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Stasera in tv: “Sentieri selvaggi” su Rete 4

Rete 4 stasera propone Sentieri selvaggi (The Searchers), film western del 1956 diretto da John Ford e interpretato da John Wayne, Jeffrey Hunter, Vera Miles e Ward Bond.

pubblicato 16 Novembre 2019 aggiornato 30 Luglio 2020 10:06

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Cast e personaggi

John Wayne: Ethan Edwards
Jeffrey Hunter: Martin Pawley
Vera Miles: Laurie Jorgensen
Ward Bond: Il reverendo Clayton
Olive Carey: Maria Jorgensen
John Qualen: Lars Jorgensen
Harry Carey Jr.: Brad Jorgensen
Ken Curtis: Charlie McCorry
Henry Brandon: Il Capo Scout
Hank Worden: Mose Harper
Dorothy Jordan: Martha Edwards
Walter Coy: Aaron Edwards
Natalie Wood: Debbie Edwards adolescente
Lana Wood: Debbie Edwards bambina
Robert Lyden: Ben Edwards
Pippa Scott: Lucy Edwards
Antonio Moreno: Emilio Figueroa
Patrick Wayne: Il tenente Greenhill
William Steele: Nesby
Peter Mamakos: Jerem Futterman

Doppiatori italiani

Emilio Cigoli: Ethan Edwards
Massimo Turci: Martin Pawley
Micaela Giustiniani: Laurie Jorgensen
Cesare Polacco: il reverendo Clayton
Gualtiero De Angelis: Brad Jorgensen
Gianfranco Bellini: Charlie McCorry
Renata Marini: Martha Edwards
Mario Pisu: Aaron Edwards
Ferruccio Amendola: tenente Greenhill
Amilcare Pettinelli: Nesby
Vittoria Febbi: Debbie Edwards
Maria Saccenti: Maria Jorgensen
Loris Gizzi: Emilio Figueroa
Cesare Fantoni: colonnello Greenhill
Flaminia Jandolo: Lucy Edwards
Leo Garavaglia: Mosè Harper
Gino Baghetti: Jerem Futterman
Mauro Serra: sergente dei rangers

 

La trama

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1868, la guerra di secessione americana è ormai giunta al termine da qualche anno, c’è il ritorno a casa dei soldati, tra questi Ethan Edwards (John Wayne), che porta con se il fardello della guerra, un passato doloroso e un amore mai sopito per Martha, la moglie di suo fratello Aaron. La famiglia accoglie il reduce, ma la vita per Ethan non sarà più la stessa.

In casa la situazione è tesa, Aaron lancia accuse di tradimento e diserzione all’indirizzo del fratello, lo provoca, in realtà cerca una verità che ormai per lui è consapevolezza, cerca la confessione di una relazione tra lui e la moglie Martha, ma Ethan non raccoglie la provocazione e zittisce il fratello con alcune monete d’oro. La mattina dopo Ethan e il nipote Martin, figlio adottivo di origini pellerossa del fratello, vengono conivolti dal reverendo e sceriffo Clayton nella caccia ad una pericolosa banda di Comanche che terrorizzano la comunità.

Purtroppo appena i due si allontanano dal ranch, i Comanche trucidano la famiglia di Ethan, rapendo le due nipoti Lucie e Debbie. Deciso a vendicarsi Ethan organizza una missione di recupero facendo subito intendere al gruppo che difficilmente le due ragazze sopravviveranno, ma che lui comunque farà giustizia.

Dopo il ritrovamento del corpo seviziato di Lucy inizierà per Ethan un’interminabile caccia che lo porterà a percorrere migliaia di chilometri e a confrontarsi ripetutamente negli anni a venire con il suo profondo odio verso i pellerossa, odio originato ed alimentato da un terribile episodio che riguarda il suo passato.

