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Venezia 2015: Go With Me – Recensione in Anteprima

Anthony Hopkins, Julia Stiles, Ray Liotta e Alexander Ludwig protagonisti dello scialbo thriller Go WIth Me

pubblicato 11 Settembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 12:49

Quando si dice un grande attore al servizio di una storia dannatamente povera. Sir Anthony Hopkins, qui non solo protagonista ma anche produttore, ha preferito non accompagnare alla 72. Mostra del Cinema di Venezia la sua ultima fatica, Go With Me, presentata quest’oggi fuori Concorso. Tratto dal romanzo Via con Me, scritto da Castle Freeman Jr. ed edito in Italia da Marcos y Marcos, il film ha segnato il ritorno in sala di Daniel Alfredson, regista svedese che aveva diretto i pessimi ultimi due capitoli cinematografici (ma nati per la tv) della Trilogia Millennium, ovvero La ragazza che giocava con il fuoco e La Regina dei Castelli di Carta. Passati sei anni, purtroppo, Alfredson si è malamente ripetuto, realizzando un’opera incredibilmente povera ed old style.

Dichiaratamente convinto di aver realizzato un western, più che un thriller, il regista svedese cita persino Cuore di Tenebra di Joseph Conrad per definire la propria ultima fatica, ambientata tra i boscaioli del nord ovest americano. Sulla frontiera. Qui trova spazio Lillian, giovane donna appena tornata in città dopo la morte della madre. Cameriera in un bar la ragazza viene perseguitata da un violento criminale del luogo, ex poliziotto poi passato all’altro lato della forza, tale Blackway. Impunemente lasciato libero di far quel che vuole, l’uomo semina terrore in lungo e in largo, tanto da portare lo sceriffo a lavarsene le mani. Peccato che Lillian, invitata ad andarsene per sfuggire alla pazzia di Blackway, non voglia cedere ad alcun compromesso, rimanendo in città per opporsi al sociopatico stalker. A venirle incontro, un po’ a sorpresa, un anziano ex taglialegna e il suo giovane ‘aiutante’. Armati e pronti a tutto pur di porre fine all’incubo, i 3 partono alla ricerca di Blackway.

C’è la giovane pulzella da ‘salvare’, l’anziano mentore, il suo fido scudiero e ovviamente il temibile folle da frenare in un unico modo: a pallettoni. E nient’altro. Trama ridotta all’osso ed evoluzione di scrittura al minimo sindacale per questo scialbo Go with Me, così clamorosamente piatto e scontato da lasciare sinceramente di sasso. Perché tolte le meravigliose scenografie naturali del Canada, tra nebbiosi paesaggi e spaventose foreste, del titolo di Alfredson rimane poco o niente, se non le prove da pre-pensionamento di Hopkins e Ray Liotta, neanche a dirlo negli abiti del macchiettistico pazzo.

Un atipico western, come detto da Alfredson, ma solo negli ingredienti iniziali, vedi le presenze della bella, del buono, del brutto e del cattivo. Per il resto puro e semplice elettroencefalogramma piatto, all’interno di una storia dai contorni quasi insensati, vedi un’intera città talmente impaurita da non far niente nei confronti di un unico ‘bandito’. Neanche fosse Lord Voldemort. Ma limitarsi ad ammazzarlo? Giammai.

Perché il temibilissimo Blackway viene dipinto per oltre un’ora come un genio della malavita, un mostro a tre teste, una sorta di Kaiser Soze 2.0, un gigante criminale da non infastidire, tanto da portare persino lo sciriffo a rimanergli distante. Con la coda tra le gambe. Praticamente un’intoccabile divinità, a tal punto da portare chiunque a consigliare alla povera Julia Stiles di ‘trasferirsi’, in modo da porre fine all’incubo. Semplicemente comico. Alimentando inesistente tensione su inesistente tensione, e una marea di ‘non detti’ che andranno a svuotare di senso tutta quella serie di eventi che la pellicola cavalca, Go with Me scivola persino nel finale a causa di un incontro/scontro buoni/cattivi risolto in fretta e furia, facendo inevitabilmente e rapidamente crollare l’esagerata maschera da ‘genio del male’ appiccicata sul volto di Liotta.

Più che Heart of Darkness, inopinatamente citato da Alfredson, dovremmo parlare di pura e semplice ‘tenebra cinematografica’, visto il quasi nullo risultato finale che in futuro potrà trovar spazio in un ‘Ciclo Alta Tensione’ formato Mediaset. Ma ciò che fa realmente paura, vuoi o non vuoi, è la seconda collaborazione del regista svedese in arrivo con Anthony Hopkins, ovvero Kidnapping Mr. Heineken. Perché a colui che fu Hannibal Lecter, sembra evidente, hanno divorato la capacità di giudizio. Sorseggiando Chianti.

[rating title=”Voto di Federico” value=”4″ layout=”left”]

Go With Me (Usa, Canada, Svezia, 2015, thriller) di Daniel Alfredson; con Anthony Hopkins, Julia Stiles, Ray Liotta, Alexander Ludwig, Hal Holbrook, Steve Bacic, Lochlyn Munro. Al cinema dal 13 Ottobre 2016.

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