Home Recensioni A United Kingdom – L’amore che ha cambiato la storia: Recensione in Anteprima

A United Kingdom – L’amore che ha cambiato la storia: Recensione in Anteprima

Un amore impossibile tra apartheid e colonianismo britannico in A United Kingdom, dal 2 febbraio in sala.

pubblicato 1 Febbraio 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 02:08

13 anni dopo A Way of Life e 4 anni dopo La ragazza del dipinto, la britannica Amma Asante è tornata dietro la macchina da presa per raccontare l’incredibile storia vera di Seretse Khama, erede al trono del Botswana che nel 1947 sposò l’impiegata bianca londinese Ruth Williams, scatenando la reazione dell’Impero Britannico e trasformando l’intero matrimonio in un caso politico internazionale.

Ad indossare gli abiti dei due protagonisti David Oyelowo, tre anni fa finalmente esploso grazie a Selma – La strada per la libertà di Ava DuVernay, e Rosamund Pike, nel 2015 candidata all’Oscar, ai Golden Globe, BAFTA, SAG Award, Critics’ Choice Movie Award e Satellite Award come miglior attrice grazie a Gone Girl di David Fincher. Una sorta di ‘Principe cerca moglie’ ispirato a fatti realmente accaduti, quello targato Asante, purtroppo incapace di sfuggire alla prevedibile e puntualmente pennellata melensa patina da racconto Harmony.

20151124-_AUK5947.nef

David e Rosamund, 40 e 38 anni nella vita reale, sono due giovani, quando si incontrano durante una festa nel cuore di Londra e di fatto si innamorano a prima vista. La regista, appesantita da una sceneggiatura che è tutto un fiorire di dialoghi stucchevoli e involontariamente ridicoli, ci porta per mano in una capitale ancora gravemente segnata dalla fine della Guerra e dall’imperante razzismo, che non a caso vede i genitori di lei sconvolti e contrari alle nozze lampo con lui, futuro Re del Botswana. Peccato che il governo britannico e quello sudafricano, dove ha preso piede l’apartheid, pretendano la separazione della coppia, con gli inglesi piegati alle richieste sudafricane a causa delle necessarie risorse di uranio e di oro da loro prelevate. Seretse viene così esiliato dalla sua stessa Terra e dal suo trono, lasciando l’amata Ruth, peraltro incinta, ad attenderlo in quanto futura regina di un popolo che la vede con ostilità. Passano i mesi, Ruth partorisce e l’esilio a tempo del povero Seretse diventa ‘a vita’ per volere di Winston Churchill, che in campagna elettorale aveva promesso il suo immediato ritorno a casa mentendo spudoratamente all’opinione pubblica tutta, eppure l’amore tra i due non vacilla, tanto da dare ulteriore forza ad una battaglia alla fine vinta sul terreno della giustizia, del sentimento, dell’uguaglianza, dell’indipendenza e della democrazia.

E’ un film dal taglio drammaticamente romantico, quello diretto dalla Asante, decisamente incapace di manipolare con cura i due aspetti centrali del film: l’amore tra i due e la questione politica, che vide Sud Africa, Botswana e Impero Britannico battagliare per anni, con i diamanti, oro ed uranio sullo sfondo. Persino Oyelowo e la Pike risultano clamorosamente posticci, con l’attrice, solitamente ineccepibile, spesso e volentieri comica nel gestire il rapporto di coppia e i propri sentimenti nei confronti dell’amato. C’è un’emblematica scena che in qualche modo racchiude l’esplicita pochezza di scrittura: Ruth è appena diventata mamma e telefona al povero Seretse, in attesa di risposte da Londra. La donna avvicina la cornetta alla bocca della neonata e chiede al neo papà se sente qualcosa. ‘No, non sento niente‘, risponde lui. ‘E ora la senti‘, replica lei. ‘Sì la sento, ma la sento piangere. E’ successo qualcosa?‘, continua il re detronizzato. ‘No, le ho solo dato uno schiaffo per fartela sentire‘, conclude la regina bianca, suscitando l’ennesima risata involontaria di un film che eccede con il saccarosio verbale, tanto da trasformarsi quasi da subito in colesterolo cinematografico.

Va da se’ che anche tutto il sottotesto politico legato alla segregazione razziale e ad un’Africa finalmente moderna perda consistenza, dovendo convivere con un’unione onestamente insostenibile, nella sua sdolcinata rappresentazione. Persino Nelson Mandela, nel 2000, ribadì l’importanza storica di Sir Seretse Khama, riuscito a fronteggiare un Impero e a tornare in patria da un esilio apparentemente inattaccabile, portando con se’ prima la democrazia e poi l’indipendenza, nel 1966 (e non nel 1996 come scritto erroneamente nei titoli di coda ndr.), oltre ad un’inedita ricchezza che con i diamanti fece diventare il Paese intero come uno dei più prosperosi al mondo. Una storia, quella di Seretse e Ruth, che meritava di diventare cinema, perché fondata sull’amore e sull’ostinazione, sul senso di giustizia ed uguaglianza, ma in modo meno insipido e accidentalmente demenziale.

[rating title=”Voto di Federico” value=”4″ layout=”left”]

A United Kingdom – L’amore che ha cambiato la storia (Uk, romantico) di Amma Asante; con David Oyelowo, Rosamund Pike, Jack Davenport, Tom Felton, Laura Carmichael, Terry Pheto, Jessica Oyelowo, Arnold Oceng, Charlotte Hope, Nicholas Lyndhurst, Jack Lowden, Vusi Kunene, Abena Ayivor, Donald Molosi – uscita giovedì 2 febbraio 2017.