabriele Muccino; con Will Smith, Jaden Smith, Thandie Newton, Brian Howe, James Karen, Dan Castellaneta.

Ce ne sarebbero di cose da dire sul primo film americano di Muccino, e se ne potrebbe parlare per ore e ore, davvero. Perchè, anche se La ricerca della felicità è un film molto semplice nella struttura e nella narrazione, apre facilmente più di un debattito. Che significa davvero che ogni abitante degli States può, secondo la costituzione, “cercare la felicità”? E’ davvero un diritto, e in che senso? E la felicità è davvero riuscire a sistemarsi e trovarsi un lavoro stabile?

Partendo dall’ultima questione, la pellicola è molto terra a terra: inutile negare che con un lavoro e un tetto sopra la testa si è già ad un buon punto. In questo, Muccino non è ipocrita: nella società attuale è questo ciò che s’intende per “felicità”, sistemarsi ed avere qualche buona certezza. Anche perchè le terribili disavventure che capitano a Chris Gardner, prima abbandonato dalla moglie poi in costante corsa per riuscire a trovare un lavoro, tra studio e costanti cambiamenti di alloggio per garantire una vita dignitosa al figlio, non sono assolutamente così patetiche come possono sembrare ad un occhio critico.
Alla ricerca del Sogno Americano, quindi, ma molto vicini all’ideologia che accomuna tutti in una società così: la sincerità del film sta in questo. Ma quando si è così sinceri, si rischia qualche scivolone. Muccino vuole costruire una bella favola, una storia edificante, e la storia del vero Gardner ci documenta già prima dell’entrata in sala che tutto è andato bene (anzi, diciamocelo: oggi è miliardario, quindi…): probabilmente se ci fosse stato un regista più coraggioso, avrebbe tradito questa realtà. Perchè “questa realtà” è unica, è rara, e per un Chris Gardener che ce la fa altre troppe migliaia sono ancora lì fuori a lottare e a piangere.
Commovente o irritante? Falso o sincero? Ad ognuno la sua interpretazione, tanto una cosa è sicura: Will Smith qui è davvero bravo.

Voto Gabriele: 6