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Colpi di fulmine: Recensione in Anteprima

Dimenticate le pernacchie degli anni passati, Neri Parenti sforna un cinepanettone ‘soft’ in due capitoli. Colpi di fulmine!

pubblicato 12 Dicembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 19:26

30 anni di cinema che è diventato genere. 30 anni di botteghini sbancati e di critiche incassate. Da Cortina a Cortina. Dai Vanzina a Neri Parenti. Perché dopo quasi 30 anni di boom, il cinepanettone all’italiana è andato ufficialmente in vacanza, dopo il mezzo disastro di pubblico ottenuto lo scorso anno da Vacanze di Natale a Cortina. Per questo motivo, con l’arrivo del Natale 2012, Aurelio DeLaurentiis ha deciso di osare, facendo altro. Ovvero una commedia romantica, Colpi di Fulmine, divisa in due episodi, ed ancorata al personaggio di punta del trentennio passato, Christian De Sica.

Intuendo la (presunta) fine di un’era politica, boccaccesca, volgare e modellata sul corpo femminile, il produttore e Presidente del Napoli Calcio si è così ‘spostato’ verso il centro, dando vita ad un vero e proprio cinepanettone ‘tecnico’. Quasi montiano, potremmo dire, spaziando allegramente tra crocifissi ed abiti monacali. Perché se nel primo episodio assistiamo ad una versione tutta italiana di Sister Act, con De Sica finto parroco di paese, nel secondo ecco arrivare gli affiatatissimi Lilo e Greg, con quest’ultimo ambasciatore italiano presso la Santa Sede.

E il risultato, incredibile ma vero, sorprende. Perché dopo un decennio di indigeribili ed indifendibili ‘Natali a…’, Neri Parenti spiazza, girando un film dannatamente leggero, mai gratuitamente volgare e a tratti persino divertente. Come non accadeva da tempo, in ‘casa cinepanettone’.



Uno spin-off di Manuale d’Amore? Probabilmente sì, per la gioia di Giovanni Veronesi, ormai finito su altri lidi produttivi. Perché seguendo la scia dei due Manuali del regista toscano, Aurelio De Laurentiis ha osato chiudere una lunga ed importante pagina cinematografica, riuscita a collezionare 19 biglietti d’oro in poco meno di 30 anni. Segno dei tempi, di una formula che aveva ormai stancato, e non solo la critica mai del tutto abbindolata ma anche quel pubblico spesso portato in massa al cinema. Per riuscire nell’impresa il vulcanico produttore si è così affidato al tanto abusato ‘doppio capitolo’ filmico. Basta trame incrociate, con personaggi che a malapena interagiscono tra loro, ma due storie differenti, separate, ed accomunate dall’amore improvviso, che quando colpisce non lascia scampo. Il colpo di fulmine.

Prendendo a piene mani dall’hollywoodiano Sister Act, nel primo episodio abbiamo uno psichiatra che per puro errore finisce nel mirino del fisco. Terrorizzato dall’idea di finire in prigione prima di riuscire a chiarire la propria posizione, l’uomo fugge da Roma travestendosi da prete, rifugiandosi in un paesino del Trentino. Qui, scombussolando l’intera comunità, finge di essere il nuovo parroco arrivato dalla Capitale. Peccato che Cupido sia pronto a scoccare la propria freccia, facendolo innamorare a prima vista di una splendida donna, ovviamente maresciallo dei Carabinieri…

Il solito De Sica mattatore, aiutato dalle immancabili incomprensioni e da una serie infinita di doppi sensi, tanto sessuali (ed è qui che si fa ancora notare il passato cinepanettonesco) quanto puramente comici. La differenza con i titoli passati, in questo primo episodio di Colpi di Fulmine, appare comunque subito marcata. Perché Neri Parenti spinge sull’acceleratore della comicità immediata, ma tutt’altro che fastidiosa e triviale, strappando più di una risata grazie ad un’idea di fondo già vista da altre parti (leggasi Whoopi Goldberg), qui felicemente ‘riproposta’ e ‘riarrangiata’. Al fianco dell’attore romano si fa notare la cantante Arisa, nei panni di una aggressiva perpetua ed aiutata dal dialetto lucano, oltre al comico di Zelig Simone Barbato, mimo in tv e chierichetto ‘mimo’ anche in sala. Femme fatale a sua insaputa, Luisa Ranieri, a cui viene affidato il ruolo più semplice e banale, mentre è proprio un cameo quello che si concede Vauro, celebre vignettista qui nei panni di un parroco. Immancabile, produttivamente parlando, il momento trash registico con protagonista un incidente in auto, che vede l’ex compagno d’avventure di Massimo Boldi interagire con il solito green screen. Perché montare una cinepresa sul cofano di una macchina e girare dal ‘vero’ una banale guida, in Italia, è avanguardia pura.

Concluso il primo episodio, teoricamente aiutato dalla vecchia conoscenza De Sica, è il secondo a regalare maggiori sorprese, grazie ad un’inedita coppia (per il genere cinepanettone) a dir poco impeccabile. Parliamo di Lillo e Greg, strano duo in grado di completarsi a vicenda, attraverso una serie di gag che smontano, sfottono ed omaggiano la comicità tipicamente romana, coatta, burina. Semplice (e My Fair Lady oriented) ma molto divertente la trama. Greg è l’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, mentre Lillo non è altro che il suo autista, che si finge istruito e altolocato, anche se romano da 7 generazioni. A cambiare le carte in tavola, ancora una volta, il colpo di fulmine, che colpisce il ‘povero’ Greg, inattaccabile nei modi e forbito nell’eloquio, che si innamora di una pescivendola, interpretata da una sempre più (meritatamente) lanciata Anna Foglietta. Per riuscire a conquistarla, ovviamente, il diplomatico dovrà fingersi coatto, chiedendo così lezioni private all’autista… di romanità.

Che ci si creda o no, coloro che tutti noi credevamo fossero gli ‘anelli deboli’ dello ‘strano’ cinepanettone 2012, si sono rivelati il suo vero punto di forza, tanto da chiudere la pellicola attraverso il secondo episodio. Perché Lillo e Greg divertono, cosa rara nell’ultimo quinquennio del genere delaurentiisiano. Alchimia sfrontata, battute spiazzanti, maschere esilaranti, i due fanno centro, strizzando l’occhio al ‘macchiettistico’ Ivano made in Carlo Verdone. Perché il romano sfacciato, alla mano, testaccino e ‘Rugantino’ nei modi viene qui replicato all’ennesima potenza, oscillando continuamente tra finzione e realtà, tra parodia e omaggio.

Nulla di epocale, intendiamoci, ma qualcosa di decisamente ‘nuovo’ per l’ultimo Neri Parenti, finalmente ‘libero’ dalle zavorre natalizie passate, tanto da poter miscelare ingredienti differenti all’interno della propria opera. Condita con l’immancabile tocco marcato De Sica, sospinta da una regia meno televisiva rispetto al passato, impreziosita da una sceneggiatura finalmente accettabile e digeribile, aiutata da una spolverata femminile stranamente gustosa, e infarcita da due comici televisivi che più o meno si limitano a fare ciò che era loro richiesto. Far ridere. Riuscendoci.

Voto di Federico: 6+

Colpi di fulmine (Ita, commedia, 2012) di Neri Parenti; con Christian De Sica, Luisa Ranieri, Rosalba Pippa, Simone Barbato, Claudio Gregori, Pasquale Petrolo, Anna Foglietta – uscita giovedì 13 dicembre 2012qui il trailer