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Roma 2016, Le stagioni di Louise: Recensione in Anteprima

Con Louise by the Shore di Jean-François Laguionie l’animazione francese sbarca alla Festa del Cinema di Roma 2016.

pubblicato 17 Ottobre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 04:53

Che l’animazione francese sia in grado di sfornare autentiche perle è cosa ormai nota. Non c’è stagione, va detto, che da Oltralpe non arrivi un piccolo gioiello in grado di competere, qualitativamente parlando, con i colossi dell’animazione americana, scaldando i cuori di chi guarda attraverso storie emozionali e disegni più minimali e molto meno realistici ma non per questo poco affascinanti. Tutt’altro.

Regola confermata da Louise by the Shore di Jean-François Laguionie, presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione autonoma e parallela Alice nella Città. Protagonista un’adorabile vecchietta, Louise, pronta a tornare a casa al termine dell’ultimo giorno d’estate. La donna, dopo aver passato la giornata nell’assolata e frequentatissima spiaggia, si dirige verso la stazione per prendere l’ultimo treno a disposizione, senza però rendersi conto di aver fatto tardi. Louise è così rimasta sola, unica abitante della piccola località balneare che si affolla tra giugno e agosto e puntualmente si svuota a settembre, mentre una temibile tempesta si abbatte su di lei per 3 giorni e 3 notti. Lenta nell’incedere, con le ossa doloranti e una memoria ballerina, l’anziana si trasforma inaspettatamente in una novella Robinson Crusoe, salutando la propria umida casa per costruirsi una minuscola capanna di legno direttamente sulla spiaggia. Abbandonata da tutti, Louise non si scoraggia, accettando la sfida di dover sopravvivere in totale solitudine per un anno intero, affrontando non solo la natura ma anche, se non soprattutto, i ricordi da tempo dimenticati.

7 anni dopo il meraviglioso Carl Fredricksen firmato Pixar, è la Francia a sfornare un’altra meravigliosa anziana animata, qui alla ricerca della propria sbiadita memoria nella deliziosa opera di Laguionie. Un film dalle corde tutt’altro che infantili, quello scritto e diretto dal regista di Scimmie come noi, perché tutto centrato sul recupero della propria identità e della propria mente ballerina da parte di questa donna rimasta sola al mondo. Alternando sogni e realtà, con flashback dal taglio onirico che conducono Louise verso verità da decenni rimosse, Laguionie si concede una struggente riflessione sulla memoria, sulla terza età e sui sensi di colpa che inevitabilmente salgono a galla, una volta rimasti senza nessuno al proprio fianco e con una vita intera alle proprie spalle da guardare con distacco. Una prolungata solitudine che consentirà alla donna di riscoprire la fanciullina che fu, tra inquientanti scheletri parlanti, amori traditi, genitori scaricati e ragazzi prima sedotti e poi abbandonati.

Per 3/4 privo di dialoghi e interamente ‘raccontato’ dalla voce in prima persona della stessa protagonista, il film cambia marcia con l’ingresso in scena del cagnolino Pépère, trovato in una discarica e da allora rimasto al fianco della nuova padrona. Prima in silenzio, come un’ombra, e poi magicamente attraverso l’uso della parola. Il dialogo prende così inaspettatamente forma per una breve parte di racconto, zigzagando tra malinconia e felicità, depressione e vitalità, paura e ottimismo, al centro di un quadro animato dai colori pastello che procede con lentezza, senza però mai perdersi tra le dune della memoria della dolce Louise, da lei ripercorse a schiena dritta e a testa alta.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]

Le stagioni di Louise (Louise by the Shore) di Jean-François Laguionie – Animazione, Francia 2016. Al cinema dal 22 Dicembre 2016.

Festa del Cinema di Roma