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Roma 2016, 3 Generations: Recensione in Anteprima

Tre grandi attrici alle prese con la strada della ‘transizione’ in 3 Generations.

pubblicato 13 Ottobre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 05:01

Strana storia, quella di questo 3 Generations – Una famiglia quasi perfetta, film che ha inaugurato Alice nella Città 2016, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma. Presentato al Festival di Toronto del 2015 con il titolo About Ray, il film di Gaby Dellal è stato acquistato dai Weinstein e incredibilmente mai distribuito in patria, anche se trainato da tre straordinarie attrici come Naomi Watts, Elle Fanning e Susan Sarandon. Quanto mai attuale la trama, poi, perché centrata sul cambio di sesso in età adolescenziale, problema sociale di non poco conto negli States visti i tanti, troppi casi di suicidi legati proprio a mancate e/o mai accettate transizioni.

Sforbiciati circa 20 minuti rispetto alla versione vista 12 mesi fa in Canada, 3 Generations si presenta ora ad un mercato, quello italiano, onestamente bisognoso di una simile storia, perché tanto concreta e reale quanto da queste parti troppo spesso ignorata, per non dire diffamata.

Protagonista una ragazzina di nome Ramona che da oltre 10 anni, ora ne ha 16, si sente ‘eccezione’. Perché maschio nel corpo di una femmina. Ramona non esiste più, se non esteriormente, e ha lasciato il posto a Ray. Ray ama gli skate e una compagna di scuola, suona il piano, realizza remix e docu-video in cui racconta al mondo il proprio io, da sempre limitato da un involucro che non gli appartiene. Essendo ancora minorenne, Ray ha bisogno del permesso scritto dei due genitori per iniziare quella transizione dal genere femminile a quello maschile che da anni sogna giorno e notte, con tanto di intensi allenamenti quotidiani per mettere massa muscolare e ampliare il torace, accuratamente ‘fasciato’. Peccato ci sia una famiglia molto poco ‘tradizionale’, alle spalle del ragazzo, con mamma sigle e sentimentalmente disastrata, nonna lesbica e femminista convinta e soprattutto un padre da sempre assente che non vuole firmare il necessario documento per il cambio di sesso.

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Dal 2014 ad oggi, ovvero da quando sono iniziate le riprese di 3 Generations, l’universo transgender si è finalmente fatto strada all’interno dei media grazie ad avvenimenti che hanno coinvolto soprattutto gli Stati Uniti d’America: l’arruolamento delle persone trans all’interno dell’esercito americano; il coming out hollywoodiano di Lana e Lilly Wachowski; quello forse ancor più rumoroso di Caitlyn Jenner; il lancio da parte del New York Times di una sezione editoriale dedicata alle questioni attenenti ai transgender; il boom della serie Transparent, vincitrice di vari Emmy; l’uomo transgender che è diventato il principale candidato per la rivista Men’s Health; il successo di Laverne Cox, volto di Orange is the New Black; l’uscita al cinema di The Danish Girl; l’ondata di polemiche legata ai bagni ‘anti-trans’ che hanno travolto decine di Stati a stelle e strisce.

A lungo ‘oscurato’ rispetto alle altre componenti del ricco e variegato Universo LGBTQ, proprio l’elemento transgender è alla base della pellicola di Gaby Dellal, capace di dare credibilità e sostanza al dramma quotidiano vissuto da migliaia di ragazzi e ragazze, uomini e donne che vivono in corpi che non appartengono loro. E’ proprio qui, nell’addolorato e sognante volto androgino di una bravissima Fanning, che 3 Generations diventa quasi ‘necessario’, dando spazio e risalto ad una verità ai più sconosciuta e dai più trattata con indifendibile approssimazione. Nel dipingere l’eccentrica famiglia che le ruota attorno la Dellal semina inevitabili quesiti (‘e se mai dovesse ripensarci? non sarà troppo piccolo? che madre sono se negassi o acconsentissi alla sua transizione? se prova attrazione per le ragazze non sarà semplicemente lesbica?‘) e improvvisamente, purtroppo, cambia strada per concentrarsi sul dramma familiare che coinvolge direttamente la madre di Ray, ovvero un’intensa Naomi Watts, principale colpevole dell’assenza di un padre. Dal passato della donna riemergono uomini che ampliano la visione d’insieme, distogliendo indirettamente lo sguardo dalla agognata transizione desiderata dal 16enne.

Assegnato alla nonna lesbica Susan Sarandon e alla rispettiva compagna il compito di ‘alleggerire’ il tutto attraverso irriverenti e sferzanti battute, 3 Generations tocca corde emotive universali che vanno oltre il mondo LGBTQ, coinvolgendo più semplicemente l’essere genitori, figli, madri, padri, nonni, esseri umani. Privo di cliché transomofobi di tipo scolastico, perché Ray è tendenzialmente ben accetto da tutti, il film vive sulle spalle di tre prove recitative di grande impatto, tendenzialmente limitate da uno script che narrativamente parlando muta in modo esageratamente drastico. Ma nel suo complesso dannatamente attuale.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6.5″ layout=”left”]

3 Generations – Una famiglia quasi perfetta (3 Generations, film 2015, drammatico, Usa) di Gaby Dellal; con Tate Donovan, Naomi Watts, Elle Fanning, Susan Sarandon, Sam Trammell, Maria Dizzia, Linda Emond, Jason Erik Zacek, Tessa Albertson, Jordan Carlos – uscita giovedì 24 novembre 2016.

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