Home Festa del Cinema di Roma Roma 2017, ovazione per David Lynch: ‘le idee sono tutto, libertà creativa solo in tv’

Roma 2017, ovazione per David Lynch: ‘le idee sono tutto, libertà creativa solo in tv’

Folla delle grandi occasioni per David Lynch, premio alla carriera alla Festa del Cinema di Roma.

pubblicato 4 Novembre 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 00:11

In 12 anni di Festa del Cinema di Roma mai si era vista una conferenza stampa tanto attesa e gremita, con giornalisti in fila un’ora prima dell’annunciato inizio. David Lynch, premio alla carriera voluto dal direttore Antonio Monda, è sbarcato nella Capitale dando il via al vero evento di chiusura del ‘non’ Festival romano, con gli oltre 1000 ticket a disposizione per il suo incontro pomerdiano con il pubblico esauriti nel giro di pochi minuti.

E’ una tazza di caffè, in perfetto stile Twin Peaks, ad introdurre il regista, già Leone d’Oro alla carriera, Palma d’Oro ma mai premio Oscar, accolto da un’ovazione stampa. Vestito scuro come l’agente Gordon Cole della sua creatura televisiva, capello argentato e volto scavato tra le rughe, Lynch, 71 anni, non ha chiuso la porta in faccia ad una nuova stagione tv con un ‘è troppo presto per dirlo‘, sottolineando però come al momento non ci siano progetti concreti per l’immediato futuro. Di alcun tipo.

Da 40 anni impegnato due volte al giorno per circa 20 minuti con la meditazione trascendentale, il regista si è lungo soffermato su questo aspetto, sottolineandone i benefici.

[quote layout=”big”]‘Sulla superficie della vita siamo tutti diversi, ma a livello più profondo siamo una cosa unica. Questa unicità significa che siamo un tutt’uno. Questo è il nostro Se, con la S maiuscola. Conosci te stesso, come dice la Bibbia ‘prima cerca il regno dei cieli che si trova al tuo interno e tutto il resto verrà dato’. E quel tutto significa la totalità. Questo è il nostro futuro. Gli esseri umani sono esseri meravigliosi, con una potenzialità immensa. Molte persone temono che tramite la meditazione possano perdere tensione e spinta creativa, ma l’idea dell’artista sofferente e affamato è un’idea romantica, datata, sbagliata. La sofferenza non è necessaria, è necessario capire la sofferenza, tutti gli aspetti della negatività sono importanti per raccontare una storia. Non bisogna soffrire ma capire quella sofferenza. L’idea che la negatività riesca a promuovere la creatività è un errore. Le persone dovrebbero essere felici e piene di energia. Dobbiamo godere del fare’.[/quote]

Fan tv di Mad Men e Breaking Bad, ma non dei film sui supereroi, Lynch ha parlato di ispirazione legando la propria alle ‘idee’, viste come ‘regalo di Natale da scartare la mattina di Natale’. ‘Bisogna tradurre le idee, rimanendone fedeli. Bisogna parlare con tutti, nel cast, in modo che quell’idea venga seguita da tutti. Parlare e rispettare l’idea in ogni suo elemento’. In relazione alla sua sceneggiatura de La Metamorfosi di Kafka, da anni in lavorazione, David ha cestinato qualsiasi ipotesi di adattamento.

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‘L’ho scritta molti anni fa ma la cosa bella di Kafka è che è giusto che rimanga espresso con le parole. Quando ho finito lo script mi sono reso conto che sarebbe stato meglio lasciarlo così com’era, sotto forma di libro’.[/quote]

Dichiaratamente divertitosi con tutti i suoi film (‘escluso Dune‘), Lynch non si è detto affatto pentito del no a Guerre Stellari, proposto oltre 30 anni fa da George Lucas (‘nessun pentimento, gli dissi che era una cosa sua, non mia‘), per poi lodare Werner Herzog: ‘mi piace molto come persona e come regista, è ossessionato e io adoro le persone in preda alle ossessioni’. Ricordato con amarezza David Bowie, che il regista avrebbe voluto sul set della 3° stagione di Twin Peaks (‘non accettò la proposta e ora capisco il perché‘), Lynch ha affrontato teorie come spazio e tempo, da sempre presenti all’interno della propria filmografia.

