Bagman: recensione, curiosità, colonna sonora e 10 film horror con “boogeyman”
Recensione e tutto quello che c’è da sapere sul film horror sovrannaturale di Colm McCarthy con Sam Claflin, Antonia Thomas, William Hope, Steven Cree, Rosalie Craig e Peter McDonald – Al cinema con Notorious Pictures

E’ uscito nei cinema italiani con Notorious Pictures Bagman,un horror sovrannaturale diretto da Colm McCarthy (La ragazza che sapeva troppo), scritto dall’esordiente John Hulme e interpretato da Sam Claflin (Ultima notte a Soho) e Antonia Thomas (The Good Doctor), nei panni di una coppia di genitori il cui figlioletto è insidiato da una malefica entità sovrannaturale utilizzata in vecchi racconti come spauracchio per i bambini.
Bagman: si narra di un’antica e malefica creatura che si nasconde nell’oscurità, nutrendosi delle paure dei bambini e trascinandoli via per sempre. Patrick (Sam Claflin) pensava di aver lasciato quei terribili incubi nel passato. Ma ora, nel silenzio della notte, strani sussurri e ombre inquietanti tornano reclamando la sua famiglia. Quando suo figlio Jake diventa il prossimo bersaglio di Bagman, nessun luogo sarà sicuro. Nessuna luce sarà abbastanza forte per scacciare il buio che avanza.
Bagman – La recensione del film
Dopo il The Boogeyman tratto da Stephen King arriva al cinema un altro “spauracchio”, in parte basato su un incubo dello sceneggiatore John Hulme avuto dopo la visione del remake americano The Ring, e in parte ispirato da archetipi legati agli incubi e alla paralisi del sonno, figure archetipiche che ritroviamo anche nel folklore ispanico e con varie digressioni (con o senza borsa in cui infilare i bambini ) in tutto il mondo, dall’Europa all’Africa.
“Bagman” è horror sovrannaturale in cui la sensazione di già visto prende ben presto il sopravvento, ma non per colpa del regista Colm McCarthy o dello sceneggiatore John Hulme, ma quella del “boogeyman” o il nostrano “Baubau” è una figura cinematograficamente inflazionata, non a livello di vampiri e zombie, ma tale da creare un filone a sé che nel corso degli anni ha avuto una corposa filmografia a corredo da cui è difficile distaccarsi quando si racconta di paure incarnate legate all’infanzia che hanno popolato l’immaginario di milioni di bambini e spesso generate da traumi di varia natura.
“Bagman” si dipana con una certa coerenza e grazie ad un volenteroso ed intenso Sam Claflin, nel film amorevole padre tormentato dai debiti e dalla paura di non riuscire a proteggere la famiglia, si riesce a creare quel doppio binario, spesso utilizzato in film a sfondo psicologico con spettri e creature sovrannaturali, in cui ad un certo punto la linea tra il reale e l’immaginato si fa sempre più sfumata. Il confine si fa così labile che ad un certo punto ci si chiede se il protagonista della storia in realtà stia avendo delle allucinazioni visive e uditive che ci vedono coinvolti in veste di spettatori. Dubbio che ci porteremo fino all’epilogo in cui scopriremo se il “mostro” di turno è “reale” o parto dell’immaginazione del protagonista soverchiato dalle sue paure più recondite che ad un certo punto si sono manifestate a livello somatico.
La parte più riuscita di “Bagman” è senza alcun dubbio la creatura, creata ad arte per regalare più di qualche brivido, con la scelta intelligente di farla impersonare ad un attore, anche se in alcuni punti la CG arriva a supporto e finisce per rendere il tutto un po’ troppo “fumettoso”. La fotografia del britannico Nick Remy Matthews plasma ad arte il nefasto antagonista e la sua “tana” creando la parte più intrigante del film in cui scopriamo dove si annida il mostro e dove porta i bambini rapiti. Inoltre un plauso al terrificante suono creato per la cerniera della borsa di “Bagman” che quando si apre e chiude ricorda il suono gutturale tipico degli spettri al loro manifestarsi negli horror giapponesi come The Ring e The Grudge.
