Home Curiosità Gli occhialini 3D possono trasmettere gravi infezioni?

Gli occhialini 3D possono trasmettere gravi infezioni?

Il boom del 3D ormai è arrivato anche in Italia, con Avatar capace d’incassare 45 milioni di euro in meno di 20 giorni. Peccato che nelle ultime ore sia esploso il ‘caso occhialetti 3D’, cavalcato dal Codacons, comitato dei consumatori, che ha segnalato ai Nas la possibile non conformita’ degli occhiali speciali per la visione

pubblicato 6 Febbraio 2010 aggiornato 2 Agosto 2020 04:54



Il boom del 3D ormai è arrivato anche in Italia, con Avatar capace d’incassare 45 milioni di euro in meno di 20 giorni. Peccato che nelle ultime ore sia esploso il ‘caso occhialetti 3D’, cavalcato dal Codacons, comitato dei consumatori, che ha segnalato ai Nas la possibile non conformita’ degli occhiali speciali per la visione di queste pellicole. “Le verifiche sono in corso” – riferisce l’associazione in una nota, che ha condotto una ricerca in quasi tutti i cinema italiani, da cui è emerso come molti di questi occhiali non dispongano del marchio CE. La sigla non e’ un marchio di qualità o di origine, ma attesta semplicemente la conformità del prodotto ai requisiti essenziali di sicurezza, fissati dalle disposizioni comunitarie.

L’assenza del rischio di un pericolo grave per i consumatori è garantita da tale marchio” – sottolinea il comitato consumatori. “La Comunita’ europea ha definito una serie di norme sulla sicurezza dei prodotti per tutelare i consumatori, e la commercializzazione e immissione in consumo è consentita solo ai prodotti che rispettano tutti i requisiti normativi“. Non solo. Sempre l’indagine dell’associazione rileva come, nella busta in cui sono contenuti gli occhiali forniti da alcuni importanti catene cinematografiche, si legga chiaramente la scritta ‘Made in China‘ e le avvertenze sui pericoli connessi all’utilizzo degli stessi non siano riportate in lingua italiana.

Inoltre” – continua il Codacons – “in moltissimi cinema gli occhiali vengono riciclati e passano da uno spettatore all’altro, con rischio elevatissimo legato alla possibilità che attraverso le lacrime cadute sui vetri si trasmettano anche gravi infezioni“. Un’indagine, quella del Codacons, nata da tantissime mail pervenute all’associazione, che denunciavano stanchezza agli occhi e senso di nausea da parte degli spettatori dopo alcune ore di visione. Seguiranno sviluppi? Ce lo auguriamo tutti…