 

Il nostro commento

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Sentieri selvaggi è la summa dell’epica “fordiana”, un film che incanta per l’estetica, lascia spiazzati per l’uso e la dilatazione dei tempi narrativi, ma che si rivela suggestivo e geniale solo come il cinema di John Ford sa essere, non dimenticando l’apporto dell’attore feticcio di Ford, ventuno i film girati insieme, quel John Wayne eroe d’altri tempi e duro per antonomasia che ha fatto del western la sua maschera prediletta.

Un indiscutibile cult prepotentemente complesso, ma proprio per questo viscerale ed evocativo solo come un grande racconto di frontiera sa essere; assolutamente imperdibile per gli amanti del genere mentre per i non avvezzi al western potrebbe essere l’occasione per scoprire il genere con il titolo più rappresentativo della sterminata filmografia del grande cineasta statunitense che con una serie di scene da antologia entra di diritto nella storia del cinema.

 

Curiosità

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  • Il ruolo di Ethan Edwards in questo film è considerato il miglior personaggio interpretato sullo schermo da John Wayne nonché ruolo preferito dall’attore. A dimostrazione di ciò John Wayne ha chiamato suo figlio Ethan Wayne.
  • Natalie Wood era ancora uno studentessa di liceo quando il film venne realizzato e in diverse occasioni, sia John Wayne che Jeffrey Hunter sono dovuti andare a prenderla a scuola nei giorni in cui la Wood doveva essere sul set. Ciò causò molto  entusiasmo tra le compagne di scuola della Wood.
  • Una parte significativa della trama labirintica del film si rivela su un oggetto di scena che gli spettatori più occasionali notano raramente. Poco prima del raid indiano alla fattoria Edwards, la lapide (della madre di Ethan) nascosta dietro a Debbie rivela l’origine dell’odio lampante di Ethan verso i Comanche. Sulla lapide si legge: “Qui giace Mary Jane Edwards uccisa dai Comanche il 12 maggio 1852. Una amorevole moglie e madre di 41 anni”.
  • L’eccentrico perosonaggio di Mose Harper, interpretato da Hank Worden, è vagamente basato su un personaggio storico reale chiamato “Mad Mose”, un leggendario combattente pellerossa del sud-ovest americano un po’ strambo e con una predilezione per sedie a dondolo.
  • Questo film è stato visto in un cinema in Texas dal cantante Buddy Holly e i suoi amici durante l’estate del 1956. Buddy e compagni rimasero così colpiti dall’uso ripetuto di Ethan (John Wayne) della frase “That’ll be the day” che l’hanno usata come titolo per una loro canzone rock.
  • La star di film western Harry Carey è morto nel 1947. Il regista John Ford scelse la moglie di Carey (Olive Carey) per il ruolo della signora Jorgensen (la madre) e il figlio di Carey (Harry Carey Jr.) per interpretare uno dei figli (Brad) come un omaggio a Carey. Nella scena finale con John Wayne sulla soglia della porta, Wayne tiene il gomito destro e la mano sinistra in una posa che i fan di Carey riconosceranno come tipica dell’attore. Wayne ha dichiarato più tardi che lo ha fatto come un omaggio a Carey, mentre dietro la macchina da presa ad osservare c’era Olive Carey.
  • Durante le riprese un bambino navajo si ammalò gravemente di polmonite e aveva bisogno di cure mediche urgenti. John Wayne aveva il suo aereo sul posto e disse al suo pilota di portare il bambino in ospedale. Per il suo gesto i Navajo lo hanno soprannominato “L’uomo con la grande aquila”.
  • Questo film è al primo posto nella lista dell’American Film Institute dei 10 più grandi film di genere “western”.
  • Il ruolo di un giovane ufficiale di cavalleria, il tenente Greenhill, è interpretato da Patrick Wayne, figlio di John Wayne.
  • In una biografia di John Ford si racconta che dopo le riprese l’attore Ward Bond nella sua stanza di motel sarebbe andato in giro nudo con le tende aperte nella speranza di attirare l’attenzione di Vera Miles. A quanto pare questo piano non ha avuto i risultati sperati.
  • Nella scena di danza appena prima del matrimonio, i ballerini coinvolti sono alcuni dei più famosi stuntmen dell’epoca. Chuck Hayward, Terry Wilson, John Hudkins, Fred Kennedy, Frank McGrath e Chuck Roberson possono essere visti ballare. Dopo la scena la troupe li ha soprannominati “Le ballerine di Ford”.
  • Nel 1963 il critico e regista Jean-Luc Godard ha definito questo film il quarto più grande film americano dell’era del sonoro.