“Bagman” non è un film memorabile, regala brividi oltremodo dosati, ma si lascia comunque guardare nel suo formato un po’ “per tutti”, in cui si predilige il fattore psicologico e la suspense rispetto alla violenza e la ricerca dell’effettaccio di stampo gore. Inoltre per chi lo saprà apprezzare, è davvero ben narrato il disagio psicologico dei genitori che va a nutrire la costante paura di perdere i figli, in special modo nei loro primi anni di vita in cui sono ancor più fragili ed esposti. In questo caso il “Bagman” diventa perfetta allegoria, incarnando metaforicamente quel peculiare costante timore che purtroppo, o per fortuna non svanisce mai completamente.
Curiosità sul film
- Terzo lungometraggio horror per il regista Colm McCarthy dopo l’horror sovrannaturale Outcast (2010) e lo zombie-horror La ragazza che sapeva troppo (2016). McCarthy arriva da una lunga gavetta televisiva, all’attivo per lui episodi per oltre 20 serie tv tra queste ricordiamo Spooks, Doctor Who, Sherlock, Peaky Blinders, Black Mirror, Krypton, The Race – Corsa mortale.
- In Spagna è stato intitolato “El hombre del saco (Bagman)” per evitare confusione con El hombre del saco (2023), un film horror spagnolo uscito un anno fa sul Boogeyman spagnolo, chiamato anch’esso Bagman, un rapitore di bambini che usava una grande borsa o sacco per farli entrare, prendere i bambini dalle loro camerette e sparire con loro.
- Ci sono alcune somiglianze tra il Bagman e il Pifferaio magico di Hamelin della Bassa Sassonia, Germania.
- Il “Sack Man” citato nel film dalla psicologa è una variante del “Bagman” che si ritrova prevalentemente nelle culture latinoamericane, come Argentina, Uruguay, Cile, Paraguay, Brasile; così come nell’Europa latina, sia in Portogallo che in Spagna. A volte è chiamato el Hombre del costal, el hombre de la bolsa, el hombre del saco, o in portoghese, o homem do saco (tutti questi nomi significano o “l’uomo del sacco” o “l’uomo della borsa”). Un’altra variante in lingua spagnola è el roba-chicos, che significa “ladro di bambini”. Leggende simili sono presenti nell’Europa orientale (ad esempio, il bulgaro Torbalan, “uomo del sacco”), così come ad Haiti e in alcuni paesi dell’Asia.
- Nel folklore brasiliano, un personaggio simile è chiamato “Cuca” ed è raffigurato come un alligatore umanoide femmina, o una vecchia signora con un sacco. C’è una ninna nanna cantata da molti genitori ai loro figli che dice che la Cuca verrà a prenderli e farà una zuppa, o sapone con loro se non dormono, proprio come in Spagna.
- Bicho Papão (“Bestia divoratrice”) o Sarronco (“Uomo dalla voce profonda”). Una differenza notevole tra questo e l’homem do saco è che quest’ultimo è una minaccia diurna mentre “Bicho Papão” è una minaccia notturna. Un’altra differenza importante è che “Homem do Saco” (“Uomo del sacco”) di solito rapisce i bambini che vanno in posti senza l’autorizzazione dei genitori, mentre “Bicho Papão” spaventa i bambini cattivi e si nasconde sotto i loro letti, armadi o tetti.
- In alcune regioni della Polonia (principalmente nella Polonia occidentale) si narra di una creatura soprannominata “Bebok/Bobo”, che nelle credenze popolari polacche è una creatura piccola, brutta e dispettosa che veniva usata per spaventare i bambini al fine di disciplinarli. È immaginato come un piccolo uomo peloso che brandisce un bastone o una canna con una testa innaturalmente grande, zoccoli di cavallo e un enorme sacco in cui getta i bambini cattivi.
- In Corea del Sud c’è il “Nonno con la borsa a rete”, un vecchio immaginario impiegato dagli adulti per spaventare i bambini e indurli all’obbedienza. Si dice che rapisca i bambini viziati e maleducati e li porti via in montagna, dove non vengono mai più trovati.
