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L’ultimo Re di Scozia: un dignitoso mix tra romanzo e film sociale

L’ultimo Re di Scozia (The Last King of Scotland, USA, 2006) di Kevin macdonald; con Forest Whitaker, James McAvoy, Kerry Washington, Gillian Anderson, Simon McBurney.A poche ore dalla consegna degli Oscar, possiamo rinotare una curiosa situazione: che le nomination fossero un po’ sballate (oltre che, come sempre, un po’ sbagliate). Forest Whitaker la nomination se

26 Febbraio 2007 18:22

L’ultimo Re di Scozia (The Last King of Scotland, USA, 2006) di Kevin macdonald; con Forest Whitaker, James McAvoy, Kerry Washington, Gillian Anderson, Simon McBurney.

A poche ore dalla consegna degli Oscar, possiamo rinotare una curiosa situazione: che le nomination fossero un po’ sballate (oltre che, come sempre, un po’ sbagliate). Forest Whitaker la nomination se la meritava tutta, sia chiaro, e il premio ci sta anche, figurarsi… ma non di certo come attore protagonista! E se alla fine andiamo al di là della portentosa prestazione del gigante in questo caso inquietante e adattissimo al ruolo, anche per somiglianza fisica col vero Idi Amin, ci accorgiamo facilmente che il ruolo di protagonista nel film è di un’altra persona, che tra l’altro dà tutto meno che una brutta interpretazione.

Sto parlando di James McAvoy, giovanissimo attore inglese che in questo L’ultimo Re di Scozia dà alcune sfumature interessanti al suo personaggio di certo non originalissimo: un neo-laureato in medicina, il “solito” giovane bianco che parte per l’Africa in missione umanitaria e si scontra con un mondo diverso dal suo. Ma se all’inizio il neo-medico Nicholas è solo un bianco borghese che diventa quasi per puro caso il medico personale (e consigliere) del neo-Presidente dell’Uganda, assume col passare del tempo delle caratteristiche ombrose, che stanno tra la paura e l’incapibilità della situazione (lui stesso ammette ad un certo punto del film di sapere “un po’” cosa gli stia accadendo intorno: vede l’orrore, il sangue ma di sicuro non sa molte, troppe cose).
Il film sembra un po’ troppo romanzato, mescola il film d’intrattenimento al film sociale ma protende sicuramente verso il primo. Ma tiene bene il ritmo e ci dà la sensazione di spaesamento e paura (che cresce a livello esponenziale nella seconda parte) del giovane protagonista, e assesta un paio di sane botte violente che nel contesto non lasciano indifferenti. E’ ben diretto da Kevin McDonald e recitato benissimo dai due personaggi principali, e quindi il tutto è sicuramente molto godibile.

Voto Gabriele: 7