Home Notizie Stasera in tv: “Ezio Bosso – Le cose che restano” su Rai 3

Stasera in tv: “Ezio Bosso – Le cose che restano” su Rai 3

Rai 3 stasera propone “Ezio Bosso – Le cose che restano”, docufilm del 2021 di Giorgio Verdelli sul pianista e direttore d’orchestra Ezio Bosso.

19 Maggio 2022 09:08

Cast artistico

Gabriele Salvatores – Paolo Barrasso – Valter Malosti – Maurizio Bonino – Enzo Decaro – Stefano Tura – Raffaele Mallozzi – Paola Severini Melograni – Michele Dall’Ongaro – Carlo Conti – Fabio Bosso- Gianmarco Mazzi – Ivana Bosso- Tommaso Bosso – Giacomo Agazzini -Alessia Capelletti – Alex Astegiano -Giulia Vespoli – Oscar Giammarinaro -Virginio Merola – Giulio Passadori – Rosanna Purchia – Geoff Westley- Diego Bianchi – Paolo Fresu -Cecilia Gasdia – Silvio Orlando- Stefano Trespidi – David Romano – Michael Seberich – Alessandro Daniele -Silvio Bress – Angela Baraldi -Luca Bizzarri – Alessio Bertallot – Paola Turci

La trama

Ezio Bosso – Le cose che restano di Giorgio Verdelli, prodotto da Sudovest Produzioni, Indigo Film con Rai Cinema. Al centro della carriera e dell’esistenza di Ezio Bosso (1971-2020), che è stata quanto di più atipico si possa immaginare, sia per le vicende personali che professionali, c’è sempre stato l’amore per l’arte, vissuta come disciplina e ragione di vita. Nel film il racconto è affidato allo stesso Bosso, attraverso la raccolta e la messa in fila delle sue riflessioni, interviste, pensieri in un flusso di coscienza che si svela e ci fa entrare nel suo mondo, come in un diario. La narrazione è stratificata, in un continuo rimando fra immagine e sonoro. Le parole dell’artista si alternano alla sua seconda voce, la musica, e alle testimonianze di amici, famiglia e collaboratori che contribuiscono a tracciare un mosaico accurato e puntuale della sua figura.

Curiosità

  • “Ezio Bosso – Le cose che restano” è stato realizzato dal regista e dai produttori di “Paolo Conte, Via con me”.
  • Il docu-film è stato presentato in anteprima nella sezione Fuori Concorso della 78. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
  • Ezio Bosso è stato contrabbassista, pianista, arrangiatore, compositore, direttore d’orchestra e raffinato divulgatore. In tutte le anime musicali della sua intensissima esistenza c’è sempre stato l’amore per l’arte, vissuta come disciplina e ragione di vita.
  • Nel film il racconto è affidato allo stesso Bosso, attraverso un lavoro minuzioso di ricerca tra le tante interviste audio e video che ha rilasciato nel tempo. Il ritmo scorre fluido e spontaneo, proprio perché il docufilm è privo del solito narratore frontale: è il maestro stesso a svelarsi agli spettatori, a farci entrare nel suo mondo e nel suo immaginario, come in un diario. La narrazione è stratificata e crea un dialogo fra le varie età dell’artista in un continuo rimando fra immagine e sonoro.
  • Il docufilm contiene anche un brano inedito The Things That Remain, un ultimo messaggio di Bosso al suo pubblico e a tutti perché come lui stesso ha dichiarato: “Ognuno si racconterà la propria storia e io posso solo suggerire la mia”.
  • Dai colleghi musicisti del Conservatorio fino alla band degli Statuto e ai primi spettacoli teatrali, c’è nel film anche la Torino creativa degli anni Ottanta. Il documentario coglie qui l’occasione per tracciare un ritratto antropologico delle origini di Bosso, nato e cresciuto in un quartiere operaio composto quasi solo da immigrati: la sua famiglia era “la sola piemontese di tutto il caseggiato”.
  • Le testimonianze si intrecciano al racconto dello stesso Bosso, della famiglia e del repertorio sino ad arrivare ai successi al Regio di Torino, all’Arena di Verona con i Carmina Burana, alla Fenice di Venezia, a Piazza Maggiore a Bologna e alle prime colonne sonore registrate a New York come a Londra agli Abbey Road Studios. Gabriele Salvatores ricostruisce il loro sodalizio artistico spiegandoci le vicissitudini umane del musicista: poi ancora, Silvio Orlando, Paolo Fresu e tanti collaboratori, amici e addetti ai lavori contribuiscono a tracciare un mosaico puntuale e spesso inedito della sua figura.
  • Le parole di Bosso si alternano alla sua seconda voce, la musica: quella grandiosa delle rassegne internazionali e dei concerti e quella intima delle prove, dello studio, della ricerca stilistica. Quella che ha composto e quella che ha diretto, in particolare gli amati Beethoven e Schubert.
  • Portatore di un potente messaggio motivazionale nella sua vita e nella sua musica, ancora prima della malattia che non ha fatto che acuire il suo bisogno di raccontarsi agli altri, Ezio Bosso è stato e sarà sempre una fonte d’ispirazione per chiunque vi si avvicini, una “presenza, non un ricordo”, come intende lo stesso regista del film, Giorgio Verdelli.