La creazione del Bagman
LE ORIGINI
“Quando avevo sei anni, ho iniziato ad avere una serie di incubi ricorrenti. Ogni notte, questa specie di figura, come un uomo nero, usciva da sotto il mio letto o dalla finestra, o da un armadio, e mi infilava in un sacco e mi portava via. Questi incubi erano sempre indistinguibili dalla realtà. Ero sdraiato nel mio letto e sentivo qualcuno che sussurrava il mio nome e non riuscivo a capire cosa fosse reale e cosa no. Notte dopo notte mi infilavo nel letto di mia madre, non riuscivo a stare da solo. Mi portò da un terapeuta, uno psicologo infantile, e non ricordo esattamente di cosa parlammo, ma dopo circa un anno gli incubi finalmente scomparvero. Ma non ho mai perso del tutto quell’ansia, quella paura”. Così lo sceneggiatore John Hulme inizia a parlare di ciò che lo ha portato a scrivere la storia di Bagman . “Quando ho avuto il mio primo figlio, questi incubi sono tornati esattamente come prima, solo che invece di inseguire me, Bagman prendeva mio figlio Jack. Sentivo mio figlio urlare e veniva portato via. Mi sembrava che mi stesse accadendo davvero qualcosa, che la figura dell’uomo nero da cui ero fuggito da bambino fosse venuta a prendere mio figlio 30 anni dopo”.
L’ispirazione per John è venuta da questa esperienza profondamente personale e terrificante. L’unico modo per gestire l’ansia era trasformarla in una storia. John Hulme è cresciuto in una famiglia con un patriarca irlandese-cattolico – suo nonno – che amava spaventare figli e nipoti con un gioco che chiamava “il mostro”. Indossava una maschera ma non diceva ai bambini quale, in modo che fossero più terrorizzati quando lo vedevano salire le scale per catturarli. Per John fa parte della tradizione di famiglia. “Ma Bagman è nato in me, credo, quando ho capito cosa significava che mio padre fosse morto. È quello che è emerso da quelle sedute di terapia”, dice Hulme. Ricorda che da bambino diceva alla gente che suo padre era morto, senza capire realmente cosa significasse. John non ha mai conosciuto suo padre perché è stato ucciso in Vietnam all’età di 23 anni, tre settimane dopo la nascita di John.
Alla domanda su quale fosse stata la sua reazione iniziale quando ha letto la sceneggiatura, il regista Colm McCarthy ha risposto: “I film horror spesso danno il meglio di sé quando si basano su qualche aspetto oscuro della condizione umana”, osserva McCarthy. “E la verità è che la cosa migliore che si possa fare come persona, secondo la mia esperienza, è avere figli. Io ho due figli. Amo i miei figli alla follia, sono la cosa migliore della mia vita. E la paura più grande che si possa avere è che succeda qualcosa ai propri figli. Questa paura è primordiale e basilare, ed è il fulcro della condizione umana”. Il regista aggiunge che la storia parla anche delle insicurezze e dello stress di avere figli molto piccoli. Perché quando i bambini hanno due o tre anni, richiedono un’attenzione costante. Si svegliano nel cuore della notte. I loro genitori sono spesso privati del sonno, cercano di andare avanti con poche energie e molte delle cose che subiscono i genitori, in particolare la privazione del sonno.
BAGMAN: UN’ICONICA MASCHERA DEL CINEMA
L’uomo nero di cui lo sceneggiatore John Hulme è terrorizzato non aveva ancora un nome quando era bambino. È diventato Bagman più tardi, quando John ha scoperto che in tutto il mondo c’erano bambini e genitori che avevano paura della stessa creatura. “La cosa assurda è che pensavo di scrivere qualcosa di profondamente personale per me. Una storia sulla mia figura dell’uomo nero. Quando ho iniziato il processo di scrittura, ho cominciato a intervistare giovani genitori con la telecamera e mi sono reso conto che non solo stavano vivendo alcune delle mie stesse paure, ma che la mitologia di Bagman era vissuta in tutto il mondo”, racconta Hulme. “Ci sono storie di Bagman, storie di ‘Uomini col Sacco’, storie di furti di bambini, storie di uomini neri in ogni cultura”, aggiunge il regista Colm McCarthy. “È stato davvero piacevole trovare un modo per dare vita a questo personaggio. Perché in fondo, il desiderio di rapire bambini innocenti è la cosa più malvagia che tutti noi possiamo immaginare e quindi qualcosa che può vivere nella nostra immaginazione in modo molto forte”.
