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Spider-Man: Un Nuovo Universo, la recensione: svolta epocale per l’animazione hollywoodiana

Un rivoluzionario trionfo animato. Spider-Man: Un Nuovo Universo riscrive il mondo dei cinecomics con matita e CG.

pubblicato 4 Dicembre 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 14:31

Arrivati al settimo lungometraggio in sedici anni, l’Universo Spider-Man si è sorprendentemente concesso la sua versione più originale, psichedelica, coraggiosa, divertente e multiforme della sua ricca storia cinematografica. Spider-Man: Un Nuovo Universo, primo lungometraggio animato dedicato al celebre Uomo Ragno, rappresenta una svolta probabilmente epocale all’interno dell’animazione hollywoodiana, negli ultimi due decenni segnata dalla qualità Pixar e qui andata icontro ad un clamoroso omaggio al mondo dei comics.

Mai, fino ad oggi, si era visto una simile operazione, sceneggiata da quei due fenomeni di Phil Lord e Christopher Miller, malamente cacciati dalla Disney a metà riprese del disastroso Solo: A Star Wars Story, e diretta a sei mani da Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman. Tre registi e due sceneggiatori per dar vita ad un Universo Spider-Man dalle mille sfaccettature, anche se non soprattutto grafiche, visivamente innovative e profondamente legate al mondo dei fumetti, delle strisce, con i ‘balloons’ inseriti all’interno di una lavorazione a tecnica mista.

Selvaggia, contraddittoria e inizialmente straniante, l’estetica di questo Spider-Man è un’autentica folgorazione, con il teenager Miles Morales, disegnato dall’italianissima Sara Pichelli, catapultato in una lotta tra il bene e il male per salvare la Terra dalla distruzione.

Il gigantesco Kingpin, accecato dal dolore per la perdita dell’amata moglie e del figlio, minaccia il mondo intero con una macchina in grado di spalancare le porte ad altre dimensioni parallele. Proprio da queste arrivano a Brooklyn Peter Parker, Spider-Gwen, Spider-Man Noir, Peni Parker e Spider-Ham, ovvero 5 Spider-Man alternativi nei rispettivi mondi, passati, presenti e futuri. Tutti insieme, al fianco dell’adolescente Morales, dovranno combattere Kingpin e i suoi tirapiedi Green Goblin, Prowler, Doc Ock e Scorpione.

Un anno di lavoro solo per creare i primi dieci secondi, con 142 animatori chiamati dalla Sony Animation per completare l’opera. Un dipinto animato, un fumetto che prende meravigliosamente vita sul grande schermo. Spider-Man: Into the Spider-Verse è un trionfo citazionista che qualsiasi lettore di comics amerà follemente, perché in due decenni di cinefumetti un’opera simile non si era ancora mai vista.

I supereroi, così fragili e soli, costretti quasi per chiamata divina a salvarci e a sconfiggere il male, in balia delle proprie debolezze, delle immancabili perdite e degli inevitabili dubbi, raggiungono una qualità di scrittura tridimensionale che i cugini del live-action raramente avevano abbracciato con tanta forza e delicatezza. Lo script di Lord e Miller, così adulto ed esilarante, viene valorizzato al massimo da una regia che spazia nei generi e nei formati, toccando sublimi vette nelle tante e travolgenti scene d’action. CG e disegni fatti a mano si amalgamano con fare alienante, mentre diversi stili fumettistici si sommano e si alternano, dando vita ad un’esperienza filmica clamorosamente unica, imparagonabile a qualsiasi altro prodotto animato hollywoodiano visto fino ad oggi in sala.

Morales, padre poliziotto e amatissimo zio un tempo writer proprio come lui, vive in una New York che ha già il suo idolatrato Uomo Ragno, ma un aracnide radioattivo lo punge, tramutandolo in un ragazzo di colore dai poteri straordinari. L’ennesima storia delle origini di Spider-Man, apparentemente, se non fosse che Miller e Lord siano i primi a voler ribaltare il tavolo del già visto e raccontato, ironizzando sulla recentissima storia cinematografica dell’Uomo Ragno per abbracciare un Universo che abbatte definitivamente la parete tra cinema e fumetto, come fatto da Robert Rodriguez nel 2005 con Sin City, ma in modo ancor più dirompente e ambizioso.

Un folle mash-up che strizza visibilmente l’occhio ad un pubblico più adulto, e legato al mondo dei fumetti (commovente il cameo di Stan Lee, a poche settimane dal suo decesso), con cui lanciare un nuovo franchise che presto spazierà tra sequel e spin-off al femminile. Rischiosissimo eppure accecante, Spider-Man – Un Nuovo Universo è semplicemente (e inaspettatamente) uno dei migliori film dell’anno.

[rating title=”Voto di Federico” value=”8.5″ layout=”left”]

Spider-Man – Un Nuovo Universo (Animazione, Usa, 2018) di Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman; con Liev Schreiber, Mahershala Ali, Brian Tyree Henry, Shameik Moore, Hailee Steinfeld, Nicolas Cage, Jake Johnson, Lily Tomlin, Lauren Velez, Kimiko Glenn, John Mulaney – martedì 25 dicembre 2018.