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Torino 2012 – Noi non siamo come James Bond: recensione in anteprima (Concorso)

Un documentario che racconta l’amicizia tra due uomini, entrambi colpiti dalla malattia. Sotto il segno di 007, ecco la recensione di Noi non siamo come James Bond, in concorso a Torino 2012.

pubblicato 30 Novembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:04

Terzo ed ultimo film italiano in concorso al 30. Torino Film Festival, Noi non siamo come James Bond è, tra i tre, quello più “definito”. Non è un esperimento, un diario “privato” come Smettere di fumare fumando di Gipi o una pellicola sperimentale e ardita come Su Re di Columbu. Si tratta bensì di un documentario nudo e crudo, che racconta l’amicizia tra due uomini.

Guido e Mario sono migliori amici. Nel 1985 decisero di fare il loro primo viaggio assieme. Appassionati entrambi della saga di 007, decisero che un giorno avrebbero girato un film in cui loro avrebbero avuto la meglio su James Bond, ovvero l’uomo indistruttibile per antonomasia. Col tempo, però, il progetto si è modificato, a causa di una malattia che ha colpito Guido. E poi di un’altra, che ha invece colpito Mario.

Oggi Mario sente l’urgenza di mettere in pratica quel progetto rimasto nel cassetto. Dopo aver vinto la battaglia contro i tumori, i due amici decidono di partire per un viaggio “intimo”. Il fine, però, è quello che si erano prefissati anni e anni fa: quello di riuscire ad incontrare e parlare, in un modo o in un altro, con il loro mito. Il primo James Bond di sempre, il grande Sean Connery…


La spiaggia dell’infanzia, a Sabaudia; la Perugia di un concerto improvvisato in strada durante Umbria Jazz; il “Bosco degli Spiriti Introspettivi” a Borgotaro. Infine Milano e Roma, le città dell’uno e dell’altro. Sono questi i luoghi dell’opera, in cui si viaggia sempre. In macchina, in treno, sempre in movimento: perché bisogna viaggiare e viaggiare, spendendo magari meno soldi possibili. “Cosa faresti se io morissi?”, chiede Guido a Mario, che non sa come rispondere. “Io non avrei dubbi: partirei per un viaggio. Da solo. Sarebbe il modo migliore per portarti con me”.

Guido ha dovuto lottare contro la leucemia. Ha avuto un trapianto, ma un rigetto cronico del midollo donatogli lo ha lasciato magrissimo e con un problema nell’inghiottire il cibo. Mario invece, nel 2009, è stato colpito da neoplasia alla gamba. Oggi è rimasto un po’ zoppo, ed una lunga cicatrice gli segna la coscia destra. Ma sono entrambi vivi, ed è quello che conta: lo si pensa spesso, guardando il film.

Noi non siamo come James Bond è costruito quasi come un “road movie” a tappe. Tra queste c’è anche l’incontro con Daniela Bianchi, Bond Girl italiana di A 007, dalla Russia con amore, a cui chiedono qualche dritta per trovare Sean Connery. La donna non lo sa, ma conosce i vari posti in cui l’attore abita, tra cui le Bahamas. E la Bianchi inizia a “distruggere” il loro Mito: sapevate, ad esempio, che nel film l’attore indossava un parrucchino?

Non sono poche le questioni che l’opera solleva. Come si diventa immortali? E soprattutto a cosa serve agli autori (e allo spettatore) un film come Noi non siamo come James Bond? Domande che la pellicola, in un certo senso, solleva tutte assieme, passando da questioni “esistenziali” al altre più terra-a-terra. Lo fa purtroppo in modo piuttosto disomogeneo e anche un po’ piattino, senza quelle punte emotive che ci si aspetta di trovare in un prodotto potenzialmente forte come questo.

Non mancano i momenti di sincerità assoluta, come la litigata tra Guido e Mario su un tema che non poteva non essere affrontato all’interno di un’operazione in cui campo e fuori campo sono tutto (Guido chiede a Mario di non inserire del girato che appartiene a lui nel montaggio finale, ma Mario fa pure “peggio”, registrando di nascosto un discorso con l’amico). Oppure la scena, tra i momenti finali, in cui Guido confessa la sua “fatica” nell’affrontare tutto il percorso della malattia, e Mario gli dà un lieve pizzicotto affettuoso sulla guancia. Piccole perle in un’opera che ha il sapore di un’occasione sprecata, ma che troverà di sicuro chi saprà amarla.

Voto di Gabriele: 5.5

Noi non siamo come James Bond (Italia 2012, documentario 73′) di Mario Balsamo; con Mario Balsamo, Guido Gabrielli, Daniela Bianchi, Stefano Lorenzi, Stefano Bonetti, Stefano Clementi, Modesto D’Aprile – Qui il trailer.

Torino Film Festival