John Hulme ha fatto ricerche approfondite e ha scoperto che in Spagna chiamano questa creatura El Kuko, in Bulgaria Torbalan, ad Haiti Ton Ton Macoute. In Algeria è H’awouahoua. Non solo il modo in cui questa creatura veniva visualizzata, ma anche la sua sacca, la sua metodologia erano bizzarramente uguali ovunque. “Per molti versi, Bagman incarna alcuni dei personaggi più terrificanti che mi hanno spaventato a morte, come Freddy Krueger o il demone de L’esorcista . Ho sempre immaginato quel sorriso e quella risatina in Bagman. Quando mi prendeva in giro, lo sentivo ridacchiare”, dice John. McCarthy aggiunge: “In particolare, questi film dell’orrore sono spesso noti per le loro figure oscure molto forti al centro di essi. I cattivi sono ciò che ricordiamo”. McCarthy spiega che con Bagman volevano creare qualcosa che fosse distintivo ma anche senza tempo. Una figura che si può immaginare perseguitare i bambini in epoca vittoriana, edoardiana o medievale. Si ha la sensazione che Bagman sia molto, molto antico. “Bagman è mai stato una persona? Quanti anni ha? Non lo so. La sua pelle è marcia, è chiaramente antica e in qualche modo ben conservata.
L’ASPETTO DI BAGMAN
Il produttore John Fischer rivela che il processo di progettazione di tutto ciò che ruota attorno a Bagman è stato guidato dal regista Colm McCarthy fin dall’inizio. L’ideazione di tutti i dettagli che ruotano intorno a Bagman, del suo look, del suo cappotto, della sacca, del covo dove Bagman porta le sue vittime, tutto questo doveva essere costruito da zero. “La sceneggiatura è così evocativa, ma sono solo parole su una pagina e alla fine devono prendere vita in modo molto letterale”, sottolinea Fischer. Il produttore ricorda che una delle idee principali di cui hanno discusso è stata quella di stabilire esattamente in quale dimensione tra terreno e soprannaturale vivesse Bagman.
Il make-up artist candidato all’Oscar Conor O’Sullivan (Miglior Trucco per Il cavaliere oscuro , 2008) ha letto la sceneggiatura di Bagman un paio di anni fa e ha pensato che la storia fosse “molto inquietante, cattiva, orribile”. Conor descrive Bagman come “un personaggio molto appariscente: se lo vedeste per strada, pensereste che è un barbone, forse un senzatetto. Molto reale. Con un grande sorriso. È una sorta di filastrocca horror soprannaturale. Colm voleva davvero qualcosa di più naturale e reale piuttosto che eccessivamente stilizzata”.
Il regista Colm McCarthy fa notare che O’Sullivan ha un’ampia esperienza nel campo delle protesi, avendo lavorato a Il cavaliere oscuro , e ha una visione molto concreta del genere. “Conor ha portato questo tipo di approccio estetico ed è stato un ottimo collaboratore nel creare qualcosa di scioccante e terrificante, senza sembrare innaturale e finto”, afferma McCarthy.
L’INTERPRETE
Bagman è interpretato dall’artista Will Davis. Il regista Colm McCarthy ha organizzato una sessione con diversi interpreti in una palestra di Londra e ha lavorato con loro, insieme a un allenatore che è stato utile per trovare le diverse qualità di Bagman. Nella sceneggiatura Bagman viene descritto come un ragno, come un cacciatore, come una tarantola. Il personaggio doveva essere interpretato da qualcuno che avesse il controllo del proprio corpo e che potesse muoversi in modo da riflettere una sorta di figura di insetto e di cacciatore.
I produttori volevano evitare che nel film sembrasse che l’attore fosse legato a dei fili. “Ecco perché credo che quando abbiamo conosciuto Will, che è un acrobata che lavora con le funi e ha una forza incredibile nel controllo del suo corpo, questo è stato un elemento che ci ha davvero illuminato”, racconta il produttore John Fischer. “Poi lui e Colm hanno trovato dei piccoli tic, il modo in cui muove la testa e la bocca, la sua postura e la sua risata”…L’attore aggiunge: “Bagman rappresenta quei mostri di cui si ha paura quando si è bambini. Vuole venire a prenderti e non è del tutto chiaro cosa voglia fare di te, ma sai che è incredibilmente terribile. Ti metterà nella sua sacca e ti porterà via. Non si scopre mai veramente cosa succede a questi bambini, cosa ne fa di loro. Il suo mistero è ciò che lo rende davvero terrificante”.
