Home Paolo Virzì Cannes 2016: La pazza gioia di Paolo Virzì – Recensione in Anteprima

Cannes 2016: La pazza gioia di Paolo Virzì – Recensione in Anteprima

Pioggia di applausi al Festival di Cannes per La Pazza Gioia di Paolo Virzì, dal 17 maggio nei cinema d’Italia.

pubblicato 16 Maggio 2016 aggiornato 8 Marzo 2024 15:06

Oltre 10 minuti di applausi e una più che meritata standing ovation hanno accolto La pazza gioia di Paolo Virzì al Festival di Cannes, dove è in Concorso nella sezione Quinzaine des Réalisateurs. Il perché Thierry Frémaux non l’abbia inserito tra i 21 film in corsa per la Palma d’Oro è a noi sconosciuto, ma se così non fosse stato Virzì, ormai sempre più tesoro della cinematografia nazionale, non avrebbe affatto sfigurato.

La Pazza Gioia, suo dodicesimo film in 22 anni, è un atipico road-movie al femminile che strizza volutamente l’occhio a Thelma e Louise e conferma l’unicità del cinema virziniano, in grado di spaziare tra i generi con delicatezza estrema, oscillando continuamente tra il sorriso e la commozione. L’unico vero erede dei grandi autori della commedia italiana che fu torna in questo caso nella sua amata Toscana, alle porte di Montecatini, dopo aver conquistato David e Nastri grazie al freddo e cinico nord de Il Capitale Umano. Nel farlo Virzì si è affidato a due attrici che possiamo ormai quasi considerare due ‘volti’ del suo cinema, ovvero la moglie Micaela Ramazzotti, qui al suo terzo film con lui, e Valeria Bruni Tedeschi, vincitrice di un David proprio con Il capitale umano.

Quest’ultima è Beatrice Morandini Valdirana, squilibrata chiacchierona sedicente contessa e a suo dire in intimità coi potenti della Terra, in realtà fatta internare dall’ex marito nonché avvocato in una comunità terapeutica per donne con disturbi mentali. Ed è proprio qui, in una caldissima estate, che Beatrice conosce Donatella Morelli, giovane donna tatuata, fragile e silenziosa che custodisce un doloroso segreto. Dal nulla, anche se caratterialmente distanti, le due diverranno incredibilmente amiche, tanto da dar vita ad una strampalata fuga dalla comunità che le condurrà alla disperata ricerca di quella felicità da tempo sfuggita.

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C’è ovviamente una mano femmile, quella di Francesca Archibugi, dietro il delizioso script de La Pazza Gioia, da lei co-sceneggiato al fianco di Virzì. I due hanno con sapienza costruito dei personaggi agli antipodi, raccontando con sincerità un mondo ai più sconosciuto. Un mondo di donne dimenticate e punite a causa dei propri problemi psichici, con quei terapeuti ed assistenti sociali che quotidianamente combattono con passione e dignità per riuscire ad aiutarle, a ‘recuperarle’, letteralmente, in modo da poter poi tornare in quella stessa società che le aveva rigettate.

Si ride amaramente, dinanzi alla travolgente e strepitosa Valeria Bruni Tedeschi, così logorroica, egocentrica e romanticamente fragile. E’ a lei che Virzì affida la parte ‘comica’ della coppia, è lei che trascina la silenziosa e depressa Ramazzotti dal guscio in cui si era nascosta. L’alchimia tra le due attrici è abbagliante, perché l’una si fonde nell’altra, facendo così emergere le debolezze, le paure, i desideri, le esigenze di queste due donne tanto differenti eppure clamorosamente simili, in quanto bisognose d’affetto.

Raramente, tra i film italiani degli ultimi anni, avevamo assistito ad una sensibilità simile nei confronti dell’universo femminile, qui con maestria dipinto da un uomo. Attorno a Beatrice e Donatella ruotano personaggi secondari, che entrano ed escono dalle loro vite, dalla loro folle fuga, da questo splendido film in cui si diventa matti per amore. Da una parte l’amore nei confronti di un padre assente nonché idealizzato e di un figlio portato via, dall’altra l’amore nei confronti di un uomo, di un delinquente che continua a rovinarti l’esistenza anche se lontano, logorandoti da dentro.

C’è poi l’altra faccia della medaglia femminile, che vede le figlie confrontarsi con le madri. Mamme discutibili e poco affettuose, interpretate da Marisa Borini (vera madre di Valeria Bruni Tedeschi) e da una ritrovata Anna Galiena, entrambe da Virzì utilizzate quanto basta per completare l’architettura psichica ed affettiva delle sue protagoniste. Due matte ritrovatesi braccate in quel manicomio a cielo aperto che è il mondo dei sani, da Virzì sempre visto con distacco, rimarcando il più delle volte con cinismo eccessi e realtà che contraddistinguono quella società che viene comunemente considerata ‘normale’. Se non fosse che a Beatrice e Donatella, così sfacciatamente e dichiaratamente folli, non si può proprio non voler bene. Ed è merito del loro ‘creatore’, se cotanta impresa è andata in porto zigzagando costantemente tra lacrime e risate.

[rating title=”Voto di Federico:” value=”7.5″ layout=”left”]

La Pazza Gioia (Ita, commedia, drammatico, 2016) di Paolo Virzì; con Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Valentina Carnelutti, Tommaso Ragno, Bob Messini, Sergio Albelli, Anna Galiena, Marisa Borini, Marco Messeri, Bobo Rondelli – uscita in sala: martedì 17 maggio 2016.

Paolo Virzì