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Torna Dario Argento con Dracula 3D: i film migliori e peggiori secondo Cineblog

Dario Argento torna al cinema con Dracula 3D. Cineblog ne ripercorre la carriera, scegliendo i suoi 5 film migliori e i suoi 5 film peggiori…

pubblicato 22 Novembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:01

Più volte, in queste pagine, si è discusso di Dario Argento e dei suoi film. Le stroncature de La Terza Madre, Giallo/Argento ed infine di Dracula 3D, in uscita da oggi al cinema e da noi recensito a Cannes, lo testimoniano. Tanto quanto gli elogi ad altri titoli, ultimo fra tutti lo stesso Profondo Rosso, passato in tv qualche sera fa. Di conseguenza, abbiamo sempre provato a ragionare sul perché Argento non sia più Argento. Il fatto è che non si può restare ancorati all’idea che, improvvisamente, un regista un tempo unico nel muovere la macchina da presa abbia “semplicemente” disimparato a girare.

C’è dietro una mappatura evidentemente più grande, che comprende un’epoca del cinema italiano che non può più essere quella. L’abbiamo detto più volte, e lo ripetiamo: il cinema, i tempi e lo spettatore sono cambiati. Quello che non è cambiato, paradossalmente, è forse lo stesso Argento. Quando c’ha provato, esplorando lidi non suoi, i risultati sono stati più che deludenti: dalla psicologia spicciola de La sindrome di Stendhal alle riduzioni cinematografiche di classici (Il fantasma dell’Opera e Dracula 3D), dal mondo tecnologico de Il cartaio alle derive torture porn de La Terza Madre.

Tutto a posto, quindi? Argento assolto? Macché. Se vogliamo parlare di moda cinematografica, un tempo era Argento a dettarla: oggi è lui che deve rincorrerla. Anche a livello tecnico, con esiti deleteri (vedasi l’uso della CGI o il 3D). Frutto di mancanza di ispirazione: leggenda vuole che Dario abbia partorito i suoi esiti migliori grazie ai suoi incubi notturni. Forse non li ha più, dicono. E allora che fare? Noi ci teniamo stretti questi 5 titoli, quelli che preferiamo (non sono gli unici). E, allo stesso tempo, per par condicio, ricordiamo anche i suoi esiti peggiori.

Dopo il salto, i 5 titoli migliori e i 5 peggiori della filmografia di Dario Argento.


I 5 film migliori di Dario Argento

L’uccello dalle piume di cristallo (1971): esordio col botto. C’è già (quasi) tutto l’Argento che conta: lo straniero che si ritrova a districare la matassa, il killer coi guanti neri, la cura per le ambientazioni, la tensione da cardiopalma (a tratti insostenibile la scena dell'”assedio” ai danni della Kendall), la “sensualità” del Male. Ed un finale shock, in cui contano sguardo e memoria. Primo capitolo (e il migliore) della “trilogia zoonomica”. Citato tra gli altri (meravigliosamente) da Tarantino in Grindhouse – A prova di morte.

Profondo rosso (1975): doveva essere il quarto film della tetralogia degli animali; è invece un film spartiacque, e il capolavoro del regista. Un meccanismo perfetto creato per ammaliare e distruggere i nervi dello spettatore. Case “infestate”, nenie inquietanti, rumori di passi nella notte, la violenza che finalmente esce allo scoperto e non ha pietà. Ed un killer che è ovunque, anche quando non si vede. Soluzione finale da trauma psicologico, con un’intuizione davvero geniale. Qui le curiosità dal film.

Suspiria (1977): il cinema di Argento sposa l’horror puro, dopo thriller dalle spiegazioni azzardate (l’uccello del primo film, il codice genetico de Il gatto a nove code, le immagini impresse nella retina di 4 mosche di velluto grigio). Nulla ha più senso: conta il mezzo cinematografico, che rielabora a passi di danza e coltellate al cuore il classicismo immortale della fiaba. Colori mozzafiato che illuminano interni liberty e visi innocenti, una musica che martella le viscere, silenzi che irrompono quando meno te l’aspetti. Attenzione al “riflesso” del regista nella scena in cui Susy prende il taxi per andare in accademia…

Tenebre (1982): il film più sottovalutato di Argento. Sarà che c’è tanto di quel sole a renderlo quasi un “ufo”, oppure sarà che il gore è talmente “ripugnante” da lasciare di sasso. Ma le tenebre, disse il regista, sono quelle dell’anima: anche se gli omicidi si compiono di giorno. Morti ammazzati che quasi non si contano, un doppio whodunit impossibile da decifrare, l’urlo finale agghiacciante che seppellisce tutto. Celebre l’ardito pianosequenza creato con la Louma, secondo nella filmografia del regista soltanto all’ancora più ardita gru a spirale di Opera. De Palma lo cita a mani basse da Doppia Personalità, anche in Passion.

