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Non aprite quella porta… se siete facilmente impressionabili!

Non aprite quella porta: l’inizio (The Texas Chainsaw Massacre:The beginning, Usa, 2006) di Jonathan Liebesman; con R. Lee Ermey, Jordana Brewster, Matthew Bomer, Taylor Handley e Diora Baird.22 anni dopo l’originale, 2 dopo il remake, torna il mitico Leatherface, e lo fa nel migliore dei modi! Questo prequel ci racconta le origini di Thomas, l’indimenticabile

13 Dicembre 2006 08:59

Non aprite quella porta: l’inizio (The Texas Chainsaw Massacre:The beginning, Usa, 2006) di Jonathan Liebesman; con R. Lee Ermey, Jordana Brewster, Matthew Bomer, Taylor Handley e Diora Baird.

22 anni dopo l’originale, 2 dopo il remake, torna il mitico Leatherface, e lo fa nel migliore dei modi!
Questo prequel ci racconta le origini di Thomas, l’indimenticabile maniaco della motosega, dalla nascita, negli anni 30, fino alla sua prima personale strage, nel 1969.
Nato deforme in un mattatoio, orfano, visto che la madre muore durante il parto, viene gettato vivo tra i rifiuti della carne macellata, fino a quando il suo pianto non viene ascoltato da una mezza barbona, che, una volta trovato, lo porta a casa per accudirlo con amore.
In veloci flashback riviviamo l’infanzia difficile di Leatherface, tra gli sfottò dei compagni di scuola e i primi esperimenti con carcasse di animali, fino all’arrivo ad un età matura, con il ritorno alle origini, ovvero nel mattatoio in cui era nato, dove inizia a lavorare, e dove troverà la mitica motosega!

Parallelamente abbiamo ovviamente la solita doppia coppia di ragazzi americani, con i due boyfriend pronti a partire per il Vietnam, che si mettono in viaggio per arrivare fino in Texas.
Qui naturalmente andranno incontro alla folle famiglia Hewitt, che porrà definitivamente fine al loro viaggio.
La premessa è d’obbligo: siamo forse in presenza del film più sanguinolento, truce e violento degli ultimi anni! Per buona parte della pellicola assistiamo a una vera e propria “spremuta de sangue” consigliabile solo ai patiti del genere splatter!
Ottima la fotografia, cupa e noir al punto giusto, buona la regia, di Jonathan Liabesman, capace di mantenere inalterata la tensione per l’intera pellicola, deboluccia invece la sceneggiatura che si limita al solito “gatto contro topo” con risultati ovvi nel finale, considerando soprattutto il fatto che siamo in presenza di un prequel!
Semplicemente strepitoso R. Lee Ermey, lo sceriffo Hoyt, vera icona del cinema targato Usa (grazie alla parte del sergente Hartman in Full Metal Jacket e a quella di un pilota di elicotteri in Apocalypse Now)
In conclusione un film per palati forti e amanti del genere, sconsigliato invece a tutti coloro finiscono per essere facilmente suscettibili o impressionabili, oltre ovviamente ai deboli di cuore!

Voto Gabriele: 7
Voto Federico: 7