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Dheepan: recensione in anteprima del film di Jacques Audiard

Festival di Cannes 2015: dall’inferno dello Sri Lanka a quello delle banlieue. Jacques Audiard con Dheepan ‘trasforma’ e rivitalizza il concetto di world cinema, aiutato da un protagonista che non potrebbe essere più in parte.

pubblicato 21 Maggio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 15:39

A giudicare dai primi minuti di Dheepan, Jacques Audiard ha deciso di buttarsi sul world cinema. Quello che, soprattutto nei festival, ha un’appeal sociale e ‘di denuncia’, in cui il dibattito post-visione non fa mai male. Siamo in Sri Lanka, dove vengono bruciati dei cadaveri. Il protagonista della nostra storia è sopravvissuto a una guerra e ha una ferita alla gamba.

Il suo nome è quello che dà il titolo al film, Dheepan, ed è un soldato dell’esercito delle Tigri che combatte per la liberazione dei Tamil. La Guerra Civile però la stanno perdendo, così l’uomo decide di scappare in Francia, portando con sé una donna e una bambina che non conosce. I tre si fingono una famiglia. Viene loro concessa una casa in una banlieue, e Dheepan inizia a lavorare come custode del vicinato.

Yalini, ovvero sua ‘moglie’, finisce invece a lavorare come badante per un uomo disabile in uno degli edifici. La donna si accorge ben presto che l’appartamento è utilizzato come punto di ritrovo di una gang, capitanata da Brahim, che in realtà la prende in simpatia. Illayaal, la ‘figlia’ della coppia, a scuola finisce in una classe per bimbi immigrati. Tutto inizia a girare per il verso giusto: ma la guerra scoppia anche nelle banlieue

Cinema sociale, quindi? Sì, ma non troppo, e fortunatamente molto poco canonizzato. Se i primi minuti, con Dheepan addirittura venditore ambulante, possono lasciare presagire chissà che normalizzazione del cinema di Audiard, basta poco per capire che stiamo guardando un suo film a tutti gli effetti. Basta anche pensare al concetto di ‘famiglia per necessità’, in cui gli outsider si trovano per cause di forza maggiore a darsi una mano e finiscono per creare un nucleo ex novo.

Dheepan è dei tre quello più convinto delle scelte che ha fatto, e il più volenteroso a volersi integrare. Yalini vuole invece andare in Inghilterra da una cugina, e vive molto male l’idea di restare in Francia. Illayaal prova a fare amicizia con qualche compagna di scuola, ma non sa ancora quanto è duro persino il mondo dei bambini delle banlieue. È anche vero che è lei la prima a imparare il francese, mentre Yalini ha estreme difficoltà.

L’integrazione è sin da subito l’aspetto principale secondo Dheepan per iniziare la sua nuova vita. Lo preoccupa molto il fatto che, quando i Francesi fanno battute e ridono, lui si sforzi anche solo a dover sorridere: “Capisco le loro parole, ma non mi fanno ridere”, confessa a Yalini. La quale, rispondendogli che gli manca forse semplicemente un po’ di senso dell’umorismo, sorride per la prima volta da tanto, troppo tempo.

Non ci sono vittime in Dheepan, ma persone che agiscono di conseguenza rispetto all’ambiente in cui vivono. Prima possono cadere, poi non solo hanno la forza di rialzarsi, ma hanno soprattutto la capacità di osservare, ‘studiare’ la situazione, imparare. Proprio come faceva Malik ne Il Profeta. Ovviamente qui c’è una ‘famiglia’ che richiama quella creatasi in Un sapore di ruggine e ossa, e il discorso rispetto a quel film non cambia: impareranno a proteggersi e andare avanti assieme.

Dheepan è quindi il world cinema che trascende, si fa narrazione mai spicciola, moralizzante o ‘educatrice’, sposa anche il genere e non si limita a mostrare versioni preconfezionate di una fetta di mondo. C’è il trauma della violenza e c’è la tematica centrale dell’immigrazione, ma questi concetti vengono utilizzati da Audiard per mostrarci personaggi autentici, sempre più complessi di come li avevamo conosciuti all’inizio, e per i quali in fondo non si può non tifare.

Il cinema di Audiard non è sempliciotto ma neanche distaccato, ed è la carta vincente di una narrazione già molto sicura, tenuta per le briglie, con alcuni lampi che bruciano. Anthonythasan Jesuthasan interpreta il protagonista nel modo più convincente possibile: non potrebbe essere altrimenti, visto che la trama è in parte ispirata alla sua storia vera. Un finale con postilla potrebbe far storcere il naso, ma è forse davvero difficile chiedere di più a un tipo di film del genere.

[rating title=”Voto di Gabriele” value=”8″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Antonio” value=”8″ layout=”left”]

Dheepan (Francia 2015, drammatico 109′) di Jacques Audiard; con Antonythasan Jesuthasan, Kalieaswari Srinivasan, Claudine Vinasithamby, Vincent Rottiers, Marc Zinga.

Festival di Cannes