Phenomena (1985): un’altra fiaba bellissima, con una carta in più rispetto a tutto il resto della filmografia di Argento: un personaggio “vero”. Jennifer si chiama come la sua interprete, la bellissima, candida ma grintosa Jennifer Connelly, che poco prima aveva esordito in C’era una volta in America. Quasi un coming-of-age che passa attraverso prove dell’orrore, alla scoperta di sé stessi e dei propri “poteri”. Il paranormale si sposa con il thriller classico, senza che né il genere puro né l’intreccio giallo perdano forza. Sequela bulimica di finali che, col senno di poi, rimpiangiamo alla grande, ed un’inquadratura finale a suo modo “commovente”.

L\'uccello dalle piume di cristallo
Profondo rosso
Suspiria
Tenebre
Phenomena

I 5 film peggiori di Dario Argento

Il fantasma dell’Opera (1998): all’epoca i paragoni col cinema di Tinto Brass si sprecavano. Oggi viene semplicemente considerato il peggiore di Argento. Dopo quel che è venuto successivamente, non si sa cosa pensare: ma resta un film che non ci si crede. Tutto il lavoro sulle scenografie viene gettato al vento da una sceneggiatura che mescola ironia fuori luogo e dialoghi/recitazione imbarazzanti. Ancora più grave: è di un tedio inenarrabile. Con un’aggravante: la “sua” versione del romanzo di Gaston Leroux, Argento l’aveva girata nel 1987.

Il cartaio (2004): qualcuno c’aveva creduto, con NonHoSonno (anche se…). Arriva Il cartaio, e salta tutto un’altra volta. Certo, c’è ancora una sequenza che fa brillare di speranza gli occhietti (la sequenza dell’assassinio di Muccino Jr.), ma il resto è un lavoro para-televisivo che insegue il cinema senza trovarlo. Recitazione, dialoghi, credibilità delle situazioni, storia, soluzione finale: tutto fa rimpiangere l’epoca che fu. E il ragionamento sul videopoker viene abbandonato dopo la prima partita on line. Tensione non pervenuta, risate purtroppo sopra la media.

La Terza Madre (2007): Argento, dopo essersi dovuto inventare artifici visivi per tenere attento l’occhio dello spettatore, può finalmente lavorare con la CGI… Riportiamo le sue parole. Ovvero: trovate l’errore nella frase. Secondo l’autore, sostanzialmente, il problema è Suspiria, non La Terza Madre. Un ragionamento che la dice lunga. E il film finisce per essere quello più vicino a Il fantasma dell’Opera. Terzo capitolo, ed episodio finale, della fantomatica “trilogia delle Tre Madri”, dopo Suspiria e Inferno: ma l’incoerenza interna e gli errori di collegamento con gli altri film lo affossano definitivamente. Recensione da Roma 2007.

Giallo/Argento (2009): La Terza Madre sta a Il fantasma dell’Opera come Giallo/Argento sta a Il cartaio. Equazione semplice. Storia sciocca, inutilità in ogni sequenza, e attori spaesati: a partire da un Adrien Brody che vorrebbe essere ovunque meno che sul set. Qualche spruzzata di torture porn non può, infine, salvare l’insalvabile. La vicenda produttiva del film, tra querele e produttori che spariscono, getta ancora più tristezza ed incredulità sul progetto. Finito dritto dritto in dvd, poi recuperato per la sala in corner, con tanto di nuovo titolo e campagna pubblicitaria da mani nei capelli. Recensione.

Dracula 3D (2012): quando Cannes pensò di celebrare un’icona, e invece ne affossò l’ultimo barlume di credibilità. L'”orrore” girava in rete sin dai promo, ma l’effetto sul grande schermo è disarmante. Omaggio a Bava e alla Hammer? No: omaggio involontario al decamerotico. Ghigni, facce e pose che fanno stare a disagio, una stereoscopia che stacca ambienti e personaggi come se fossero figurine, CGI impazzita. E, per la prima volta, anche le musiche di Simonetti paiono senza un minimo di interesse. Ha già i suoi “fan”: bof. Stra-scult la mantide gigantesca, uno dei vari animali in cui si trasforma il Conte. Recensione da Cannes 2012.

Il fantasma dell\'Opera
Il cartaio
La Terza Madre
Giallo/Argento
Dracula 3D