[quote layout=”big”]‘Si dice che lo spazio e il tempo nascano entrambi dal campo unificato che è alla base della relatività. Nel campo unificato non esistono ne’ spazio ne’ tempo ma questo spazio crea tutto ciò che esiste, compresi spazio e tempo. Una sorta di spazio magico. Un campo bellissimo, di intelligenza sconfinata, amore, energia e pace. E questo campo è all’interno di ogni singolo essere umano’.[/quote]

Scultore, pittore, regista, attore, sceneggiatore, produttore ma anche musicista, Lynch ha da sempre un legame solido, per non dire centrale, con la musica e la sua creativa ispirazione.

[quote layout=”big”]‘La musica è così astratta che suscita emozioni e idee. Ho scritto tutto Blue Velvet ascoltando Dmitrij Dmitrievič Šostakovič, le idee scorrevano. David Bowie è stata la base di partenza per Strade Perdute, molta della musica di Angelo (Badalamenti, ndr) mi fa venire delle idee. La musica contribuisce moltissimo ai miei lavori. La musica è potentissima, permette di suscitare immagini, idee’.[/quote]

Ancora oggi in lacrime dinanzi a The Elephant Man (‘piango ad ogni visione‘), Lynch ha ricordato l’aneddoto svelato da Nanni Moretti sul Festival di Cannes del 2002. Pochi giorni fa, durante il proprio incontro con il pubblico romano, il regista de La Stanza del Figlio ha ricordato come tornato in Francia per ritirare un premio (fu Palma d’Oro), nervosissimo trovò in corridoio proprio David, quell’anno in concorso con Mulholland Drive, che lo minacciò senza mezzi termini. ‘Mi disse ‘un giorno ti ammazzerò’, e allora io gli risposi ‘ma non so neanche quale premio ho vinto’. E lui continuò, ‘ti ammazzerò Nanni’. ‘Ora, se me l’avessero detto i Coen ci avrei riso su, ma con Lynch mi sono un po’ inquietato‘. Aneddoto così ricordato dal regista di Inland Empire.

[quote layout=”big”]‘Io lo volevo uccidere da subito, e subito. Amo Nanni e chissà perché provai questo impulso, me l’ero dimenticato’.[/quote]

Archiviato il potenziale problema ‘minacce sessuali’ che sta travolgendo Hollywood e che potrebbe coinvolgere anche lui con un applauditissimo ‘stay tuned‘, Lynch ha poi ribadito l’importanza del piccolo schermo nella Hollywood di oggi, sempre più lontana dal cinema d’autore.

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‘I film hanno sempre meno consensi, rispetto al passato. Credo che molto del lavoro del cinema si basi sui soldi. Le maggior parte delle persone fa cose che portano soldi, mentre altri fanno quello che amano, e basta. I più felici sono quelli che fanno ciò che amano, a prescindere del modo in cui vengano poi letti i loro lavori. Le persone vanno al cinema soprattutto per vedere i blockbuster, i film d’autore non riescono a farsi valere ma per fortuna c’è la tv via cavo. Questo ci permette di realizzare storie all’infinito, con enorme libertà creativa. L’unico problema è che il suono e le immagini rispetto al grande schermo sono meno buone’.
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Chiusura su quanto la realtà cinematografica, che è di fatto sempre fittizia, debba invece essere considerata reale a tutti gli effetti, ‘perché il cinema più rendere qualsiasi cosa molto reale‘. Detto da uno come lui, inarrivabile creatore di conturbanti mondi e surreali realtà, è impossibile non credergli.

ROME, ITALY - NOVEMBER 04:  David Lynch attends a photocall during the 12th Rome Film Fest at Auditorium Parco Della Musica on November 4, 2017 in Rome, Italy.  (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

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