Davis elenca le somiglianze tra Bagman e se stesso: “Gli piace arrampicarsi, si sporca spesso, si fa un sacco di graffi e lividi infilandosi in piccoli spazi. Sento che ha affinità con le funi. Ed è piuttosto artistico”, sorride l’interprete. Per prepararsi al ruolo, Davis ha guardato alcuni video di ragni che si muovono, cercando di capire come questo possa essere correlato ai movimenti di Bagman. L’attore afferma che i ragni sono molto interessanti da guardare. “Sono molto eleganti, ma possono anche sembrare piuttosto goffi. C’è anche qualcosa di irregolare nei loro movimenti. Probabilmente è questo che li rende piuttosto spaventosi per le persone”, osserva Davis.
I COSTUMI
L’attore Sam Claflin dichiara di essere rimasto colpito dall’attenzione ai dettagli del costume di Bagman, alla sacca, ai giocattoli e ai ninnoli. La costumista Irina Kotcheva spiega che la sua visione iniziale di Bagman era legata ai ricordi d’infanzia di quest’uomo/creatura che veniva a prenderti con il suo lungo cappotto e una borsa gigante. Irina è nata in Bulgaria e, come molti altri membri della troupe locale, aveva ricordi della leggenda di Bagman, che è stata popolare in Bulgaria nel corso degli anni. Irina ritiene che questo abbia reso il Paese il luogo perfetto per la realizzazione di questo film e che sia stato molto interessante e stimolante per la troupe locale.
La costumista spiega che la sfida più grande nella creazione del costume di Bagman è stata in realtà tutto ciò che riguardava i suoi movimenti, perché è una creatura molto flessibile. Il compito era quello di creare un costume che non desse un’impressione particolare quando lo si vedeva, ma che poi rivelasse di avere delle caratteristiche magiche. Quindi il team dei costumi ha dovuto fare una sorta di reverse engineering : vedere quali movimenti fa l’interprete nei panni di Bagman e poi iniziare a costruirne i costumi. “Abbiamo guardato le prove di Will e, in base alle mosse specifiche che avrebbe dovuto fare, abbiamo adattato i costumi, ad esempio usando un particolare filo per una parte del cappotto o del cappuccio, usando piccoli trucchi come i bottoni per attaccare una parte del costume all’altra”, spiega Kotcheva.
Il supervisore delle protesi Conor O’Sullivan descrive il cappuccio del costume e sottolinea che è stato progettato in modo che arrivasse fino al naso di Will. Questo era necessario perché l’idea del regista Colm McCarthy era che Bagman non venisse rivelato fino alle ultime scene. Il fatto di avere il cappuccio per la maggior parte del tempo ha impedito a Will di vedere davanti a sé, il che si è rivelato molto impegnativo per alcune delle azioni che ha dovuto compiere. “È piuttosto difficile correre quando si è effettivamente ciechi. Sono inciampato in tantissime cose”, dice Davis ridendo. “Will ha queste doti fisiche eccezionali. Solo una persona tranquilla come lui poteva superare tutte le difficoltà con le protesi, i costumi, indossando tutti questi strati di vestiti durante le calde giornate estive in cui abbiamo girato”, dice Kotcheva.
10 film horror con “boogeyman”
Boogeyman negli Stati Uniti, El Cuco in messico, Mörkö in Finlandia, Namahage in Giappone e Babau in Italia e Romania, questi nomi riconducono tutti all’iconica figura dell’Uomo nero che nasce come spauracchio infantile adattandosi di volta in volta a tradizioni e folklore, per poi sconfinare in un immaginario cinematografico di stampo orrorifico che negli anni ha dato vita a tutti quei personaggi dell’iconografia horror che sono la summa delle nostre più ataviche paure.
