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Torino 2012 – Una noche: recensione in anteprima (Concorso)

Fratello e sorella all’Havana, sognando Miami. Una noche sbarca in concorso al 30. Torino Film Festival: leggi la recensione di Cineblog.

pubblicato 28 Novembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:05

La più grande delusione del concorso del 30. Torino Film Festival? Per ora, per chi scrive, senza alcun dubbio. Perché il film di Gipi può essere fragile, Arthur Newman incompleto, Breaking Horizons acerbo: ma Una noche è, semplicemente, un film che purtroppo non mi sembra riuscito. Il risultato finale lascia ancora più perplessi se si pensa al palmares che l’opera ha già accumulato in giro per il mondo.

Una noche ha infatti letteralmente sbancato l’ultima edizione di Tribeca: si è portato a casa ben quattro premi, ovvero regista esordiente, Dariel Arrechaga e Javier Núñez Florián come migliori attori, ed infine fotografia (di Shlomo Godder e Trevor Forrest). Ma non è finita qui, visto che è stato presentato con un certo successo in diversi festival internazionali, e ne ha vinto pure alcuni (come Atene e Deauville).

Il film è il primo lungometraggio di Lucy Mulloy, ed oltre ai premi vinti aveva anche un’altra carta da giocarsi: l’Havana come ambientazione. Qui vivono Lila ed Elio, sorella e fratello giovanissimi che vivono alla giornata. Non si sono mai separati, sin dalla nascita: sono gemelli, e lei è più vecchia di lui di 3 minuti. Lila è chiusa in sé stessa, e viene presa in giro dalle coetanee. Elio invece è pieno di vita, espansivo, ed ha un sacco di amici.


Sono legatissimi l’un l’altra, ma in cuor loro sanno che l’Havana non è il posto perfetto in cui costruirsi una vita. Troppe le difficoltà da gestire: ad iniziare dalla loro famiglia e dal lavoro. Quando Elio conosce Raul, un giovane di bell’aspetto con una situazione altrettanto difficile alle spalle, inizia a progettare in modo pratico la sua fuga verso Miami. Una meta da raggiungere via mare, su una zattera costruita a mano…

L’Havana è il vero, unico motivo di interesse del film. La materia prima è già ottima, ovviamente, ma la Mulloy ha uno sguardo documentaristico molto interessante, sia nel modo di riprendere i suoi attori all’interno dei vari ambienti, sia nel momento in cui inquadra le strade e la città da sole. Peccato che la storia che qui viene raccontata sia moscia e mai emozionante, e che stenti sempre a decollare.

La trama di Una noche, con i suoi sogni e il suo calore, prometteva di tutto e di più: prometteva come minimo un film sensuale, lieve e profondo. E invece la regista si “accontenta” di buttare tematiche e idee dentro ad un pentolone costruito attraverso passaggi burrascosi, che più frettolosi non si può. Va da sé che entrare nella storia è missione ostica, ancora di più credere a tutto quello che ci viene raccontato.

Problemi in famiglia (il padre dei due protagonisti tradisce la moglie), Aids (di Raul, costretto a prostituirsi come la madre), omosessualità (nascosta, nel caso di Elio, e svelata nel modo più veloce possibile): tutto condito da sprazzi di povertà ed immagini di travestiti per strada. Infine, quando i tre amici sono su una zattera verso Miami, arriva pure uno squalo. Lì capisci che la carne al fuoco era tanta, forse, ma il talento per il racconto e la regia dev’essere ancora sviluppato. Peccato davvero.

Voto di Gabriele: 4

Una noche (USA / Cuba / Gran Bretagna 2012, drammatico 90′) di Lucy Mulloy; con Dariel Arrechaga, Anaylin De la Rua, Javier Nunez, Naomi Battrick, Jonny Burt.

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