Home Recensioni “Realtà o finzione?”. Cosa ci ha insegnato la vita di Antonello Fassari: l’ultimo saluto a “zio Cesare” è stato l’addio più dolce

“Realtà o finzione?”. Cosa ci ha insegnato la vita di Antonello Fassari: l’ultimo saluto a “zio Cesare” è stato l’addio più dolce

Dove finisce la finzione, inizia la realtà: a raccontarcelo è la storia di vita di Antonello Fassari e di tutti coloro che lo hanno amato.

11 Aprile 2025 07:53

Antonello Fassari è andato via, come vanno via i pensieri, le paure, le ansie, le follie. Con lui è andato via anche il personaggio che gli è stato costruito attorno, non dentro, perché dentro era sempre sé stesso. È andato via Cesare Cesaroni – per molti Zio Cesare – e con lui sono andati via i momenti più felici di una fiction – I Cesaroni – che ha fatto la storia della televisione italiana. Sono andati via i nipoti, prima piccoli poi grandi, che gli giravano attorno, le scene che sembravano reali, le risate dei tre amici e fratelli che, nel corso degli anni, hanno fatto parte del nostro immaginario collettivo. Soprattutto però, è andato via il talento di un uomo che ha saputo costruirsi giorno dopo giorno e che ha saputo dimostrare a tutti l’importanza della semplicità. Dell’umiltà che non ha mai smesso di funzionare con i grandi attori, che è sempre stata una carta vincente per i sognatori.

L’ultimo saluto all’attore si è tenuto – due giorni fa – presso la Chiesa degli Artisti di Roma, e al cospetto del suo corpo si sono recati migliaia di persone tra fan, amici, parenti e conoscenti. A catturare l’attenzione di tutta Italia è stata però la presenza di coloro che, con “zio Cesare“, ci sono cresciuti davvero. Micol Olivieri, Nicolò Centioni, Giulia Luzi, Angelica Cinquantini, Federico Russo sono solo alcuni dei giovanissimi volti che hanno raggiunto il successo televisivo proprio grazie alla fiction I Cesaroni, e che hanno vissuto – in prima persona – la grandezza di un attore che è stato prima di tutto uomo. Che hanno toccato con mano la sua professionalità ma soprattutto la sua umiltà.

Nel piccolo schermo erano suoi nipoti – o figlia, nel caso della piccola Matilde – ma nella vita vera sono stati anche molto di più. Fino a che punto può quindi spingersi la finzione? Quanto siamo disposti a fingere se le parole, i gesti, le persone dicono altro? La vita – e la morte – di Antonello Fassari ci ha insegnato che non tutto può essere falso, non quando ci sono di mezzo i sentimenti.

Ciao Cé”, l’omaggio di Claudio Amendola a suo “fratello”

A dimostrarcelo è stato proprio Claudio Amendola – Giulio Cesaroni – che ha definito Fassari suo fratello anche nella vita vera. Lo ha detto dinnanzi alle telecamere, poco prima di entrare in Chiesa per dare l’ultimo saluto all’attore che è stato amatissimo dai fan della serie per anni. Lo ha detto quasi piangendo, affermando che avrebbe voluto invecchiare insieme a lui e che era sempre stato il suo punto di riferimento, ma anche che niente avrebbe ostacolato il loro rapporto prima della sua dipartita. L’attore – che è tornato da pochissimo sul set de I Cesaroni per una nuova e inaspettata stagione – è anche salito sull’altare e, durante la messa, ha letto la Preghiera degli Artisti con le lacrime agli occhi. “Ciao Cè“, ha detto alla fine sconvolgendo tutti.

antonello fassari è morto
Cosa ci insegna la vita di Antonello Fassari (foto Youtube) cineblog.it

I fan della serie capiranno benissimo quanto possa essere stato straziante ascoltare queste parole. Quel “Ciao Cè” è stata un po’ la colonna sonora della loro infanzia e adolescenza, e in quelle parole c’era tutto il senso di una fiction su cui roteavano i valori dell’amore, della famiglia, di tutto ciò che era puro. “Ciao Cè” rappresentava l’amore di un fratello, la mano tesa di un amico, il bisogno di ascolto di un figlio. “È una fiction“, si diceva all’epoca, ma ora come non mai abbiamo scoperto che non si trattava più di finzione. Che ad un certo punto, le telecamere si spegnevano pur restando accese e si dava vita a un legame vero che è proseguito anche al di là del palcoscenico che era il mondo televisivo.

I Cesaroni: finzione o realtà? Dove finiva una, iniziava l’altra

Negli anni 2000 – 2010 si erano d’altronde diffuse le saghe familiari, che proseguirono per anni. Si pensi ad esempio a Un Medico in Famiglia, anch’essa fiction di successo e che viene ricordata ancora oggi dopo anni. Sul palinsesto Mediaset, I Cesaroni erano all’epoca una vera svolta per chi credeva nel potere delle famiglie allargate. Anzi, quello era un concetto non ancora superato in Italia e per questo una vera rivoluzione del piccolo schermo. Tra i protagonisti c’erano piccoli attori, ma anche adolescenti, che con gli anni hanno saputo raggiungere un successo incredibile e che hanno fatto sognare anche le nuove generazioni. In un mondo fatto di artificio e superficialità, la serie tv I Cesaroni fu insomma un prodotto che funzionava, proprio per la spontaneità che emanava e per quello che riusciva a trasmettere.

Solo ora abbiamo potuto comprendere il vero segreto del loro successo, e lo abbiamo fatto il giorno in cui è stato appunto dato l’ultimo saluto ad Antonello Fassari. Quella famiglia era reale e, oltre la recitazione – che è stata senza ombra di dubbio un elemento fondamentale durante le riprese -, c’era anche la vita vera. La vita di Fassari ci ha quindi portato ancora di più alla consapevolezza di quanto, dietro ogni lavoro e ogni risultato raggiunto, ci sia sempre un pizzico e spesso una grande quantità di emozioni. Abbiamo capito che recitare non significa interpretare, ma mettere sé stessi nei propri ruoli, senza perdere mai la propria identità.

antonello fassari è morto
Cosa ci insegna la vita di Antonello Fassari (foto ig @antonello_fassari) cineblog.it

Abbiamo compreso anche che, dopo anni e decenni, quei personaggi che sono stati “nostri” continuano a restarci incollati alla pelle, e che le persone conosciute attorno a quel ruolo non smettono di volerci bene, non per quello che abbiamo costruito, ma per quello che siamo stati sul set. È per questo che quel “Ciao Cè” ha commosso tutti: perché dentro di lui non c’era solo Antonello ma tutti i personaggi interpretati, tutti i copioni letti, tutte le storie raccontate. E noi abbiamo dovuto dire addio a tutto questo.