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Roma 2016, Captain Fantastic: Recensione in Anteprima

Crescere sei figli rimanendo il più possibile distanti dal mondo contemporaneo, è davvero possibile?

pubblicato 19 Ottobre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 04:48

Il cinema indie americano torna a pennellare strambe famiglie cinematografiche con Captain Fantastic, secondo titolo da regista dell’attore Matt Ross capitanato da un eccellente Viggo Mortensen. Presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione autonoma e parallela Alice nella Città, il film sembrerebbe solo in apparenza scimmiottare un certo tipo di cinema velatamente ‘wesandersoniano’, delineando i lineamenti di una famiglia decisamente fuori dalla norma.

Nel cuore delle foreste del Pacifico Nordoccidentale, Ben Cash cresce i suoi sei figli il più lontano possibile dall’influenza della moderna cultura consumistica, tanto da non festeggiare il Natale bensì il ‘Noam Chomsky Day‘, in onore del linguista, filosofo, teorico della comunicazione e anarchico statunitense. Da sempre, ovvero da quando i bimbi sono nati, questo ‘fantastico’ padre li educa seguendo le rigide regole della natura. I ragazzi, che hanno nomi volutamente inventati in quanto ‘unici al mondo’, mangiano quasi esclusivamente quel che cacciano, conoscono le regole base della medicina, ricevono armi in regalo, sanno trattare il pellame, conoscono sei lingue (compreso l’esperanto), suonano strumenti vari, sono dotati di una resistenza cardiovascolare e muscolare da atleti provetti, citano Marx, approfondiscono studi antropologici, hanno una mostruosa preparazione sui testi classici, ascoltano solo musica classica, non dicono mai bugie ed esprimono opinioni sempre e solo articolate (bandite parole come ‘interessante’). “Re filosofi”, apparentemente, se non fosse che una tragedia, ovvero la morte della madre malata, li costringa ad abbandonare questo paradiso platoniano per riabbracciare il tanto odiato mondo esterno, visto il funerale da loro mai avallato ma voluto dai ricchi genitori di lei. Ed è qui che Ben, per la prima volta in vita sua, inizierà a dubitare della propria figura genitoriale.

C’è dichiaratamente dell’autobiografico, in questa seconda fatica registica di Ross, cresciuto nelle comuni della California del Nord e nell’Oregon, senza televisione e senza tecnologie di alcun tipo. Qui anche sceneggiatore, il regista ha saputo trattare con grazia un tema quanto mai scottante, legato all’essere genitori al giorno d’oggi. Questo padre solo apparentemente fautore delle libertà, ma in realtà chiaro ‘dittatore’ nell’indirizzare i comportamenti dei figli, comincia a chiedersi se li abbia realmente educati alla vita. Spaventosamente acculturati, fisicamente preparati e clamorosamente educati, i 6 pargoli hanno infatti seri problemi di socializzazione e di condivisione con il mondo esterno. Il mondo reale, che si trova fuori dai boschi, che indossa Adidas e Nike, gioca alla Playstation, guarda la tv, mangia nei fast food e non ha bisogno di uccidere, squartare e cucinare un cervo per saziare la fame. La parabola dipinta da Ross, che vedrà papà Viggo in viaggio con i figli a bordo di un vero e proprio scuola/casa/bus, è da questo punto di vista perfetta, perché da una parte estremamente divertente e dall’altra effettivamente chiara nell’esplicitare gli eccessi e soprattutto i limiti di una simile educazione.

Fortemente emozionale e probabilmente eccessivo nell’andare incontro a determinate evoluzioni narrative (legate in particolar modo all’ingresso in scena dei nonni materni e ad alcune forzate esagerazioni comportamentali dei sei ragazzi), Captain Fantastic attacca esplicitamente la società americana odierna, vista non solo come perfetta rappresentazione del più sfacciato consumismo ma anche come fallimento educativo dal punto di vista scolastico, vedi l’ignoranza media che serpeggia tra i diplomati e i laureati a stelle e strisce. I figli di Viggo, istruiti a casa da mamma e papà, sono non a caso dei piccoli geni che citano a memoria la costituzione americana, per poi farsi forza al motto ‘potere alle persone, resisti al potere‘.

Mortensen, accusato da due dei figli maschi di aver creato dei ‘mostri’, dei fenomeni da baraccone che nulla sanno dalla vita reale (quella che non si legge sulle pagine di un libro ma che si tocca con mano giorno dopo giorno, stando tra la gente e con la gente), non è altro che un padre assalito dai dubbi e dalle responsabilità, come qualsiasi altro genitore sulla faccia della Terra. Un papà un po’ hyppie e un po’ ‘supereroe’, perché in grado di crescere sei figli in totale solitudine dopo la morte dell’amata moglie, e dal fantastico senso di adattamento, in quanto capace di cambiare idea e posizione dopo oltre 10 anni di assoluta e cieca dedizione nei confronti di un’educazione visibilmente estrema. Per il bene della propria prole, come in qualsiasi famiglia ‘normale’.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Gabriele” value=”1″ layout=”left”]

Captain Fantastic (Usa, 2016, commedia, drammatico) di Matt Ross; con Viggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso, Nicholas Hamilton, Shree Crooks, Charlie Shotwell, Trin Miller, Kathryn Hahn, Steve Zahn, Elijah Stevenson, Teddy Van Ee, Erin Moriarty, Missi Pyle – Al cinema dal 7 dicembre 2016.

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