Personaggi da incubo partoriti dall’immaginazione che in alcuni casi provengono dall’inconscio dei sogni come il Freddy Krueger di Nightmare, mentre in altri assurgono al male assoluto diventando da feroci serial-killer (il Michael Myers di Halloween) a demoni immortali vomitati dall’inferno come nel caso di Jason Voorhees (Venerdì 13) o mostruosi “tritacarne” come Victor Crowley (Hatchet).
Comunque sia qualunque aspetto esteriore incarnino, a prescindere da maschere, guanti artigliati e deformi sembianze, essi rappresentano L’Uomo nero che si aggirava nelle camerette della nostra infanzia, il mostro mangia-bambini da cui i nostri genitori e i nostri nonni ci hanno sempre messo in guardia.
Il cinema horror ha pescato a piene mani dalle paure tipiche dell’infanzia trasformando ad esempio la “Fatina dei denti” in una malvagia e sfigurata strega (“Al calar delle tenebre”), raffigurando un clown come un demone divora-bambini (“It”) e sfruttando la “paura del buio” per narrarci di mostruosi esseri in agguato nell’oscurità come negli horror Fear the Dark e Under the Bed, tutti elementi che ritroviamo anche in Boogeyman, film del 2005 prodotto dal regista Sam Raimi che ha provato a farne un’inquietante summa.
Visto che il genere horror spesso e volentieri non manca d’ironia abbiamo deciso di giocare un po’ con questa inquietante figura e oltre a proporvi una nostra lista di titoli, abbiamo provato anche ad immaginare come non debba essere sempre facile la vita di un boogeyman “professionista”, come rivela l’estratto a seguire:
Certo che fare il Boogeyman è proprio un mestieraccio, nottate insonni a sbirciare da piccoli armadi a muro o infilati sotto lettini angusti, impegnati a far scricchiolare il pavimento o a mostrare un fugace sguardo o solo uno spicchio d’ombra, così da poter far urlare la ragazza di turno o l’innocente pargolo con relativo accorrere di premurosi genitori.
E poi quando vorremmo saltar fuori brandendo il nostro coltellaccio d’ordinanza ben affilato, impazienti di sfoggiare tutto il repertorio di mostruose espressioni e grugniti preparati con cura per tutta la giornata, dobbiamo per contratto sparire dal nostro amato e oscuro nascondiglio, così che i genitori possano tranquillizzare la prole mostrandogli che L’Uomo nero non esiste, che non c’e nessuno nell’armadio, che nessuno è in attesa sotto il letto pronto, non appena le luci si spengono, a strisciare fuori per divorare piccoli e teneri marmocchi o affettare con dovizia giovani e urlanti teenager.
E invece noi ci siamo eccome, silenziosi, striscianti e quando è il momento brutalmente letali, a volte proveniamo dal profondo dell’inconscio, a volte dalle pagine dei giornali o dalla mostruosa normalità del quotidiano, ma siamo reali quanto i brividi che vi procuriamo, quanto il male oscuro che rappresentiamo, pronti a popolare i vostri sogni di incubi, ansia ed inquietudine, ma ora bando alle ciance, spegnete la luce e tutti a nanna, è l’ora di mettersi al lavoro… [tratto da “Confessioni di un Boogeyman professionista”]
A seguire trovate la nostra lista di film con “boogeymen” noti e meno noti…
BABADOOK (2014)
Madre vedova con figlioletto problematico sperimentano le attenzioni di un’entità malvagia dopo aver letto un libro intitolato “Mister Babadook”. Seguono orrori in crescendo e un finale con possessione demoniaca. Babadook è uno de migliori horror dell’ultimo decennio che punta ad una digressione “psicologica”, ma non rinuncia ad una corposa dose di sovrannaturale che lascia il segno. Il film è diretto dalla regista australiana Jennifer Kent che per il suo debutto ha ampliato un suo corto del 2005 dal titolo “Monster”.
SINISTER (2012)
Ethan Hawke è uno scrittore di gialli in difficoltà la cui scoperta nella sua nuova casa di film che raffigurano raccapriccianti omicidi e strani elementi sovrannaturali trascinano la sua famiglia in un incubo a occhi aperti. UIl film è diretto da Scott Derrickson (The Exorcism of Emily Rose, Liberaci dal male, Doctor Strange, Black Phone) e scritto da derrickson con C. Robert Cargill che è stato ispirato per la storia da un incubo avuto dopo aver visto il remake horror The Ring (2002).