  • Gli attori che hanno interpretano i Comanche nel film sono tutti indiani Navajo, con l’eccezione del Capo Scar (nella versione doppiata in italiano “Capo Scout”), interpretato da Henry Brandon, un attore ebreo di origini tedesche. Il linguaggio, i costumi e le danze raffigurati nel film fanno tutti parte della tradizione Navajo, non Comanche. Il canto funebre Comanche è in realtà il canto Navajo “Danza della Squaw”.
  • La ripresa del discorso di Ethan in cui racconta la sua scoperta e la sepoltura di Lucy ha richiesto più di una ripresa, ma solo perché Ward Bond aveva bisogno di radersi. John Wayne aveva azzeccato la scena al primo colpo, ma per qualche motivo inspiegabile, la macchina da presa si era fermata. Estremamente irritato, John Ford ha chiesto all’operatore cosa non andava con la macchina da presa e ,mentre attendeva una riposta l’alimentazione della macchina da presa è tornata e hanno ripreso a girare la scena senza incidenti. In realtà non c’era nulla che non andava nella macchina da presa, era che Bond aveva staccato la spina della macchina da presa per usare il rasoio elettrico. La troupe non lo disse mai a Ford, per paura che avrebbe fisicamente aggredito Bond. Ma anni dopo la morte di Bond, il cameraman Winton C. Hoch ha detto a Ford dell’incidente ad un evento di Hollywood. Secondo quanto riferito, il volto di Ford è diventato bianco e il regista era senza parole.
  • Jeffrey Hunter aveva quasi 29 anni al momento delle riprese, anche se il suo personaggio era un adolescente.
  • Hank Worden (Mose Harper) doveva finire le riprese di Il cacciatore di indiani (1955) e non era disponibile per alcune riprese in questo film. Nelle scene in cui i Rangers cavalcano insieme nella Monument Valley, il “Vecchio Mose Harper” che posa per una foto di gruppo è interpretato da un altro attore di cui viene nascosto il viso. Inquadrature singole di queste scene con Worden nei panni di Harper sono state girate in seguito.
  • La sceneggiatura del film è stata adattata da Frank S. Nugent dal romanzo “The Searchers” del 1954 di Alan Le May.
  • Nel 2007, l’American Film Institute ha classificato questo come il 12° più grande film di tutti i tempi.
  • Mentre girava nel deserto John Ford è stato morso da uno scorpione. Preoccupato per il suo investimento, il finanziatore CV Whitney chiese a John Wayne, “E se lo perdiamo? Che cosa faremo?”. Wayne si è offerto di andare di persona a constatare lo stato di salute del regista. Pochi minuti dopo è uscito dalla roulotte di Ford dicendo a Whitney, “Sta bene. John sta bene, è lo scorpione che è morto”.
  • Lana Wood ha vissuto un provino molto bizzarro. L’attrice è stata portata in una stanza dove è stata presentata a John Wayne e John Ford. Invece di provare una scena del copione con i due interpreti, Ford diede un ordine a Wayne, “Sollevala per favore”. Come Lana ha raccontato nella sua autobiografia, “Il signor Wayne si alzò in piedi, sorrise e si strofinò le enormi mani. Poi si chinò e mi sollevò senza smettere mai di sorridermi. ‘Va bene, non è un problema’ disse infine chiedendo di mettermi giù. E questo è tutto”.
  • John Ford era disposto a permettere a John Wayne di fare marcia indietro per questo film per recitare in I sette assassini (1956). Wayne però scelse di recitare in questo film.
  • Nel 1989 è stato tra i primi 25 film selezionati dalla Biblioteca del Congresso per la preservazione nel National Film Registry.
  • David Lean ha visto il film più volte mentre si preparava per Lawrence D’Arabia per apprendere come si poteva riprendere al meglio un paesaggio.
  • Steven Spielberg, Martin Scorsese, George Lucas, Jean-Luc Godard, John Milius e Paul Schrader lo considerano uno dei film che più li ha influenzati e nei loro lavori lo hanno tutti omaggiato in diverse forme.
  • Nel 2006 la sceneggiatura del film è stata votata al numero 97 delle migliori sceneggiature di tutti i tempi dal Writers Guild of America.
  • Robert Wagner ha sostenuto provino per il ruolo di Martin Pawley.
  • Il film è stato ispirato da eventi reali. Nel 1836 alcuni Comanche rapirono Cynthia Ann Parker. Lei visse con loro,  diventò un membro della tribù e diede alla luce un figlio. Un giorno i soldati americani attaccarono l’accampamento della tribù e la portarono via con loro, anche se lei non voleva lasciare “il suo popolo”. La donna ha deplorato tale azione e la perdita di suo figlio per il resto della sua vita. Il figlio della donna, Quanah Parker, è diventato un leader Comanche e ha combattuto l’esercito per molti anni. Quando lui e la sua tribù infine si arresero andò a vivere tra i bianchi diventando un imprenditore di successo.

