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L’ora Legale di Ficarra e Picone: Recensione in Anteprima

Ficarra e Picone tra populismo e antipolitca ne l’Ora Legale.

pubblicato 13 Gennaio 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 02:35

10 anni dopo Il 7 e l’8, esordio alla regia che fruttò circa 8 milioni di euro, Salvatore Ficarra e Valentino Picone tornano in sala con il loro 5° film da registi, L’ora Legale, comedy dai risvolti socio-politici. Nel corso degli ultimi 10 anni i due comici esplosi in televisione grazie a Zelig sono riusciti a mantenere un proprio pubblico, tanto da incassare cifre omogenee pellicola dopo pellicola, oscillando costantemente tra i 6 e gli 8 milioni di euro d’incasso. Impresa tutt’altro che semplice, dinanzi ai tipici fenomeni mordi-e-fuggi che provano il salto carpiato dal piccolo al grande schermo, con l’Ora Legale che guarda al populismo nazionale di questi ultimi anni, pennellando i lineamenti di un Paese che si dice ‘onesto’ solo a parole.

Siamo infatti in un paesino della Sicilia a picco sul mare, Pietrammare, da oltre 15 anni guidato da un Sindaco maneggione che più o meno tutti guardano con disprezzo, perché simbolo di pura e semplice disonestà. Per la prima volta, però, a questo Gaetano Patanè si oppone un professore 50enne sostenuto da una lista civica, tale Pierpaolo Natali, che promette di combattere l’illegalità in favore dell’assoluta trasparenza. Esausti di vivere in una piccola città divorata dalle buche, dal traffico, dallo smog, dalla sporcizia, dalle doppie file, dagli ambulanti, dai parcheggiatori abusibi e dall’inesistente controllo civico, i cittadini di Pietrammare portano in trionfo l’onesto Natali, inizialmente sostenuto da Valentino Picone e guardato con timore da Salvatore Ficarra, anche se cognato di entrambi. Eletto primo cittadino, però, il povero neo Sindaco dovrà da subito digerire le prime proteste per aver fatto esattamente quello che aveva promesso in campagna elettorale: far rispettare le regole.

Si scherza e si punta sull’anti-politica, ne l’Ora Legale di Ficarra e Picone, protagonisti, sceneggiatori e registi di un film che guarda all’Italia come un Paese di fatto irrecuperabile. L’immagine che i due comici danno degli italiani è tanto drammatica e stereotipata quanto in alcuni casi tristemente veritiera, perché rappresentativa di un popolo che troppo spesso rifiuta il cambiamento dopo averlo a lungo agognato e infine votato. Basti pensare alla Roma di Ignazio Marino, messo in croce pochi mesi dopo esser salito in Campidoglio per aver iniziato a fare quel che aveva promesso in campagna elettorale. Pedonalizzazione dei Fori Imperiali in primis.

Nel caso dell’inventata Pietrammare di Salvatore e Valentino, infatti, abbiamo un Sindaco che impone la differenziata porta a porta, abbatte le case abusive, pedonalizza il centro, chiude la fabbrica causa inquinamento, promuove le piste ciclabili ai danni delle automobili, colpisce l’illegalità, fa pagare l’IMU alla chiesa cattolica e mette un freno ai dipendenti comunali dal tesserino facile. Promesse elettorali che lo portarono in trionfo, ora mantenute punto per punto eppure rigettate dall’intera popolazione, che dopo neanche sei mesi di esagerate ‘regole’ chiedono a gran voce il ritorno del vecchio Sindaco poco di buono. Perché si stava meglio quando si stava peggio, perché l’onestà, questa Italia in crisi perenne, non se la può proprio permettere. Soprattutto in Sicilia, regione dove un mattone tira l’altro. Come le ciliegie.

Affiancati da attori assolutamente ineccepibili nei rispettivi ruoli secondari, vedi il ‘parroco’ con bed and breakfast Leo Gullotta, il primo cittadino malavitoso Tony Sperandeo e i due poliziotti Sergio Friscia e Antonio Catania, mentre lascia alquanto a desiderare l’onesto sindaco Vincenzo Amato, Ficarra e Picone hanno realizzato un film quanto mai attuale, vista la drammatica situazione politica vissuta in Italia, ma troppo spesso esasperato nei toni e ridondante nella messa in scena. Abbondantemente sbilanciato in favore di Ficarra, che di fatto traina il tutto attraverso la propria mimica e la cinica ironia, e di fatto sequel ipotetico di Andiamo a quel paese, L’ora Legale sente l’aria che tira nello Stivale e non fa altro che ampliarne ancor di più il puzzo, evitando fortunatamente malsani lieto fine che avrebbero stroncato quanto rappresentato nei novanta minuti precedenti. Si sorride amaramente, di fronte a questo branco di italioti qualunque che prima si sciacquano felici la bocca con la parola ‘onestà’ per poi sputarla schifati una volta finalmente sorseggiata, e si sbuffa fastidiosamente, vista il reiterato qualunquismo che vuoi o non vuoi alimenta la pellicola dall’inizio alla fine, con tanto di gratuita entrata in scena di una certa classe politica romana. Nel complesso la commedia più ‘ambiziosa’ dei due comici siciliani, qui cantastorie di un certo malcontento popolare alimentato da luoghi comuni e realpolitik.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6″ layout=”left”]

L’ora Legale (commedia, Ita, 2017) di Salvatore Ficarra, Valentino Picone; con Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Leo Gullotta, Vincenzo Amato, Tony Sperandeo, Sergio Friscia, Antonio Catania, Eleonora De Luca, Ersilia Lombardo – uscita giovedì 19 gennaio 2017.