Nefasto co-protagonista del film il Buhguul (noto anche come Bagul, Buhguul, Lord Bagul, il mangiatore di bambini o Mr. Boogie). Nel film viene descritto come un’antica, divinità pagana babilonese che consuma le anime dei bambini ed in grado di viaggiare attraverso i mondi. In realtà non esiste una divinità con questo nome, il nome Bughuul è ispirato al termine Boogeyman, (scritto anche bogeyman, boogyman o bogyman) conosciuto in Italia come L’Uomo Nero, il Babau e altre versioni “regionali” che cambiano nome e aspetto addirittura di famiglia in famiglia.
UNDER THE BED (2012)
Sotto il letto e dentro l’armadio, due dei posti preferiti in cui ogni mostro partorito dall’infanzia ama rintanarsi in paziente attesa che si spenga la luce, anfratti oscuri e ben celati da cui sbirciare nelle camerette buie pronti a ghermire qualche ragazzino innocente nascosto sotto le lenzuola, ma stavolta il mostro di turno si troverà di fronte un paio di ragazzi piuttosto combattivi e la battaglia per una volta sarà ad armi pari e senza esclusione di colpi.
Diretto da Steven C. Miller regista degli horror Automaton Trasfusion e Silent Night e gli action Submerged con Steven Seagal, I predoni con Bruce Willis ed Escape Plan 2 – Ritorno all’inferno con Sylvester Stallone.
AL CALAR DELLE TENEBRE (2003)
Anche se l’universo dei boogeyman è un “inferno” quasi tutto al maschile ne abbiamo voluto inserire anche un’intrigante versione al femminile con Matilda Dixon, una rivisitazione horror della Fatina dei denti che ci viene a trovare “Al calar delle tenebre”.
Ricorda, quando viene la Fata dentina, non guardare!”. (la madre al piccolo Kyle che si appresta ad andare a dormire).
Il film segna il debutto alla regia di Jonathan Liebesman che in seguito dirigerà il prequel horror Non aprite quella porta – L’inizio, il fantascientifico d’azione World Invasion (Battle: Los Angeles), il sequel La furia dei titani e il reboot live-action Tartarughe Ninja del 2014.
THE BOOGEYMAN (2023)
La studentessa delle superiori Sadie Harper e sua sorella minore Sawyer stanno vacillando per la recente morte della madre e non ricevono molto sostegno dal padre, Will (Chris Messina, Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn), un terapista che sta affrontando il proprio dolore. Quando un paziente disperato si presenta inaspettatamente a casa loro in cerca di aiuto, lascia dietro di sé una terrificante entità sovrannaturale che depreda le famiglie e si nutre della sofferenza delle sue vittime.
Da un racconto di Stephen King un adattamento diretto dall’acclamato regista inglese di genere Rob Savage (Host, Dashcam). Il racconto originale di King dal titolo “Il baubau” è contenuto nella raccolta “A volte ritornano” di Stephen King.
IMAGINARY (2024)
Quando Jessica (DeWanda Wise) torna a vivere con la sua famiglia nella casa dove è cresciuta, la figliastra Alice (Pyper Braun) avventurandosi in cantina, trova un orsacchiotto di peluche di nome Teddy. Fin da subito sviluppa un inquietante attaccamento con lui, dapprima in modo giocoso e poi sempre più sinistro. Quando il comportamento di Alice diventa sempre più preoccupante, Jessica si rende conto che il tenero Teddy è molto più dell’orso di peluche che lei credeva.
Il regista Jeff Wadlow (Kick-Ass 2, Fantasy Island, Obbligo o verità) ha citato Poltergeist – Demoniache presenze (1982) come un’influenza su questo film, “Trova perfettamente l’equilibrio tra la paura e questo benevolo senso di meraviglia, eccitazione ed emozione che provi quando hai una famiglia a cui tieni”.
MIRROR – CHI VIVE IN QUELLO SPECCHIO? (1980)
Mirror – Chi vive in quello specchio?, uscito negli Stati Uniti con il titolo The Boogey Man, è uno slasher horror sovrannaturale scritto e diretto dall’attore e regista tedesco Ulli Lommel. Il titolo originale del film fa propri riferimento alla figura del boogeyman, e la trama segue due fratelli che vengono presi di mira dal fantasma del fidanzato defunto della madre, che è stato liberato da uno specchio.
