Home Curiosità In che Italia siamo? Il cinema, la musica e la storia s’incontrano a Bologna

In che Italia siamo? Il cinema, la musica e la storia s’incontrano a Bologna

Il cinema sta tornando al centro dello spettacolo, fuori e dentro le sale, ovunque; e l’iniziative libere, autonome, evitano le scelte burocratiche e…

pubblicato 17 Gennaio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 18:54

Accade una bella cosa e la voglio ricordare. A Bologna dove ho vissuto gli anni di Lucio Dalla e Pupi Avati. Sono nato a Milano, ma la città delle Due Torri è quella degli studi e delle esperienze giovanili, da essa sono partito per Roma, come racconto nel libro “L’albero delle eresie”, sulla suggestione nella storia felliniana di Moraldo che dall’Emilia Romagna “scese” a Roma e cominciò a fare il cinema, quel cinema che è stata una delle più incisive occasioni di vita, emozioni, scoperte, per chi lo faceva e per chi lo vedeva. Ne parlavamo con Federico mentre raccoglievo da lui notizie e sensazioni quando preparavo “Fellini & Fellini”, il libro biografico che gli ho dedicato
Accade che alla Scuola Popolare Musica, via Giuliolo 7 (041. 357753), ci sarà una giornata dedicata al cinema, alla musica e alla storia.

Sabato 24 gennaio, alle 17. Faremo un viaggio nel Novecento, in compagnia di Dalla, Gaber, Battisti, Battiato; ma anche dei Beatles e tanti altri ancora tra fatti e personaggi. In cammino tortuoso e appassionante, costruito con immagini, suoni, parole. Il cui titolo è “Il Paese mancato”, realizzato da Guido Crainz e da me nel 2005. Guido aveva scritto il libro che porta il titolo che abbiamo ripreso per il film, mia regia; montaggio Roberto Carradori. Una storia di trent’anni- dagli inizi degli anni Sessanta agli anni Ottanta, attraverso il decennio dei Settanta carico di tensioni, speranze, tragedie- secondo una scelta precisa: presentare i cambiamenti della società italiana in cammino verso i 150 anni dell’Unità del 2011, in un intreccio capace di suscitare memorie e riflessione, e nello stesso tempo di fare uno spettacolo vivace e rigoroso, con documenti inediti o poco conosciuti.

Ai 150 anni, ho dedicato il film “Concerto Italiano”. I trent’anni vanno dal “miracolo economico”- nel corso dei quali l’inizio delle trasmissioni tv assume una portata significativa che diventerà sempre più importante-, alla esplosione clamorosa e significativa del ’68 e del ’77, anni in cui l’Italia si è lasciata alle spalle la contestazione, e ha vissuto gli anni di piombo, gli scandali e le molte tensioni, l’assassinio di Moro, e la ricerca di soluzioni politiche all’altezza delle situazione in continuo mutamento, fino all’esplosione delle televisioni private.

Un viaggio che presenta i fatti attraverso i documenti diretti e poco conosciuti ricavati soprattutto dagli archivi della Rai; e con la citazione di programmi tv e di canzoni che hanno scandito i fatti stessi, contribuendo a restituire la temperatura di un lungo periodo carico di sorprese e di emozioni, che ha segnato la vita e le speranze del paese, coinvolgendo diverse generazioni, comprese quelle che non l’hanno vissuto e s’interrogano su di esso.

Un viaggio intessuto di musica e di canzoni che si salderà con il teatro, quello di Eduardo De Filippo. Eduardo e la Napoli, il Paese dopo Gomorra, Scampia, ‘a munnezza, la terra de fuochi. Alla Scuola di musica Ivan Illich (uno spirito libero, rivoluzionario) si aggiungerà infatti “Eduardo De Filippo, scavalcamontagne, cattivo, genio consapevole”, ed. Ediesse.

Trent’anni dopo lo scomparsa del grande attore, regista, scrittore; un uomo di stile e di gran gusto. Trent’anni sono passati, senza questo personaggio. straordinario. Decenni in cui non si è spento, anzi aumenta, il desiderio che Napoli,i dintorni, il Paese, possano vivere giorni diversi. Ho scritto il libro con due obiettivi: presentare nuovi racconti di persone che lo hanno conosciuto, per capire meglio il lungo lavoro di Eduardo e della famiglia De Filippo; comporre da questi racconti poco celebrativi,inquieti, provocatori, un ritratto delle trasformazioni che abbiamo conosciuto, e che Eduardo aveva intuito e proposto nei suoi lavori, fra teatro, cinema, televisione. “Scavalcamontagne”, ovvero artista che rivela di essersi misurato fin da giovanissimo con il pubblico nelle zone lontane, tra disagi e aspettative di serenità. “Cattivo”, nel senso di esigente: Eduardo non un cattivo carattere ma un forte carattere nei rapporti sulle scene e nella vita . “Genio consapevole”, per la sicurezza e misura con scriveva e rappresentava le idee.

Eduardo è stato una sorta di moderno “viaggiatore”, originale e spregiudicato, nell’Italia del Novecento, un Paese che conosceva spostamenti di milioni di persone dal sud al nord, e viceversa; incontri e scontri di linguaggi e di convinzioni. Ma anche “sperimentatore” tra le arti e la comunicazione, sempre pronto a trasferire nei drammi, commedie, film, pensieri e sentimenti capaci di parlare agli spettatori, attratti dal suo fascino.

Al libro seguirà la proiezione di un documentario (15’) intitolato “Eduardo De Filippo…. e un tram che si chiama desiderio”, un breve, piccolo film (15’) con immagini e musiche per Eduardo, e le sue molte facce: attore, autore, regista teatrale, cinematografico, tv; e le molte anime di poeta civile. Un racconto evocativo per tentare una sintesi di grandi suggestioni, rapidamente. Un film flash che colpisce ogni volta che lo si presenta. Ecco una proposta complessiva che cerca confronti, apporti. Cinema di oggi.