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Torino 2012 – Present Tense: recensione in anteprima (Concorso)

Una donna che vive nell’Istanbul contemporanea sogna l’America, leggendo fondi di caffè. Present Tense arriva in concorso a Torino: leggi la recensione in anteprima di Cineblog.

pubblicato 29 Novembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:04

E in concorso al 30. Torino Film Festival arrivò anche il film bello ma ostico. Siamo dalle parti di Made in Ash, recensito poco prima, per quel che riguarda talento investito e resa finale. Arriva direttamente dalla Turchia l’opera prima di Belmin Söylemez, un ritratto tutto al femminile ambientato nella Istanbul di oggi.

Protagonista del film è Mina, una giovane donna sola e senza lavoro. Un giorno, per strada, legge un volantino: qualcuno sta cercando un’esperta di lettura di fondi di caffè. Si finge così per davvero esperta dell’argomento, e viene assunta nel locale di Tayoun, dove conosce anche Fazilet, una ragazza con cui incomincerà un’amicizia.

Mina sogna l’America. Sogna di poter partire per questa avventura, e sogna di trovare lavoro e restare a viverci. Per prepararsi, studia da sola inglese e cerca il modo migliore per partire: ma le mancano i soldi ed alcune carte fondamentali per il visto. Predicendo il futuro alle clienti del locale, darà voce alle proprie frustrazioni…


La Söylemez applica la lezione dei registi della sua nazione, a partire ovviamente da Ceylan: tempi dilatati, sguardo neutro sulla realtà, ricerca dell’emozione e della verità che devono nascere attraverso un certo “autoriale”. Per questi motivi, il suo Present Tense (titolo che indica il tempo presente nei verbi, la prima cosa che di solito si studia quando si impara l’inglese) è l’affresco nudo e crudo di una parte di Turchia di oggi.

Una Turchia che vive alla giornata, all’ombra del “Mito Americano”, e in cui ogni lavoro è buono per sopravvivere, poter pagare la bolletta del riscaldamento ed evitare uno sfratto. Tutte cose che capitano alla protagonista, la cui univa salvezza sta proprio in quei fondi di caffè, in quelle righe nere che disegnano destini inventati di donne pronte a ricevere sicurezze, giorno dopo giorno, fidandosi di un’estranea.

“Hai trattato troppo bene quell’uomo”: è una delle frasi che Mina continua a ripetere ad ogni nuova cliente. Si ha la netta sensazione che la donna, che ama leggere i fondini per passione – ma non l’ha mai fatto di professione -, ci metta tanto della sua storia personale in tutto ciò che predice alle donne. Il suo passato tra l’altro è oscuro, e salta fuori pian piano proprio grazie a queste letture, che dischiudono un personaggio piuttosto ermetico.

Attento dal punto di vista registico, e scritto pensando proprio a quel mondo femminile che è perno centrale di tutta l’opera, Present Tense è però anche un film che soffre un po’ troppo di un certo ritmo “punitivo”. Il ritmo lento è in questo caso necessario al fine di svelare Mina poco a poco, facendoci entrare nel suo percorso in modo graduale: ma qualche lungaggine di troppo e qualche silenzio autoriale troppo insistito rischiano di compromettere l’arrivo dell’emozione anche nei momenti più sentiti e sinceri.

Voto di Gabriele: 6

Present Tense (Simdiki Zaman, Turchia 2012, drammatico 110′) di Belmin Söylemez; con Sanem Öge, Senay Aydin, Ozan Bilen.

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