Home Recensioni La notte che mia madre ammazzò mio padre: Recensione in Anteprima

La notte che mia madre ammazzò mio padre: Recensione in Anteprima

Una casa, una cena, sei commensali e un delitto. Nulla è come sembra nel delirante La notte che mia madre ammazzò mio padre di Inés París. Dal 18 maggio al cinema.

pubblicato 2 Maggio 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 06:56

La lunga tradizione della black comedy che oscilla continuamente tra grottesco e farsa torna a mietere consensi in Spagna, da sempre avvezza al genere, con La notte che mia madre ammazzò mio padre, esilarante titolo scritto e diretto da Inés París, 15 anni fa esordiente in sala con A mia madre piacciono le donne. Un travolgente intreccio di scrittura che mescola Agatha Cristie e il più brillante humor spagnolo, trascinato da un cast in stato di grazia.

Quasi interamente concentrato all’interno di una casa, con l’azione che si svolge nel corso di una lunga e indimenticabile serata, il film vede Isabel, attrice teatrale che sogna di sfondare finalmente al cinema, organizzare una cena di lavoro con suo marito Angel, sceneggiatore, la sua ex moglie Susana, produttrice, e un famoso attore argentino che questi ultimi due vorrebbero ingaggiare per il giallo in cantiere. A stravolgere i tranquilli piani l’ex di Isabel, piombato in casa durante la cena insieme alla sua nuova procace compagna per parlarle ‘urgentemente’. Il risultato sarà un trionfo di imprevedibilità, perché ci scappa il morto e l’assassino non vede l’ora di confessare il delitto. Ma nulla, in quella casa, è davvero come sembra…

la_notte_che_mia_madre_ammazzo__mio_padre_2017.jpg

Un film che potrebbe serenamente diventare pièce teatrale, questo ‘La notte che mia madre ammazzò mio padre’, travolgente commedia che ribadisce l’inarrivabile forza del cinema spagnolo nel masticare il genere. Scritta con pungente ironia, la pellicola ha il pregio di non prendersi mai sul serio, scaricando sui suoi strepitosi attori il compito di rendere credibile ciò che appare molto poco credibile (‘ma questa sceneggiatura non ha senso‘, rimarca uno degli attori durante la serata nel commentare il film in cantiere).

Belén Rueda, bellissima 52enne vista in Mare Dentro e The Orphanage, indossa gli abiti di un’attrice stretta a tenaglia tra l’attuale marito sceneggiatore che proprio non riesce a vederla come talento recitativo e la passione per l’ex, padre del suo primo figlio, mentre Eduard Fernández, due volte vincitore di un Goya, è un trionfo di ansia e isterismo nel dover gestire una cena nata per scopi puramente professionali ma tramutatasi in un circo con delitto. Al loro fianco la trasformista María Pujalte, inizialmente algida per poi sciogliersi magnificamente dinanzi all’alcool, la gallina Patricia Montero e Diego Peretti, divo argentino chiamato ad interpretare se stesso.

Da subito visibilmente spregiudicata nel gestire i propri personaggi, Inés París gioca magistralmente con equivoci e colpi di scena, trasformando una crime story alla Agatha Cristie in un delirante vaudeville in cui realtà e finzione continuano a darsi il cambio, scatenando sincere risate. Peccato che svelato il ‘mistero’ dell’uccisione di uno dei sei commensali, più o meno a mezz’ora dalla fine, il perfetto ed oliato meccanismo si inceppi, perdendo lentamente quota, ma la pellicola procede spedita tra calcolate esagerazioni e gigioneggianti ma al tempo stesso gigantesche prove d’attore.

Tutti cavalcano una parte, con maschere pronte a cadere nel corso di una pazza serata in cui si disquisisce di sesso, amore, tradimenti e soprattutto Cinema, all’interno di un’opera che sfrutta i meccanismi della settima arte, tra scrittura e recitazione, per costruire un groviglio di follie gradevolmente portate in scena.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]

La notte che mia madre ammazzò mio padre (Spagna, commedia, 2017) di Inés París; con Belén Rueda, Eduard Fernández, Diego Peretti, María Pujalte, Fele Martínez, Patricia Montero, Alejandra Yu Pastor Pedreros, Claudia Nortes, Lucas Paris, Andrés Poveda – uscita giovedì 18 maggio 2017.