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Venezia 2016: Orecchie di Alessandro Aronadio, recensione in anteprima

Daniele Parisi esilarante protagonista nel sorprendente Orecchie di Alessandro Aronadio, film targato Biennale College.

pubblicato 7 Settembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 06:01

Un piccolo ‘caso’ cinematografico è esploso alla 73esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia: Orecchie, opera seconda del 41enne Alessandro Aronadio che è stata trionfalmente accolta al Lido. Un progetto a microbudget targato Biennale College che ha suscitato risate ed applausi lanciando nell’Olimpo del cinema italiano un esordiente fino ad oggi sconosciuto: Daniele Parisi, straordinario protagonista di questo esilarante titolo dai toni volutamente grotteschi, girato in bianco e nero e con un formato che con il passare dei minuti si allarga, seguendo passo passo la crescita introspettiva di un personaggio principale inizialmente accartocciato su se stesso.

Al centro della trama un supplente di filosofia, un uomo in conflitto con il mondo intero perché schifato da tutto e tutti, tanto dall’essersi chiuso all’interno di un’esistenza fortemente frenata dal suo non voler scendere a compromessi. Tutto cambia quando una mattina, dopo essersi svegliato con un fastidioso fischio alle orecchie, un biglietto lasciato dalla sua fidanzata sul frigorifero l’avvisa della morte di un suo caro amico, tale Luigi. Peccato che lui non conosca nessun Luigi, anche se quest’ultimo abbia prima di morire espressamente chiesto di lui al funerale. Ha così inizio una surreale giornata particolare in cui, tra appuntamenti medici per risolvere il dilemma legato all’udito e incontri folli, il triste supplente potrà finalmente guardarsi allo specchio, gettare la maschera e iniziare a vivere. Sorridendo, perché finalmente serenamente felice.

Non solo il folgorante Parisi, nome che nel giro di pochi anni impareremo a conoscere, ma anche Silvia D’Amico, Pamela Villoresi, Ivan Franek, Rocco Papaleo, Piera Degli Esposti, Milena Vukotic, Andrea Purgatori, Massimo Wertmüller e Niccolò Senni. Un cast d’eccezione per un film tanto piccolo, con Roma unica location a cielo aperto tra Torpignattara e la Prenestina, il Ponte Umberto I e la scalinata di San Pietro in Vincoli, Tor Marancia, il Villaggio Olimpico e Piazza delle Vaschette a BorgoPio.

Una commedia agrodolce dalla scrittura ispirata quella targata Aronadio, regista di Due vite per Caso, riuscito con estrema eleganza a trattare temi esistenziali qui alleggeriti con un taglio volutamente tragicomico. Un senso di smarrimento, quello vissuto dal protagonista, dettato da uno scollamento dalla realtà che lo circonda, a suo dire esageratamente folle e incomprensibile. Un fischio, quello che improvvisamente inizia a stressare le sue povere orecchie, visto come metafora universale di questo distacco. Un rumore di fondo dai più taciuto, nascosto, vissuto con imbarazzo e raramente affrontato, qui prima studiato, poi temuto ed infine accettato. Perché solo così facendo, ovvero accogliendo le diversità e la felicità altrui, si può davvero trovar posto in questo folle mondo, a cui molti sono convinti di non appartenere.

Particolarmente divertente ed estremamente intelligente nell’andare incontro ad un ineccepibile finale che di fatto completa il bizzarro cerchio tracciato nell’ora e mezza precedente, Orecchie poggia sul volto incredibilmente espressivo di Parisi, nella parte conclusiva chiamato a celebrare ‘il proprio’ funerale dinanzi alle persone più amate, in modo da risorgere negli abiti di una persona finalmente appagata. Serena. Felice. Disturbi otorinolaringoiatrici compresi.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7.5″ layout=”left”]

Orecchie (Commedia, Ita, 2016) di Alessandro Aronadio; con Daniele Parisi, Rocco Papaleo, Silvia D’Amico, Piera Degli Esposti, Pamela Villoresi, Silvana Bosi, Masaria Colucci, Sonia Gessner, Francesca Antonelli, Re Salvador – Biennale College