Il film presenta forti somiglianze con alcuni classici horror quali Halloween, L’esorcista e The Amityville Horror. Il film ha generato due sequel: stato seguito da due sequel inediti in Italia: Revenge of the Boogeyman (1983) diretto da Bruce Pearn e Return of the Boogeyman (1994) diretto dallo stesso Ulli Lommel. Nel 2016 è partito lo sviluppo di Boogeyman Chronicles, una serie di otto episodi da 45 minuti che ha debuttato con il primo episodio ad Halloween 2018.
BOOGEYMAN – L’UOMO NERO (2005)
Il film Boogeyman, primo di una trilogia, racconta di come paure e traumi infantili possano nutrire forze oscure e incanalarle attraverso un subconscio che finisce per perdere contatto con la realtà, trasformando uno spauracchio infantile come L’Uomo nero in un mostro reale capace di uccidere.
L’ Uomo nero non esiste è soltanto frutto della nostra mente e di chi ha paura di qualcosa che non riesce ad affrontare…quando hai paura chiudi gli occhi e conta fino a cinque.
Il film diretto da Stephen Kay (La vendetta di Carter, Cell 213 – La dannazione) e prodotto da Sam Raimi, con un cast che include Barry Watson meglio noto per il ruolo di Matt Camden nella serie tv Settimo cielo; Emily Deschanel protagonista della serie tv Bones e Lucy Lawless meglio nota come Xena – La principessa guerriera. La sceneggiatura è il soggetto sono di Eric Kripke, noto per essere il creatore delle serie televisive Supernatural e The Boys.
I BAMBINI DI COLD ROCK (2012)
Julia Denning (Jessica Biel) è un’infermiera che vive nella cittadina di Cold Rock, dove si nascondono segreti inquietanti. Nel corso degli anni, infatti, sono scomparsi 13 bambini senzalasciare né un indizio né un testimone. Gli abitanti del luogo ritengono che il responsabile sia “The Tall Man” un oscuro personaggio misterioso e leggendario che rapisce i bambini svanendo nel nulla. Quando una notte Julia trova il letto di suo figlio vuoto la caccia è aperta e con essa la ricerca di risposte: chi è “The Tall Man” e soprattutto cosa avevano in comune quei bambini scomparsi?
Il titolo originale del film è The Tall Man, che ricorda anche il popolare boogeyman “L’uomo alto” della serie horror sovrannaturale Phantasm – Fantasmi. Alla regia c’è il francese Pascal Laugier noto per gli horror Martyrs e La casa delle bambole – Ghostland.
INTRUDERS (2011)
“Intruders” è diretto dal Juan Carlos Fresnadillo di 28 settimane dopo e Damsel e scritto dal duo spagnolo Nicolás Casariego e Jaime Marques. Il film è interpretato da Clive Owen nei panni di John Farrow un padre che in quel di Londra cerca di proteggere la figlia Mia (Ella Purnell) da un mostro immaginario, noto come Hollow Face, che cerca di rubarle il volto e l’anima. In seguito l’uomo scoprirà che un altro bambino e sua madre in Spagna sono tormentati dallo stesso essere sovrannaturale.
Bagman – La colonna sonora del film
- Le musiche originali del film sono del compositore Timothy Williams (I.T. – Una mente pericolosa, L’evocazione – We Summon the Darkness, L’angelo del male – Brightburn, Pearl, Storia di Maria, serie tv Creepshow).
1. Bagman Main Title (2:07)
2. First Kill (3:29)
3. Who’s Watching Jake (3:29)
4. The Family Curse (1:52)
5. Lose the Thing You Love (4:06)
6. Bagman in House (1:11)
7. It’s Out There (3:13)
8. Jake Taken (4:58)
9. Drawing in the Park (2:35)
10. Alarm’s Going Off (1:58)
11. Not Safe in the Hotel (2:55)
12. Search for Jake (2:20)
13. The Lair (4:42)
14. I Don’t Recognise Him (1:13)
15. Bones and Toys (3:45)
16. Words Are Not Enough (3:01)
La còlonna sonora di “Bagman” è disponibile su Amazon.