La colonna sonora

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  • Le musiche originali del film sono del compositore Premio Oscar Max Steiner (King Kong, Via col Vento, E’ nata una stella).
  • La melodia che accompagna i titoli di testa è “Lorena”, scritta da Joseph Webster e Henry DeLafayette Webster. Anche se questa canzone è stata scritta a Chicago nel 1857, è meglio conosciuta per essere stata la favorita dei soldati confederati durante la guerra civile.
  • Il brano che suona quando John Wayne si avvicina all’inizio del film è una versione lenta di “The Bonnie Blue Flag” (titolo originale: “The Irish Jaunting Car”). Questa canzone e “Dixie” di Daniel Decatur Emmett erano i due “inni” della Confederazione.

stasera-in-tv-su-rete-4-sentieri-selvaggi-con-john-wayne.jpgTRACK LISTINGS

1. Main Title / The Searchers (The Sons of the Pioneers)
2. Ethan Returns
3. Meet Martin
4. Locket For Debbie
5. Ethan and Aaron / The Searchers
6. Goodbye Ethan
7. Posse Rides
8. Comanches / Edwards Ranch At Sundown
9. Debbie At the Tombstone
10. Martin Dragging His Saddle / Burning Ranch
11. The Searchers / Indian’s Grave
12. Ethan Joins the Posse
13. The Searchers / Indians Surround the Posse/ Death Chant / Indians Charge Into the River
14. Saddle Up / The Searchers
15. No Bonfires
16. Ethan Returns from Scouting
17. Brad Dies / The Searchers
18. Laurie and Martin
19.Laurie and Martin Argue
20. Ethan’s Dummy Ruse
21. News of Debbie
22. Camp By the Lake
23. Buffalo Herd / Buffalo Drums
24. Assembly
25. The Searchers / Cavalry Crosses the Snowfield
26. Mose
27. Cicatriz
28. Scar’s Tepee
29. Debbie Refuses to Leave
30. Arrow Hits Ethan / The Searchers
31. Laurie Warns Martin
32. Martin to the Rescue
33. The Searchers / Martin Shoots Scar
34. Attack On the Indian Village
35. Reunion of Ethan and Debbie
36. End Title / The Searchers (The Sons of the Pioneers)
37. The Searchers (The Sons of the Pioneers)

 

 

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